Osservatorio prezzi di Forlì-Cesena: pesche e nettarine pagate poco ai produttori
Gli ultimi dati raccolti dall'Oppa-Osservatorio dei prezzi della frutta della provincia di Forlì-Cesena indicano, a metà agosto, che pesche e nettarine, bianche o gialle che siano, vengono liquidate in media ai produttori 0,32 euro/kg. Una cifra molto bassa, se la produzione è di qualità. Le pesche gialle, ad esempio, sono messe in vendita sugli scaffali dei negozi a 1,74 euro se sfuse, a 1,31 euro/kg se in cestini. Ma al produttore vanno sempre i soliti 0,32 centesimi di media.
Molto più clamoroso il caso delle pesche bianche che sono quotate di più e il consumatore in genere le cerca per il profumo più intenso e il sapore più dolce. Nei banchi del supermercato sono proposte in vendita a 2,08 euro/kg, ma al produttore, più di 0,32 euro non vanno. Stesso concetto per le nettarine gialle: 1,78 il prezzo di vendita del prodotto sfuso; 1,34 nei cestini; 0,32 euro all’agricoltore.
Questi numeri (presi per validi) portano a una riflessione, condivisa da molti operatori del settore: il mercato si assesta a un valore, che quest’anno è attorno a 0,32 euro/kg, e poi si appiattisce su quella cifra.
Attualmente, il mercato paga bene i grossi calibri ed è su questo che si deve puntare. Meglio produrre 200 quintali l’ettaro (con frutta di grosso calibro) a un euro di media al chilogrammo piuttosto che 450 quintali a 0,32 euro di media. E poi gli agricoltori devono scegliere consapevolmente a quali canali commerciali conferire il proprio prodotto: non è detto che se 30 anni fa una tipologia di struttura era adeguata, lo debba essere anche nel 2012.
"Lungo la filiera produttiva dell’ortofrutta - sostiene l’assessore Gianluca Bagnara nella presentazione del sito - esistono numerosi colli di bottiglia che impediscono un trasparente rapporto fra il produttore e il consumatore finale non solo per il prezzo, ma anche per la gestione della qualità e dell’offerta sugli scaffali. Il paradosso è che anche nel distretto più vocato alla produzione di ortofrutta, quale è appunto il territorio romagnolo, il consumatore abbia difficoltà a orientarsi nel mercato e a trovare il prodotto locale".