Il punto sull'applicazione della Ocm ortofrutticola in Emilia-Romagna
Foto Fabrizio dell'Aquila, Diateca Agricoltura.
FreshPlaza (FP) ha chiesto a Franco Foschi (FF), responsabile del Servizio sviluppo delle produzioni vegetali della Direzione generale Agricoltura di illustrare i principali risultati dello studio condotto dalla Regione e presentato nell’occasione.
FP: Dott. Foschi, il settore ortofrutticolo regionale si distingue per una forte volontà di aggregazione: quali sono i tratti salienti di questo processo?
FF – Il sistema ortofrutticolo regionale ha avviato un forte processo di aggregazione delle singole aziende. Nel 2011, registriamo la presenza di 25 Organizzazioni di produttori (Op) e di 5 Associazioni di Organizzazioni di produttori (Aop) riconosciute dal Reg. CE 1234/07. Si tratta di realtà molto variegate tra di loro, ma tutte caratterizzate da un’elevata dinamicità imprenditoriale.
Le Op e le Aop sono i principali protagonisti del controllo della produzione e della gestione dell'offerta di frutta e ortaggi. Il loro ruolo strategico è evidenziato dal notevole livello di aggregazione raggiunto, contro una media nazionale ed europea di appena il 30%.
FP - Il regolamento comunitario della Ocm Ortofrutta rappresenta lo specifico sostegno per il settore: come si contraddistingue la sua applicazione in Emilia-Romagna?
FF – Per quanto riguarda le dimensione delle OP regionali, circa l'80% del Valore della produzione commercializzata (VPC) è rappresentato da OP che superano i 50 milioni di euro e il fondo di esercizio delle OP e AOP è passato dai 140,1 milioni di euro del 2009 ai 160,6 del 2010 fino ai 160,2 del 2011. L'aiuto erogato alle OP e AOP, infine, è salito da 70,6 milioni di euro del 2009 a 81,2 del 2010 e 2011.
Le aziende socie fuori regione, nel 2011, hanno ricevuto un aiuto pari a circa 3 milioni di euro (Aiuto finanziario nazionale) per le iniziative poste in essere dalle OP e AOP emiliano-romagnole finalizzate ad elevare l’aggregazione in zone produttive dove risulta inferiore al 20%. L'interregionalità pone grosse problematiche a livello di demarcazione dei PSR: consideri che nel 2011 oltre 7.000 aziende fuori regione hanno aderito alle nostre OP.
Foto Fabrizio dell'Aquila, Diateca Agricoltura.
FP - In termini di quantità e di qualità degli aiuti comunitari, quali risultati emergono dall'analisi condotta in regione?
FF – Lo studio realizzato dalla Regione ha evidenziato le principali azioni intraprese dalla Organizzazioni di produttori regionali attraverso le risorse della Ocm. Dato saliente dell'analisi condotta è la metodologia adottata che tiene conto di una ripartizione della spesa (valore complessivo del triennio 2009-2011: 460 mio euro) per categoria: strutture, sistema, aziende e personale.
Tra gli interventi sul sistema, la spesa per la promozione/comunicazione è stata la più rilevante: 34 milioni di euro su 52,1 complessivi.
La parte prevalente (35%) è andata a favore delle aziende agricole socie delle OP per finanziare, soprattutto, interventi di innovazione colturale e il 30% alle strutture (vedi grafico sottostante).
Per quanto riguarda le misure di prevenzione e gestione delle crisi, la spesa complessiva nel triennio 2009-2011 è stata di 45,9 milioni di euro. di cui il 74,4% impiegato nella promozione e comunicazione e il 22,8% per il ritiro dal mercato (vedi grafico sottostante).
FP - Una considerazione finale: un punto di forza e uno di debolezza dell'attuale Ocm di settore.
FF - L'impianto complessivo previsto dalla Ocm ortofrutticola, in riferimento alla sua applicazione in Emilia-Romagna, ha evidenziato, sicuramente, aspetti positivi. Innanzitutto ha agevolato il percorso di aggregazione delle imprese, ha favorito la loro crescita e ha contribuito a determinare un miglioramento delle capacità commerciali. Il percorso di rinnovamento varietale, la diffusione su larga scala di tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, la predisposizione di specifiche iniziative di promozione dei prodotti - iniziative messe in opera attraverso i programmi operativi delle OP - hanno consentito di adeguare e sostenere l'offerta ortofrutticola rispetto a quanto il mercato richiede.
Tuttavia, se ultimamente i risultati economici delle imprese non sono particolarmente positivi, è necessario rivedere e implementare l'attuale impostazione del regolamento della Ocm, in particolare per quanto riguarda gli strumenti di prevenzione e gestione dei rischi di mercato. Appare indispensabile introdurre un nuovo intervento quale i "fondi mutualistici". Un dispositivo specifico attraverso cui assicurare il credito all'export in casi di mancato pagamento - condizione ricorrente specialmente nelle transazioni commerciali con particolari mercati -, coprire le perdite finanziarie conseguenti ai maggiori costi che possono determinarsi a seguito della mancata disponibilità di prodotto e, infine, tutelare le diminuzioni di reddito delle aziende agricole socie delle OP in casi di caduta di prezzo di mercato.
In conclusione, auspichiamo che nel processo in corso di revisione della Ocm unica all'interno della nuova PAC venga riproposto il sistema di sostegno per l'ortofrutta implementato da necessari passaggi migliorativi e, per questo, come Regione Emilia-Romagna sosteniamo l'iniziativa che in tal senso ha avviato Areflh attraverso confronti con i Servizi della Commissione.
Per maggiori info: www.ermesagricoltura.it