Terry Fowler e Helen Brookes.
Quando Brookes e Fowler si trasferirono nella loro casa di Oamaru, quasi vent'anni fa, non avevano alcuna esperienza in frutticoltura, anche se la Brookes aveva studiato biologia darwiniana all'Università di Otago e aveva perciò solide basi scientifiche.
"Quando abbiamo comprato la proprietà, Sweet Perfection era solo una pianta selvatica in un prato, ma il suo frutto era davvero attraente. Ben colorato, con la buccia rossa che sfuma in un rosa crema e senza peluria. E' una pesca con nocciolo separato dalla polpa, la quale ha colore giallo e aroma perfetto; per questo l'abbiamo battezzata Sweet Perfection".
Nel mondo si trovano molte pesche belle e saporite, ma quello che ha attirato l'attenzione della Brookes su questa varietà è stata la sua incredibile resistenza a una malattia comune delle drupacee. "Durante l'inverno, vengono spruzzati sulle drupacee trattamenti a base di rame per prevenire la bolla, perché se la pianta ne soffre per almeno tre estati, l'esito più probabile è che muoia", spiega.
"Si è scoperto che, anche se questo albero non era mai stato trattato con il rame e c'erano altre piante nel nostro frutteto colpite dal fungo, Sweet Perfection non ha mai contratto la bolla del pesco. A quel punto, essendocene un solo esemplare, ho fatto accordi con un vivaio per propagarne altri. Due anni dopo, il vivaio ci ha fornito 12 piante".
Secondo Helen Brookes, il fatto che i governi di tutto il mondo siano sempre più riluttanti a concedere licenze a sostanze chimiche che vengano applicate sugli alimenti lavorerà a favore di Sweet Perfection.
John Penny è il direttore dei Vivai Thirkettle di Nelson, impegnati nel processo di moltiplicazione e commercializzazione del frutto. "La cosa che ha colpito me e altre persone è che si tratta di un frutto molto bello, anzi quasi troppo bello per essere vero".
Se verranno concessi i diritti vegetali, la pianta avrà un certo appeal per il crescente mercato del biologico, sia in Nuova Zelanda che all'estero. "Penso sia un progetto che avrà successo soprattutto per le persone che stanno cercando di inserirsi nel mercato biologico. Frutti che crescono in modo biologico: questo è il futuro".
"All'interno del settore delle drupacee, la resistenza sta diventando un mezzo importante per ridurre i costi di produzione e inoltre soddisfare un mercato che chiede meno residui chimici sugli alimenti. Tra le drupacee, inoltre, non esistono molte varietà resistenti alle malattie che affliggono questa sottofamiglia".