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La produzione integrata, una preziosa risorsa: come comunicarla al consumatore?

Il 15 dicembre 2011 a Bari, durante il 23° Forum di medicina vegetale, Marco Rosso, direttore di Agrofarma, è intervenuto con un’interessante riflessione sulle strategie di comunicazione impiegate per divulgare la produzione biologica e la produzione integrata.

"Se si concentra tutta l'attenzione sugli agrofarmaci - ha detto Rosso - si corre il reale rischio che la produzione integrata parta svantaggiata, agli occhi del consumatore, rispetto a quella biologica, pur se messaggi come 'no pesticidi e fertilizzanti sintetici', non sono completamente veri".

Quale strategia adottare per comunicare informazioni al consumatore? 
Secondo Rosso bisogna uscire dalla contrapposizione Bio contro Convenzionale e comunicare invece la sicurezza: "Un prodotto alimentare è sicuro quando ci sono regole, controlli e sanzioni. Indipendentemente dal metodo con il quale è stato coltivato".

Quale potrebbe essere quindi il messaggio da comunicare al consumatore? Quello che la produzione integrata è una risorsa su cui l’agricoltura italiana e il consumatore finale possono puntare assieme. "L’Italia è all’avanguardia nella produzione integrata. Un esempio europeo di eccellenza da valorizzare e non disperdere", ha sottolineato Rosso.

Inoltre, il consumatore italiano sa poco circa il metodo di produzione integrata. Per la comunicazione, questo può rappresentare un vantaggio, in quanto la mancanza di conoscenza corrisponde anche all’assenza di pregiudizi da contrastare, ed è più facile promuovere nuova conoscenza, piuttosto che rimuovere pregiudizi. Per questo motivo, avvisa Rosso, occorre anche evitare che nasca un nuovo pregiudizio, quello basato sulla dicotomia Difesa integrata/Produzione integrata.



Solo il 32% degli intervistati conosce i metodi della produzione integrata.

Come attestato anche dalla ricerca sul "Rapporto tra consumatori e produzione integrata", promossa da Mipaf e Ismea nel settembre 2010, la "produzione integrata è rimasta sostanzialmente sconosciuta ai consumatori finali, anche a gran parte di coloro che comunque prestano attenzione ai vari indicatori di qualità, o presentano un buon livello di scolarizzazione e di consapevolezza negli acquisti".

La difesa integrata si basa sul corretto utilizzo degli agrofarmaci attraverso l'adozione di modelli previsionali (intervenire "solo quando serve e con la dose che serve"), sull’esclusione di alcuni agrofarmaci con particolare classificazione e/o frase di rischio e sull’utilizzo dei residui con limite massimo "tagliato" e/o massimo numero di sostanze e/o utilizzo Arfd. Esistono quindi più difese integrate (con requisiti diversi) a seconda di chi le implementa.

Da qui, il vantaggio di utilizzare la direttiva sull'uso sostenibile degli agrofarmaci per ottenere un'unica definizione di difesa integrata a livello europeo. 

La produzione integrata riguarda invece una concezione più ampia della sola difesa integrata. Non si occupa solo di agrofarmaci, ma include il sistema complesso dell’azienda agricola in una strategia di lungo periodo. Va dalla produzione delle sementi all’immagazzinaggio dei prodotti finiti, all’utilizzo dell’energia, del suolo, ecc.


La netta distinzione tra Difesa e Produzione integrata, consentirebbe di togliersi dalla dinamica, a volte perversa, dei "limiti" imposti sugli agrofarmaci per valorizzare nei confronti del consumatore il concetto di sicurezza alimentare (quantità e qualità) e ambientale in senso più ampio. In quest’ottica, maggiore attenzione va posta agli imballaggi, alla sicurezza degli operatori, all'utilizzo dell'acqua, al consumo energetico.

La Difesa integrata diventa quindi una componente importante della Produzione integrata ma non il solo tema da comunicare. 

Quindi Rosso ha ricordato cosa sta facendo Agrofarma per comunicare con il consumatore finale: la collaborazione con SIMG, l’associazione dei medici di famiglia (presenza di Agrofarma al loro congresso annuale), il premio giornalistico Agrofarma - Fondazione Umberto Veronesi, la partecipazione a diversi convegni e tavole rotonde, la presenza sui più importanti social network (Facebook, Twitter, ecc.)



Nelle sue conclusioni, Rosso ha sottolineato come la direttiva uso sostenibile rappresenti un’opportunità unica di avere una definizione armonizzata a livello europeo di difesa integrata e come sia necessario aprire la comunicazione al concetto di produzione integrata, evitando di concentrare la comunicazione solo sugli agrofarmaci, in competizione con produzione biologica con messaggio più "forte".

Occorre poi insistere nel comunicare la certificazione di processo della Produzione integrata come valore globale per garantire la sicurezza alimentare (quantità e qualità) e ambientale e dimostrare con dati alla mano il valore della produzione integrata (ad esempio Footprint).

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