
Russia: vendite (in milioni di dollari) di prodotti biologici dal 2002 al 2013. Fonte: Euromonitor International da statistiche commerciali e nazionali.
Attualmente, la maggior parte dei prodotti biologici in Russia è importata dai paesi dell'Unione europea, ad esempio Germania, Francia e Italia, e collocata in posizione premium o super premium. Tali prodotti sono venduti in negozi specializzati, in aree in cui vivono i cittadini con reddito superiore, in punti vendita al dettaglio premium, come Azbuka Vkusa e Globus Gourmet a Mosca, noti per la distribuzione e la promozione di prodotti naturali ad alto valore aggiunto. I prodotti biologici sono mediamente più costosi del 20-400% rispetto ai loro equivalenti tradizionali e rappresentano il 2-7% delle vendite dei supermercati.
I principali consumatori di prodotti biologici in Russia sono gli abitanti ad alto reddito delle grandi città, come Mosca e San Pietroburgo, più consapevoli della loro dieta e disponibili a seguire le tendenze occidentali. Essendo i livelli di reddito in costante crescita per un numero sempre maggiore di persone, si prevede che nei prossimi anni aumenteranno i consumatori disposti a pagare di più per alimenti ecologicamente corretti e naturali.
L'aumento dei redditi e lo sviluppo della legislazione bio - al momento manca un sistema di certificazione nazionale - non solo aiuterà a rafforzare la richiesta da parte dei consumatori di bevande e alimenti biologici, ma anche a incoraggiare gli investimenti dei produttori. Le multinazionali possono svolgere un ruolo di primo piano in questo senso, ma ci saranno anche molte opportunità per le piccole imprese, in particolare nelle categorie di nicchia, ancora poco sviluppate.
Secondo le stime internazionali di Euromonitor, le vendite di prodotti biologici potrebbero raggiungere 167 milioni di dollari nel 2013 e 225 milioni nel 2015 (+30% nel periodo 2010-2015). Questa crescita sarà guidata dallo sviluppo di nuovi prodotti, da una migliore distribuzione e dalla domanda crescente.
Prezzi elevati per le importazioni di prodotti biologici
Secondo un sondaggio CIS Insight effettuato in diverse città russe (tra cui Mosca e San Pietroburgo), il principale ostacolo per l'espansione del biologico nel mercato russo è dato dalla differenza di prezzo tra alimenti convenzionali e bio. Dal momento che più del 90% di prodotti bio è importato, infatti, in Russia il costo di questi prodotti sugli scaffali è significativamente più elevato, non solo per la caratteristica biologica, ma anche per le spese di trasporto, le spese doganali, ecc.
In tabella: le differenze di prezzo tra prodotti biologici e convenzionali.

Nell'ultima colonna, la differenza di prezzo in percentuale tra prodotti bio (terza colonna) e convenzionali (quarta colonna). Da notare il +628% delle patate, il +427% dei peperoni rossi confezionati e il +401% delle prugne.
Un altro impedimento deriva dal fatto che i russi non si fidano dei sistemi locali di certificazione. Secondo una ricerca di mercato condotta da AgriCapital, circa il 60% dei clienti nei supermercati di Mosca sono disposti a pagare di più un prodotto se la sua confezione contiene una "firma biologica". L'indagine mostra anche che, attualmente, il 45% dei produttori russi colloca nelle proprie etichette le parole "bio", "naturale" o "ecologico" senza alcuna certificazione appropriata. I clienti chiedono di essere rassicurati circa il rispetto dei metodi biologici, definiti e protetti da una apposita legge federale.
L'ultima difficoltà per lo sviluppo del mercato dei prodotti biologici in Russia è la generale mancanza di informazioni, sia a livello governativo (non esistono statistiche di iniziative esistenti di produzione bio in Russia) che a livello di consumatori (a fatica, solo la metà degli intervistati conosceva le etichette bio).
Poiché non ci sono regole chiare circa l'etichettatura dei prodotti biologici e non esiste un sistema o un ente di certificazione ufficiale, i produttori russi desiderosi di operare nel settore bio devono ottenere la certificazione ufficiale da parte di terzi, ad esempio gli Stati Uniti o l'Unione europea, per potere etichettare i propri prodotti ed esportarli al di fuori della Russia.
Secondo la legge russa, per essere in grado di apporre l'etichetta "organico" o "bio" sulla confezione, è necessario superare una certificazione volontaria. In questa fase, i requisiti specifici di tale certificazione non sono stati disposti. Lo sviluppo di una normativa nazionale inizierà dopo l'approvazione del disegno di legge - impostata da industria e Governo - da parte della Duma di Stato e prevista per il 2015. Nel frattempo, gli esperti governativi studiano i modelli di certificazione biologica di Stati Uniti, Europa e Giappone per un'armonizzazione delle norme internazionali e nazionali.
Produzione interna di prodotti bio
La Russia è il paese più grande del mondo, con enormi superfici di terreni agricoli e dei conosciuti e fertilissimi suoli neri, caratterizzata anche per i bassi costi di manodopera agricola e uno scarso utilizzo di sostanze chimiche. Insomma, è un luogo ideale per l'agricoltura biologica.
Secondo un Report dell'IFOAM (International federation of organic agriculture movements) datato aprile 2009, in Russia ci sono 3.580 ettari certificati secondo i regolamenti comunitari, tuttavia 2.270 ettari di questi (il 63,4%) sono ancora in fase di conversione.
Nel corso del 2010, AGROSOFIA ha segnalato 50 aziende biologiche certificate russe, principalmente nella zona dei suoli neri (Kursk, Tula e Belgorod), Siberia (Omsk e Novosibirsk), nella Russia nord-orientale (Arkhankelsk City) e meridionale (Stavropol). La Russia esporta grano saraceno biologico, miglio, erba medica, lino e prodotti spontanei, come frutti di bosco, funghi, noci ed erbe verso diversi paesi e frumento biologico verso l'Unione europea.
Vi è ovviamente un notevole interesse ad espandere l'export del biologico verso i paesi terzi, che rappresentano anche un'ulteriore piattaforma per gli alimenti bio trasformati e pronti al consumo. Attualmente, l'industria ritiene che la Russia sia destinata a crescere e ad aggiungere valore ai prodotti bio grazie proprio allo scarso utilizzo iniziale di fitofarmaci di sintesi e fertilizzanti. Inoltre, i costi di manodopera più bassi contribuiranno a tenere livellati i prezzi dei prodotti finali e, al tempo stesso, a fornire posti di lavoro per le economie locali delle regioni rurali (secondo i dati Rosstat il salario medio in agricoltura è di circa 300 $/mese).
In un prossimo articolo saranno affrontati gli aspetti legati ai principali canali di vendita e al consumatore di biologico in Russia.