Finora, a livello comunitario, l’agricoltura è rimasta ai margini delle grandi strategie dell’Unione europea riguardanti i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili e la gestione della risorsa acqua. Nel Veneto le cose vanno un po’ meglio, grazie soprattutto a una programmazione di lungo termine. Risultati concreti che potranno migliorare ulteriormente se si sapranno sfruttare le opportunità della prossima politica europea agricola e rurale del periodo 2014-2020.

L'incontro, organizzato nel quadro dell’iniziativa della Regione Veneto “Progetta”, si è posto l’obiettivo di analizzare – come ha ricordato in apertura dei lavori l’assessore regionale Franco Manzato – le strategie future dell’Unione europea e le opportunità che ne deriveranno per gli agricoltori e le aree rurali del Veneto.
Secondo l’europarlamentare Giancarlo Scottà risulta fondamentale fare da sentinelle nelle sedi istituzionali a Bruxelles, in modo da seguire da vicino i lavori di programmazione e incidere sulle scelte strategiche adottate dalla Commissione e Parlamento europeo. Proprio in queste settimane a Bruxelles si sta lavorando su migliaia di emendamenti che porteranno al varo della nuova PAC, la politica agricola europea post 2013. Sono in ballo questioni importanti che interessano vari comparti tra cui l’ambiente, il clima, le energie rinnovabili, le risorse idriche, la gestione dei terreni, i giovani agricoltori.
All’incontro di Legnaro si è cercato così di fare luce sulla prossima riforma della PAC e sulle opportunità che si apriranno per le imprese agricole. Chiara Dellapasqua (Direzione generale Agricoltura della Commissione europea) ha ricordato che l’obiettivo più importante che le Regioni dovranno perseguire nel periodo 2014-2020 sarà quello di integrare le risorse agricole con tutti gli altri fondi che l’Unione europea metterà a disposizione, proprio per creare una sinergia vincente per lo sviluppo delle aree rurali e il potenziamento del settore primario. Da qui, la volontà da parte della Commissione di voler semplificare al massimo la nuova PAC, che avrà un’architettura più snella e orientata ai risultati.
Non mancheranno le novità assolute come l’introduzione di nuovi strumenti per la stabilizzazione dei redditi, programmi di scambi per gli agricoltori europei (una sorta di Erasmus agricolo), pacchetti di misure volti a valorizzare sempre più le aree rurali (turismo rurale e sociale), partenariati europei per sviluppare la ricerca, ecc. Anche la strategia Leader e dunque i Gruppi di azione locale impegnati nelle aree rurali troveranno nella programmazione 2014-2020 nuovi e importanti sbocchi.
Insomma, c'è grande fermento attorno alla futura politica agricola e rurale europea, che però dovrà confrontarsi sempre più con le grandi incognite dovute alla volatilità dei mercati e impegnarsi con sforzi maggiori nella lotta ai cambiamenti climatici.
A seguire, Federico Correale di Veneto Agricoltura ha illustrato alcuni recenti progetti innovativi condotti dall’azienda regionale in tema di agricoltura blu, bioenergie e cambiamenti climatici, mentre Andrea Povellato dell'Inea si è agganciato a queste problematiche per illustrare le misure e le opportunità future per gli agricoltori. Si é discusso anche di lotta ai cambiamenti climatici mediante specifiche pratiche agricole applicate in diverse aree dell’UE (Luis Montagnoli, Comunità Montana dei Comuni del Trasimeno-medio Tevere) e di bioenergie e filiere agro energetiche (Remigio Berruto, Università di Torino).
Fatto il quadro della situazione, le indicazioni più concrete per instradare l’agricoltura sulla giusta via dovranno arrivare ora dagli imprenditori agricoli, che stanno vivendo in prima persona le difficoltà della crisi in atto. Le proposte non mancano, occorrerà però sostenerle e tradurle in fatti concreti come per esempio i prestiti di garanzia per i giovani agricoltori (e le donne), gli investimenti nelle zone svantaggiate, la valorizzazione dei prodotti della montagna, ecc.