Nocciola tonda calabrese: la Regione chiede riconoscimento dell’IGP
"La nocciola della Valle dell'Ancinale - ha affermato Trematerra - presto si avvarrà, se saremo tutti capaci di fare fino in fondo la nostra parte, del marchio IGP che finalmente farà uscire il prodotto dall’ombra e consentirà, insieme alla valorizzazione di un segmento produttivo, la valorizzazione di radici sociali, cultura e tradizioni".
Il marchio di origine è riconosciuto dall'Unione europea a quei prodotti agricoli ed alimentari per cui i punti di forza dipendono dall'origine geografica e la cui produzione avviene in un'area geografica specifica.
Il comprensorio delle Serre catanzaresi racchiude una coltivazione secolare della coltivazione della nocciola, molto apprezzata per l'uniformità della grandezza e la sapidità del frutto. Attualmente sono coltivati intensivamente circa 200 ettari, con possibilità di allargamento dell'area, visti i non trascurabili risvolti economici.
La storicità della coltivazione e l'unicità del prodotto, connessi ad una tradizione di aggregazione dei coltivatori, rappresentata da significative cooperative poi confluite nel Consorzio della nocciola di Calabria, consentono, nel rispetto dei tempi istituzionali necessari, di mirare ad ottenere rapidamente l'importante marchio, necessario per costruire un distretto produttivo orientato alla filiera completa.
L'istanza, già completa in tutte le sue parti scientifiche, sociali e storico-culturali, verrà presentata al Ministero dell'Agricoltura per avviare l'iter di riconoscimento dell'IGP "Nocciola Tonda Calabrese Valle dell'Ancinale".