"Regno Unito: i supermercati sono a corto di ortofrutticoli e ripiegano su frutta e ortaggi "brutti"
I supermercati del Regno Unito si trovano dunque a corto di alcuni tipi di frutta e ortaggi a causa del clima di quest'anno. In alcuni casi sono stati costretti a segnalare la cosa nei propri reparti ortofrutticoli, scusandosi per la mancata disponibilità del prodotto.
Nel frattempo, questa situazione si è riflessa sui prezzi; per esempio, un mazzo di carote da Tesco è già aumentato del 50%, arrivando 0,90 sterline (1,11 euro). Ulteriori aumenti di prezzo potrebbero essere dannosi sia per il settore retail che per l'agricoltura, per non parlare di determinati fasce sociali. I nuovi dati di FareShare mostrano che i redditi inferiori hanno portato le famiglie a tagliare il consumo di ortofrutta di quasi un terzo sulla scia della recessione e dell'aumento dei prezzi alimentari, limitandosi ad appena la metà delle 5 porzioni al giorno raccomandate per una dieta salutare.
Per quanto riguarda la scarsità di prodotto, un portavoce della catena Asda ha dichiarato: "Stiamo lavorando duramente con i nostri produttori per dar loro una sostenibilità a lungo termine. In caso di raccolti danneggiati seriamente dalle condizioni climatiche, abbiamo rivisitato le nostre specifiche per aiutare i coltivatori inglesi a vendere quanto più prodotto possibile nei nostri negozi. Mantenere i prezzi bassi per i nostri clienti è davvero importante, ora come non mai, e ci impegneremo a continuare così".
Sui potenziali aumenti dei prezzi alimentari, Sainsbury's - la terza catena per importanza nel Regno Unito - ha dichiarato: "Non possiamo dire alcunché sui prezzi futuri. Continuiamo a fare offerte del tipo "mix and match" nel reparto ortofrutta quali "due a 3 sterline (3,71 euro)". Continuiamo a lavorare con produttori e coltivatori inglesi per ottenere il massimo dal raccolto. Abbiamo preso la decisione di cambiare radicalmente il nostro approccio nell'acquistare ortofrutticoli inglesi a seguito del clima stagionale insolito di quest'anno".
Ora sugli scaffali dei supermercati si potranno trovare carote nodose, patate storte, zucchine deformate e cavolfiori scolorati. Rivedendo gli standard sull'aspetto estetico dei prodotti freschi, Sainsbury's ha deciso di porre in vendita, nei suoi 1.012 negozi, tutta quella frutta e verdura che normalmente sarebbe tornata indietro.
"Questo vuol dire che ci sarà un po' più di fango sui piselli o che le fragole saranno un po' più piccole rispetto al solito, ma i nostri consumatori hanno accettato questa idea e la condividono," ha detto Judith Batchelar, direttore di Sainsbury's food.
"Il tempo incerto ha lasciato gli agricoltori con raccolti di frutta e verdura buona ma 'brutta' oppure con macchie e imperfezioni. Ci stiamo impegnando ad utilizzare tutta la frutta e verdura che corrisponde alle norme e che abbia un buon sapore e speriamo che i clienti ci aiuteranno ad utilizzare la maggior parte del raccolto britannico, nonostante l'aspetto insolito", ha aggiunto la Batchelar
Altri supermercati, inclusi Morrisons e Waitrose, hanno dichiarato che anche loro potrebbero modificare i propri standard.
L'azione di Sainsbury's ha incontrato il favore degli attivisti della difesa del cibo e dei poveri, che da tempo sostengono come rifiutare prodotti buoni sulla base di un criterio estetico piuttosto che per motivi nutrizionali è sbagliato e provoca un aumento dei prezzi. La Soil Association, che stabilisce le norme delle produzione biologica, ha stimato che circa il 20-40% di alcuni tipi di frutta e verdura britannica viene rifiutata a causa della forma o del colore irregolare, questo persino prima di arrivare nei negozi.
"E' ora che i supermercati si sveglino e capiscano la necessità di ridurre lo spreco di cibo, accettando frutta e verdura buona ma con forme irregolari. Non bisogna tornare indietro a quando si buttava via un'enorme quantità di cibo semplicemente perche non corrispondeva a specifici standard estetici", Vicki Hird, un attivista di Friends of the Earth land, ha dichiarato.
La produzione di frutta e verdure nel Regno Unito è disciplinata dalla normativa dell'Unione Europea ma i supermercati obbligano i produttori a presentare prodotti che corrispondono a livelli estetici più elevati, ciò comporta che, spesso, del cibo perfettamente commestibile, venga rigettato.
Il gelo, vento, pioggia e siccità possono scolorire ed ammaccare i prodotti ma non ne modificano le proprietà nutritive. Secondo gli attivisti, la richiesta dei supermercati di prodotti ad alta qualità estetica aumenterebbe il costo del cibo visto che gli agricoltori sono costretti a chiedere p prezzi più alti per i prodotti accettabili per poter sbarcare il lunario.
Una ricerca condotta l'anno scorso dalla Wrap (government's waste reduction body) dimostra che la recessione ha incoraggiato i supermercati a ridurre lo spreco di cibo. Secondo Wrap, ogni anno le famiglie inglesi buttano via quasi 7,2 m tonnellate di cibo un calo del 13% o di 1,1m tonnellate rispetto al 2007.
Fonti: dailymail.co.uk; guardian.co.uk; aiol.it