Il glifosate, noto come "Round-Up", è un erbicida sistemico, che agisce bloccando la via dell’acido scichimico, che nelle piante è importante per la produzione di aminoacidi aromatici; l’enzima bloccato è essenziale per la respirazione delle piante. E' stato osservato che l’esposizione al glifosate riduce lo sviluppo radicale e la produzione di semi, ed influenza la qualità dei semi e l’equilibrio dei nutrienti nella pianta. L’affinità del glifosate con i cationi presenti nel suolo può ridurre la disponibilità di calcio, magnesio, manganese, rame, ferro, nichel e zinco o per reazione chimica diretta oppure influenzando negativamente i microrganismi responsabili di rendere questi elementi disponibili per la pianta. Il glifosate assorbito dalle radici può interferire con la mobilità e la disponibilità di questi elementi all’interno dei tessuti vegetali.
Il glifosate tende ad accumularsi nei tessuti meristematici e negli organi di riserva. Nessuno conosce quanto del glifosate assorbito dalla pianta venga trasferito nel frutto, ma sembra che il glifosate possa influenzare la fisiologia del frutto o bloccando parzialmente il processo biochimico dell’acido scichimico oppure influenzando l’equilibrio dei nutritivi all’interno del frutto.
L’imbrunimento interno della mela è un disordine fisiologico che può manifestarsi durante la conservazione in atmosfera controllata (AC) e rende le mele inaccettabili per la lavorazione di IV gamma. L’incidenza e l’intensità del fenomeno varia da frutteto a frutteto, inoltre non sono ancora state determinate le cause di tale problema.
Nel 2009, Rosenberg et al. hanno iniziato la sperimentazione per determinare se l’esposizione al glifosate di alberi di melo può influenzare l’incidenza e la severità dell’imbrunimento interno dei frutti che si manifesta nelle mele conservate per lunghi periodi in AC.
La sperimentazione è stata condotta su tre aziende frutticole che coltivano il melo "Empire", cultivar nota per produrre frutti che manifestano l’imbrunimento interno durante la conservazione in AC.
I trattamenti a confronto sono stati:
- tesi di controllo con alberi non trattati,
- applicazione di glifosate sui germogli dei rami fruttiferi più vicino al suolo,
- applicazione di glifosate su frutti e foglie dei rami fruttiferi più vicini al suolo.
Dopo la raccolta, le mele sono state conservate per 8 mesi a 2,2 °C in AC (2% di ossigeno; 2% di anidride carbonica), successivamente sono state conservate a 20°C per 7 giorni prima di valutarne l’imbrunimento interno. L’imbrunimento del frutto è stato valutato sezionando la mela orizzontalmente, sono state fatte tre sezioni (distale, centrale, prossimale): incrociando le tre sezioni è stato possibile valutare l’intensità dell’imbrunimento della polpa secondo una classifica da 1 a 3 (1 = leggera, 2 = moderata, 3 = grave).
Dai risultati è emerso che i trattamenti con glifosate hanno aumentato l’incidenza e l’intensità dell’imbrunimento interno dei frutti, tuttavia si tratta di risultati preliminari conseguiti dopo solo un anno di sperimentazione, con una sola applicazione di glifosate e saggiando solo una cultivar.
I ricercatori infatti hanno specificato che per confermare l’effetto negativo del glifosate sui frutti sarebbe necessario proseguire la ricerca valutando l’epoca di applicazione del glifosate (primavera vs. estate), la via di contatto con il principio attivo (per effetto deriva, per assorbimento da radice, per assorbimento da corteccia), la formulazione chimica del glifosate, tutti fattori che possono influenzare l’interazione fra glifosate ed imbrunimento interno della mela.
Studio originale: Rosenberger D., Watkins C., Sazo M.M., Kahlke C., Nock J. "Glyphosate exposure contributes to internal browning of apples during long-term storage", 2010, New York fruit quarterly, Issue No. 18 (3), pagg. 15-18. Per maggiori dettagli: www.nyshs.org/pdf/fq/10fall/glyphosate-exposure-contributes-to-internal-browning-of-apples-during-long-term-storage.pdf