Il PIL italiano diminuisce del 2,6%, ma quello agricolo cresce dello 0,9%
"Questi dati confermano la tendenza anticiclica del settore agricolo, unico a migliorare nel panorama nazionale (anche se registra una diminuzione congiunturale del valore aggiunto dell’1,9% rispetto al primo trimestre)", rileva Confagricoltura. "L'agricoltura non cresce abbastanza, ed il fatto che il secondo trimestre sia andato peggio del primo deve far riflettere".
"Servono – conclude Confagricoltura - adeguate misure per la crescita, finalizzate a migliorare la competitività di un settore che è troppo soggetto al mercato globale ed alle tensioni dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che si riflettono sui costi di produzione".
"Ora l'agricoltura paga pesantemente gli alti costi produttivi e contributivi, l'opprimente burocrazia e i prezzi all'origine che continuano a calare e non sono per nulla remunerativi. Una serie di fattori negativi che, di fatto, ha bloccato una ripresa che aveva cominciato a intravedersi dalla seconda metà del 2011. Così il valore aggiunto agricolo, nel secondo trimestre dell'anno, è diminuito dell'1,9 per cento in termini congiunturali, mentre registra ancora un aumento in termini tendenziali, anche se con dimensioni più ridotte rispetto ai precedenti tre mesi quando segnò un incremento del 4,9 per cento, risultando, rispetto ad industria e servizi, l'unico settore produttivo a crescere". E' quanto afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi.
"Il settore primario - aggiunge Politi - dimostra di essere vitale. Nonostante la grave crisi, continua a tenere, basta vedere i risultati ottenuti sul fronte dell'occupazione (cresciuta in agricoltura del 6 per cento, in termini tendenziali, nel secondo trimestre). I problemi, tuttavia, cominciano a far sentire i loro negativi effetti. E per gli imprenditori agricoli e' una continua corsa in salita. Se non s'interviene con efficaci misure, per le aziende ci sono pericolosi rischi".
"L'agricoltura è l'unico settore in controtendenza nel 2012", afferma la Coldiretti nel commentare i conti economici trimestrali dell'Istat e nel sottolineare che non ha significato considerare il dato congiunturale poiché l'agricoltura, come è noto, segue un andamento stagionale.
"Nonostante le difficoltà l'agricoltura - sottolinea la Coldiretti - si conferma come settore anticiclico come dimostra anche l'aumento delle assunzione che crescono del 10,6 per cento nel secondo trimestre in netta controtendenza con l'andamento generale. Peraltro le aperture di nuove aziende agricole hanno superato leggermente le chiusure con la presenza nel secondo trimestre di ben 824.516 aziende agricole registrate negli elenchi delle camere di commercio. Una ripresa che avviene dopo due anni di continue riduzioni".
"L'Italia - conclude la Coldiretti - può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l'identità, il turismo, la cultura e il cibo che sono una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo".