Le piantagioni di melograno sono in continuo aumento in California, principale produttore degli USA; dagli anni ’80 ad oggi si è passati da 1000 ad 8000 ha di superficie coltivata. Tale aumento di produzione è dovuto alla crescente richiesta di alimenti di elevato valore nutrizionale e nutraceutico da parte del consumatore. Gli arilli (parte edule del melograno) contengono succo e semi e sono una fonte ricca di zuccheri, pectine, acido ascorbico, aminoacidi, minerali, fibra, fitoestrogeni, polifenoli e flavonoidi. L’importante attività antiossidante del melograno è nota da tempo e studi clinici hanno dimostrato che il suo consumo contribuisce a prevenire alcune malattie del sistema cardio-vascolare ed alcune forme di cancro."Wonderful" è la cultivar più diffusa in California poiché offre un buon rapporto resa e qualità dei frutti. Gli arilli sono teneri, di un intenso colore rosso e con un buon sapore, la buccia è di medio spessore, che rende il frutto adatto sia per il consumo fresco sia per la trasformazione. Il melograno è un frutto non climaterico per cui deve essere raccolto a piena maturazione per avere le migliori caratteristiche organolettiche. In California, "Wonderful" viene raccolta dall’inizio di settembre fino a metà novembre, tuttavia c’è un interesse commerciale ad estendere la conservazione post-raccolta oltre il periodo natalizio, quando la richiesta ed i prezzi sono maggiori.
Danni da freddo, perdita di peso e la muffa grigia (Botrytis cinerea), responsabile del decadimento qualitativo del frutto, sono i principali problemi che limitano la conservabilità del melograno. Alcuni ricercatori hanno osservato che se il melograno viene conservato in cella a temperatura ≤5°C si verificano sia fenomeni di imbrunimento e comparsa di macchie bronzee della buccia sia fenomeni di butteratura della parte superficiale. La perdita di peso durante la conservazione refrigerata è principalmente dovuta alla perdita di acqua attraverso la naturale porosità della buccia, i sintomi di raggrinzimento ed indurimento della buccia sono visibili quando la perdita di peso è superiore al 5% del peso iniziale.
Alcuni lavori di ricerca hanno suggerito che conservare il melograno a 7,5°C in atmosfera controllata (5kPa O2 + 15 kPa CO2) rappresenta una combinazione ottimale per ritardare la senescenza del frutto ed inibire lo sviluppo microbico e permette di conservare il frutto fino a 20 settimane. Generalmente i patogeni attaccano i fiori ed i giovani frutti già in campo, rimangono latenti nei frutti e si manifestano durante la conservazione. Lo sviluppo della muffa grigia è infatti favorita quando il melograno viene conservato a 5-10°C con UR >90%, le perdite dovute a questa infezione superano il 30% dei frutti raccolti quando non si utilizzano fungicidi. Per questa ragione, in California si utilizza il fludioxonil, un fungicida classificato a basso rischio che da un lato è molto efficace nel controllare la malattia, dall’altro favorisce lo sviluppo di ceppi microbici più resistenti: pertanto si stanno cercando trattamenti alternativi ai fungicidi di sintesi saggiando additivi alimentari.
L'esperimento
Il lavoro svolto da Palou et al. (2007) sul melograno "Wonderful" aveva in primis l’obiettivo di valutare l’efficacia di additivi alimentari impiegati da soli oppure miscelati nel controllare B. cinerea su frutti artificialmente inoculati. Successivamente i ricercatori hanno valutato l’effetto di un trattamento combinato nel controllare il decadimento qualitativo di frutti naturalmente inoculati. Per la prima parte dello studio sono stati saggiati 8 trattamenti fungicidi:
- controllo,
- immersione dei frutti per 3 min in una soluzione di sorbato di potassio al 3% (w/v) a 21°C,
- immersione dei frutti per 3 min in una soluzione di bicarbonato di sodio al 3% (w/v) a 21°C,
- immersione dei frutti in una soluzione di carbonato di sodio al 3% (w/v) a 40,5°C,
- immersione dei frutti per 3 min in una miscela di sorbato di potassio al 1,5% (w/v) e bicarbonato di sodio al 1,5% (w/v) a 21°C,
- immersione dei frutti per 3 min in una miscela di sorbato di potassio al 1,5% (w/v) e carbonato di sodio al 1,5% (w/v) a 21°C,
- immersione dei frutti per 30 sec in una soluzione di fludioxonil (0,6 g/L) a 21°C,
- immersione dei frutti per 30 sec in una soluzione di fludioxonil (0,6 g/L) a 49°C.
Il trattamento combinato saggiato nella seconda parte del lavoro consisteva in una sequenza di tre trattamenti individuali:
- sorbato di potassio al 3% in acqua a pressione per 15 secondi a 21°C,
- immersione per 3 min in una soluzione con bicarbonato di sodio al 3% e 200 mg/L di ipoclorito di sodio a 26,7°C,
- immersione per 30 secondi in soluzione con 0,6 mg/L di fludioxonil a 29,4°C.
Gli esperimenti relativi ai frutti inoculati artificialmente hanno indicato che lo sviluppo di B. cinerea è stato significativamente influenzato sia dai trattamenti fungicidi sia dalle condizioni di conservazione, e dall’interazione dei due fattori. Indipendentemente dalle condizioni di conservazione i trattamenti con sorbato
di potassio e con fludioxonil sono risultati i più efficaci nel controllare la malattia. Riscaldare la soluzione di fludioxonil a 49 °C ha migliorato l’efficacia del fungicida; il sorbato di potassio è risultato poco persistente, infatti ha avuto un’efficacia simile al fludioxonil nelle prime 8 settimane di conservazione, dopo la sua efficacia è diminuita soprattutto per i campioni conservati in assenza di AC.
In generale la percentuale di danni da B. cinerea è risultata inferiore per i frutti conservati in AC; dopo 4, 8 e 15 settimane di conservazione la percentuale di spore sui frutti trattati con sorbato di potassio conservati in assenza di AC era rispettivamente di 5, 50 e 90%, mentre sui frutti conservati in AC era di 0, 5 e 50%. Dopo 4, 8 e 15 settimane di conservazione la percentuale di spore sui frutti trattati con fludioxonil riscaldato a 49°C era rispettivamente di 5, 10 e 20% indipendentemente dalla presenza di AC.
Gli esperimenti relativi ai frutti inoculati naturalmente hanno indicato che il trattamento combinato ha significativamente ridotto l’incidenza del danno da B. cinerea in entrambe le condizioni di conservazione, anche se l’efficacia del trattamento è stato superiore nei frutti conservati in AC. Tuttavia tale trattamento combinato non è persistente poiché è risultato efficace per le prime 6 settimane di conservazione, mentre dopo 14 settimane di conservazione la qualità del frutto è risultata gravemente compromessa essendo troppo elevata l’incidenza dell’infezione.
In tutti gli esperimenti la qualità interna del frutto non è stata intaccata. L’azione fungistatica dell’AC ha reso il suo impiego fondamentale per migliorare la
conservabilità del frutto.
Conclusioni
Il lavoro di ricerca ha dimostrato che l’applicazione di sorbato di potassio e l’impiego di AC possono rappresentare una valida alternativa all’uso di fungicidi di sintesi per gestire il decadimento qualitativo post-raccolta del melograno. Inoltre, tale combinazione potrebbe essere un interessante alternativa sia per chi produce secondo i dettami dell’agricoltura biologica sia per chi esporta i frutti verso Paesi con tolleranza zero ai fitofarmaci. Infine, l’impiego di additivi alimentari dovrebbe ridurre il rischio di sviluppo di nuovi ceppi resistenti di B. cinerea.
Ricerca originale. Palou L., Crisosto C.H., Garner D., "Combination of postharvest antifungal chemical treatments and controlled atmosphere storage to control gray mold and improve storability of ‘Wonderful’ pomegranates", Postharvest Biology and Technology, 2007, Issue No. 43, pagg. 133-142. Per maggiori dettagli: ucce.ucdavis.edu/files/datastore/234-1176.pdf