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Quali opportunita' per l'Italia?

Quella sporca dozzina nel reparto ortofrutta dei supermercati americani

Anche quest'anno, l'organizzazione americana Environmental Working Group, in collaborazione con la Food and Drug Administration ed il dipartimento dell'agricoltura statunitense,ha pubblicato una guida tascabile per il consumatore locale, che ha la funzione di consigliare quando optare per prodotti biologici nel caso di frutta e verdura.

La guida è divisa in due parti: The Dirty Dozen (la sporca dozzina), ovvero frutta e verdura con un livello generalmente elevato di residui di agrofarmaci - da comprare quindi solo in versione bio - e The Clean 15 (i 15 puliti), quelli con un basso livello di residui, che possono essere acquistati senza preoccupazione.



Nella "sporca dozzina" rientrano: mele, sedano, peperoni, pesche, fragole, nettarine d'importazione, uva da tavola, spinaci, lattuga, cetrioli, mirtilli domestici e patate. Risultano invece a basso contenuto di residui chimici: cipolle, mais dolce, ananas, avocado, cavolo cappuccio, piselli, asparagi, mango, melanzane, kiwi, melone cantalupo domestico, patate dolci, pompelmi, anguria e funghi.

L'iniziativa fa riflettere sul grado di affidabilità degli ortofrutticoli in commercio negli Stati Uniti d'America e sulla necessità per il nostro sistema produttivo e commerciale italiano, basato sulla produzione integrata di molti dei prodotti che oggi rientrano nella "sporca dozzina", di lavorare più alacremente alla comunicazione e alla negoziazione finalizzata all'apertura di quel mercato per la nostra frutta e la nostra verdura di qualità controllata.

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