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Terremoto Emilia-Romagna: crolli e danni per milioni in aziende agricole

La terra trema nel Nord Est: alle 4:04 del 20 maggio 2012 una scossa di terremoto di magnitudo 6 ha sconvolto l'Emilia-Romagna. La scossa più forte di magnitudo 6 alle 4:04 e con ipocentro a 5,1 km di profondità. Nella stessa zona, alle 5:35 è stata registrata una replica di magnitudo 3.3 e, alle 5:44, una terza scossa di magnitudo 2.9. Nell'arco della giornata sono state avvertite ulteriori scosse d'assestamento. In particolare alle 15:18 un nuovo sisma di magnitudo 5.1.

L'epicentro 36 chilometri a nord di Bologna - dove la gente è scesa in strada per la paura, ma non si registrano danni particolari - tra le province di Modena e Ferrara. Finale Emilia, nel Modenese, e Sant'Agostino nel Ferrarese, i centri più colpiti.



Nelle campagne dell'area interessata dall'epicentro del sisma si sono verificati decine di crolli negli edifici rurali con case, stalle, fienili, macchinari e serre lesionati e danni previsti per milioni di euro. E' quanto emerge dal primo monitoraggio della Coldiretti che ha avviato una azione di verifica e di assistenza nelle aree rurali dove si moltiplicano le segnalazioni nonostante le difficoltà di comunicazione.

Nel Ferrarese a Sant'Agostino, sottolinea la Coldiretti, è crollato l'impianto fotovoltaico installato sul tetto di un capannone adibito a ricovero dei macchinari e attrezzi agricoli nell'azienda di Mirco Tartari, componente di giunta della Coldiretti di Ferrara. Peraltro Sant'Agostino è posto sul vecchio alveo del fiume Reno su terreno sabbioso e per effetto del sisma sembra essersi addirittura alzata la falda acquifera che sta spingendo l'acqua fuori dai pozzetti.


Finale Emilia. (Foto di Luca Carrozzino - ansa.it)

A Medolla nel modenese sono scoppiati i vetri delle serre di Garden Vivai Morselli e rovinate le piante ma danni, continua la Coldiretti, si sono verificati anche a Finale Emilia dove nell'azienda agricola del Presidente di zona della Coldiretti Tazio Gallini si è aperto il tetto dell'abitazione mentre nel fienile si è completamente spostata la colonna di sostegno.


San Felice sul Panaro. (Foto di Matteo Mazzoli - ansa.it)

Molta la paura tra gli agricoltori della zona colpita e - continua la Coldiretti - spaventati negli allevamenti sono anche gli animali che hanno ridotto la produzione di latte. La Coldiretti ha avviato una azione di verifica capillare sul territorio ma molte aziende isolate non si riescono a raggiungere telefonicamente e pertanto il bilancio dei danni potrebbe essere molto più grave.

Maurizio Gardini, Presidente di Fedagri-Confcooperative e della Confcooperative Emilia-Romagna, ha commentato così la situazione: "E' ancora prematuro riuscire a fornire dati certi. Sono in corso in queste ore altre valutazioni tecniche sugli impianti. E' difficile fare al momento stime più attendibili, anche perché Vigili del Fuoco e Protezione Civile tengono lontane le persone dagli immobili per precauzione, in considerazione del perdurare dello sciame sismico e delle scosse di assestamento che continuano a far tremare la terra".

La zona colpita dal sisma è un’area fortemente innervata da una rete economica costituita da tante piccole e medie imprese con forte vocazione agricola. Decine le cooperative agricole attive nella zona, operanti nel comparto vitivinicolo, lattiero-caseario, zootecnico ed ortofrutticolo.

Invitiamo i lettori di FreshPlaza a tenerci aggiornati sulla situazione nelle zone terremotate contattando la Redazione all'indirizzo [email protected].

Fonte: ansa.it / bologna.repubblica.it / ilmessaggero.it / Ufficio Stampa Fedagri
Data di pubblicazione:

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