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Il pannello solare del futuro? Al posto del silicio una sostanza organica da melanzane e spinaci

Il fotovoltaico di nuova, futura, generazione? Potrebbe venire da un metodo che ricalca quello della fotosintesi clorofilliana. E, soprattutto, potrebbe essere marcato 'made in Italy', neanche a dirlo. Se ne sta occupando una start up italiana che è nata nel 2009, SpinOff dell'Università Tor Vergata, all'interno del Polo Solare Organico della Regione Lazio.

Stiamo parlando di Dyers, questo è il nome dell'azienda nata meno di due anni fa, e l'animatore di questo gruppo è Riccardo Riccitelli, giovane ricercatore in ingegneria a Tor Vergata, il quale è stato ispirato a trovare questa nuova chiave di volta nel fotovoltaico da un incontro con il Professor Michael Graetzel dell'Istituto Epfl di Losanna. Graetzel è un chimico e nelle sue scoperte aveva avuto modo di venire a capo delle virtù dell'antocianina, una molecola che cattura l'energia luminosa del sole.

Curiosa la scoperta di Graetzel il quale arriva a questa sostanza - come accade spesso nelle scoperte scientifiche - per caso, visto che stava studiando le proprietà del succo di mirtillo in relazione ad un colorante da ricavare. Il chimico di Losanna, una volta scoperta l'antocianina, non era interessato agli aspetti energetici e per questo Riccitelli ha deciso di approfondire le applicazioni di questo genere, estendendo la sua esplorazione scientifica alle melanzane e agli spinaci, che sono ricche anch'esse di questa sostanza.

Come si crea energia dall'antocianina? Inserendo questa sostanza tra due vetri e aggiungendo altri composti chimici si genera energia, ora il passo successivo sarà quello di mettere in rete il tutto e di farsi riconoscere anche dal Gse. Per l'industrializzazione del prodotto si pensa ad un arco temporale di due anni.
Data di pubblicazione:

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