Il Marocco potrebbe far uso di 56 sostanze attive vietate nell'UE per la coltivazione di pomodori
Lo studio - condotto dal dipartimento dell'agricoltura su dati COAG elaborati su dati della Commissione europea e del Ministero dell'agricoltura - raccoglie tutte le sostanze attive vietate in Spagna per formulazione fitosanitaria destinata a pomodori (clicca qui per l'elenco delle sostanze). In ogni caso, per importazioni da Paesi Terzi è stato fissato un limite massimo di residuo (MRL) che in pratica significa l'approvazione di un possibile utilizzo sulle colture.
In questa situazione, anche "spalleggiata" dal nuovo accordo per il commercio agricolo tra UE e Marocco entrato in vigore il 1 ottobre, il ministero spagnolo richiede un progresso sostanziale e tangibile da parte del Marocco nel ridurre l'impiego di agrofarmaci vietati nella UE. E' inoltre necessario che il governo spagnolo rafforzi i controlli alle frontiere per evitare che i prodotti marocchini entrino nel mercato comunitario con un residuo superiore a quanto consentito. "Le regole del libero commercio dovrebbero essere uguali per tutti" ha dichiarato Andrés Góngora, direttore del settore ortofrutticolo in COAG.
La situazione si scontra con gli sforzi dei produttori spagnoli volti a ridurre l'utilizzo di "sostanze chimiche" sulle loro colture. In Spagna, quasi tutti gli ettari destinati a ortofrutta sono soggetti a tecniche di produzione integrata, l'80% della coltivazione avviene in serra e si preferisce il controllo biologico per tenere a bada le fitopatie. "E' una tendenza inarrestabile nelle regioni produttrici spagnole e anche una buona notizia per gli ortofrutticoli prodotti nel nostro paese, in quanto risultano sinonimo di qualità e rispetto per l'ambiente nei mercati target" conclude Góngora.