E' stata presentata ieri, 6 dicembre 2012, presso la sede del Gruppo 24 ORE la 13ma edizione del Monitor Ortofrutta 2012, nel quale si analizzano gli impatti economici, ambientali e sociali della sostenibilità nella filiera ortofrutticola.
Nonostante il rilievo dell'argomento, dal rapporto emerge che il 42% del campione intervistato non sa indicare, da solo, il significato di prodotto "sostenibile". Posto di fronte ad alcune possibili indicazioni, il 70% associa al termine un generico rispetto dell'ambiente, mentre sono assenti riferimenti agli aspetti sociali.
Alla domanda posta ai consumatori: "Secondo Lei cosa significa che un prodotto alimentare è sostenibile?", a livello spontaneo il 7% dichiara un prodotto con prezzi adeguati o bassi, mentre se si pone la stessa domanda sulla frutta e verdura la percentuale cala al 3,8%.
Se si parla di frutta e verdura, il termine "sostenibile" viene meno associato agli aspetti economici e anche, stranamente, meno al pilastro ambientale, trasferendo l'attenzione soprattutto sui temi della salubrità del prodotto, del metodo di coltivazione rispettoso dell'ambiente e delle caratteristiche fisiche del prodotto in genere.
Nell'ambito degli acquisti di frutta e verdura, emerge con sempre maggior prepotenza il fenomeno dei "Farmers' Markets": le motivazioni di acquisto attraverso questo canale sono la fiducia (conosci la zona, sai che ti puoi fidare), la percezione che il prodotto sia più buono (ma più buono rispetto a cosa non è ben chiaro) e più gustoso. Solo al quarto posto si trova il buon prezzo e il rapporto qualità/prezzo.
Il 75% del campione di intervistati ha acquistato frutta o verdura a livello locale negli ultimi 6 mesi; in particolare il 37% ha comprato da un Farmers' Markets e chi non vi ha acquistato dichiara che le motivazioni sono: che non ne conosce uno nelle vicinanze o che è troppo lontano.
L'attenzione all'acquisto da "filiera corta" non coincide con una maggiore attenzione allo spreco (il 43% ammette di sprecare frutta e verdura): tuttavia il 63% di chi spreca dichiara di aver preso misure in modo da risolvere il problema e il 55% di questi utilizza il metodo di "ridurre le quantità acquistate".
Nel complesso, l'italiano medio esprime poca fiducia nel futuro del gusto della frutta, in particolar modo per quella prodotta in serra, mentre prevale l'idea bucolica di un progressivo ritorno a coltivare il proprio orto per contrastare la progressiva globalizzazione del settore ortofrutticolo, atteggiamento che motiva il ritorno a gran forza del "locale".


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