Domenica mattina (4 settembre 2011), accompagnata da piogge torrenziali, la tempesta tropicale ha toccato le coste della Louisiana, dove il governatore Bobby Jindal ha dichiarato lo stato d’emergenza. Secondo il Centro nazionale uragani di Miami, l’occhio della tempesta è ancora circa 130 chilometri a ovest di Morgan City, in Louisiana; i suoi venti raggiungerebbero punte di 74 chilometri orari.
Nel frattempo, avanza Katia. Ancora in mare aperto, secondo il Centro nazionale uragani, la tempesta è stata nuovamente promossa a "uragano". Secondo i meteorologi, alle 5 del mattino del 4 settembre (le 11, ora italiana) Katia si trovava a quasi 500 chilometri dalle coste americane. A differenza di Irene, questo uragano non dovrebbe colpire gli Stati Uniti.
Conseguenze dell'uragano Irene
In diverse città del Maine i forti venti hanno piegato i giovani alberi di mele, lasciando gran parte della raccolta di quest'anno sul terreno. Prima che l'uragano Irene arrivasse, si prevedeva una resa eccezionale.

Jones Nicolas, responsabile dei frutteti presso la Wallingford's Fruit House di Auburn (Maine), ispeziona i frutti caduti dopo il passaggio di Irene.
Mentre la tempesta si avvicinava, i lavoranti cercavano di raccogliere tutti i frutti maturi presenti sugli alberi - anche se erano pochi. Nella maggior parte dei casi, le mele cadute a terra resteranno lì; non possono essere vendute come mele di qualità e non sono abbastanza mature per essere trasformate in succo.

Jones Nicolas (a sinistra) e Nate Vradenburgh rialzano alcuni alberi di mele abbattuti da Irene. Nicolas e il suo team sono stati impegnati nell'aggiustare le serre danneggiate dall'uragano e nell'ispezionare i frutteti.
Le inondazioni in tutto il New Jersey potrebbero aver colpito duramente una delle colture più redditizie dello stato, i mirtilli. I produttori però non possono sapere quanto male andrà, se non fra qualche tempo. A partire dal 2007, il New Jersey annovera oltre 3.600 ettari destinati alla coltivazione di mirtilli, ed è secondo solo al Michigan.
Circa 1.200-1.600 ettari di pomodori sulla costa orientale della Virginia sono stati parzialmente schiacciati e sommersi. Lo riferisce Steve Sturgis del Ministero dell'agricoltura e servizi per i consumatori.
La perdita potrebbe comportare a breve termine problemi di fornitura. La Virginia è il terzo o quarto maggiore produttore di pomodoro della nazione, a seconda della stagione. Sturgis riferisce inoltre che i coltivatori di pomodori in Florida non avvieranno la raccolta prima di altre tre settimane.
L'autorità fitosanitaria statunitense FDA-Food and Drug Administration indica che qualsiasi parte di una coltura, esposta ad alluvioni, non dovrebbe essere consumata, in quanto esiste la possibilità di essere stata esposta ad acque reflue, prodotti chimici, metalli pesanti, microrganismi patogeni o altre sostanze contaminanti.
Fonte: america24.com / sunjournal.com / chron.com / reuters.com /poststar.com