
Inoltre, gli scienziati che hanno condotto lo studio, hanno scoperto anche che il pomodoro è strettamente imparentato, a livello genetico, anche a fragole, mele, meloni e altri tipi di frutta a polpa.
La recente decodificazione del genoma del pomodoro è un passo importante verso il miglioramento di resa, nutrizione, resistenza alle fitopatie, gusto e colore di pomodori e altre colture.
"La distanza genetica tra pomodori e patate è pari a solo l'8%. Vi sono solo circa 500 geni specifici nel pomodoro," ha spiegato il dottor Akhilesh Kumar Tyagi, direttore dell'Istituto Nazionale per la Ricerca Genetica sulle Piante e membro del consorzio internazionale del pomodoro
Anche se la patata è un tubero e il pomodoro un frutto, appartengono alla stessa famiglia delle Solanacee. "Le somiglianze tra i due riguardano i geni che controllano alcuni tratti importanti relativi al metabolismo e alla resistenza alle fitopatie", puntualizza il dottor Tyagi.
Il confronto tra i genomi di varietà coltivate e varietà selvatiche ha mostrato che la differenza riguarda meno dell'1% del patrimonio genetico, nonostante i cambiamenti occorsi tra la domesticazione del pomodoro selvatico e la riproduzione intensiva che ne è seguita. Infatti, il pomodoro selvatico presenta frutti molto piccoli, dalle dimensioni paragonabili a quelle di un pisello.
I ricercatori del consorzio hanno riferito che i pomodori contengono quasi 35.000 geni, organizzati in 12 cromosomi. "Per ogni caratteristica del pomodoro, che sia relativa al gusto, alla resistenza naturale alle fitopatie o ai contenuti nutrizionali, siamo riusciti a "catturare" virtualmente tutti questi geni," ha dichiarato James Giovannoni dell'Istituto Boyce Thompson per la Ricerca sulle Piante, che ha guidato il consorzio, composto da 14 nazioni, che ha dato inizio al progetto sul genoma del pomodoro nel 2003.