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Briaca o cocomerina, la pera che non si dimentica

Conosciuta come "pera briaca", o "cocomera", facilmente, date le sue dimensioni minute, vede abbreviare il suo nome in "cocomerina". È un frutto che si coltiva ancora (seppur in piccole quantità) sull'Appennino Cesenate, dove si è da poco svolta l'annuale sagra, precisamente presso il paese di Verghereto, che ne celebra la prima maturazione, quella che cade alla fine del mese di agosto. Le cocomerine hanno infatti due periodi di raccolta, e dopo quello agostano bisogna aspettare ottobre per gustare le pere della varietà tardiva, quelle che più di tutte assumono il colore rosso della polpa interna, che dà appunto il nome al frutto.



Sono frutti di piccole dimensioni le pere cocomerine, il loro peso varia infatti dai 20 ai 60 grammi, e si fanno ricordare per la loro squisitezza. Ma attenzione, sono frutti particolarmente fragili, e la loro conservazione dopo la raccolta ha una durata davvero molto breve. È anche per questo che nella zona di produzione, che da qualche anno è diventato Presidio Slow Food, è stata avviata con buoni risultati la trasformazione in marmellate o la conservazione in sciroppo, per ovviare al problema.

Proprio dal Presidio sottolineano come un frutto come la cocomerina faccia parte di quei frutti "dimenticati", che con l'ingresso sul terreno della frutticoltura intensiva hanno lasciato il campo alle varietà più resistenti e più facilmente commerciabili. Tanto che si ricorda come del patrimonio dipinto dal pittore mediceo Bartolomeo Bimbi, "che contava 115 tipi diversi di pera, ne sono giunti a noi solo 17".

Proprio ai "frutti dimenticati" sarà dedicata, il prossimo 15 e 16 ottobre a Casola Valsenio, paese in provincia di Ravenna che vanta una grande attenzione verso le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante, la "Festa dei Frutti Dimenticati", piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, salvate e recuperate per la gioia degli appassionati, e di chi avesse curiosità di conoscere i sapori di giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina e tanti altri prodotti. Anche i ristoranti della zona proporranno per tutto l'autunno una "Cucina ai frutti dimenticati", per dimostrare come sia possibile, e moderno, godere ancora oggi dei sapori che erano consuetudinari fino a qualche tempo fa.
Data di pubblicazione: