Italia: le vendite alimentari restano ferme
Come evidenzia il dato sulle vendite alimentari relativo ai primi nove mesi del 2011, che fa registrare un +0,1% e dimostra l'andamento piatto e stagnante dei consumi degli italiani. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando il rapporto sul commercio al dettaglio diffuso dall'Istat.
E' più di un anno che la domanda domestica degli italiani resta ferma - dicono dalla Cia - gli italiani scelgono di risparmiare dove possibile, anche sulla tavola, complice la perdita di potere d'acquisto e la ripresa dell'inflazione.
Secondo una recente indagine della Cia, il 34 per cento delle famiglie del Belpaese (7,4 milioni) dichiara di optare ormai per prodotti 'low-cost' o di qualità inferiore, mentre il 30% (6,6 milioni) ammette di rivolgersi quasi esclusivamente ai discount per sconti e promozioni commerciali.
Una scelta che viene confermata anche dai dati dell'Istat sulle tipologie di esercizio commerciale. A settembre - ricorda la Cia - le vendite di prodotti alimentari vanno bene solo nella GDO (+2,1%) e soprattutto negli hard-discount (+2,9%), mentre crollano completamente gli acquisti nelle botteghe di quartiere e nei negozi di piccole superfici (-1,9%).
L'unica speranza di ridare un po' di fiato ai consumi alimentari arriva dalle vacanze di Natale: secondo le prime previsioni della Cia, non ci saranno crolli a tavola, anzi. Nove italiani su dieci non taglieranno il budget alimentare per il cenone della vigilia e per il pranzo del 25 dicembre e di Santo Stefano, preferendo risparmiare su regali e viaggi piuttosto che rinunciare alle tradizioni enogastronomiche.