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Il fico d'India: un efficace lassativo naturale e un'industria potenziale per la Sicilia

Il fico d'India sbucciato, tanto nella sua forma fresca quanto in particolare in quella disidratata, è un ottimo rimedio contro la stitichezza sia per il concentrato delle mucillagini nella polpa disidratata sia per i semini in esso contenuti, che sostituiscono egregiamente le funzioni delle fibre vegetali.

Il frutto costituito da una polpa succosa e carnosa nella quale sono immersi tanti semini è ricoperto da una buccia con sottili e minute spine che possono incutere timore, ma che vengono completamente eliminate mediante i macchinari dei centri di produzione. E' possibile anche eliminare le spine semplicemente sbucciando il frutto con coltello e forchetta, procedendo nel modo seguente: tagliare prima le calotte, poi incidere longitudinalmente e aprire come si osserva nella foto sotto.



La polpa del fico d'India è costituita da acqua, zuccheri, vitamine e sostanze minerali formanti una sostanza mucillaginosa che si concentra quando il frutto viene disidratato. Queste mucillagini producono gli stressi effetti delle sostanze contenute nella polpa delle prugne disidratate, cioè quello di aumentare il volume del cibo ingerito, provocare sazietà, favorire i movimenti peristaltici intestinali, rendere il percorso del cibo nell'intestino più agevole.

I semini di forma discoidale irregolare, delle dimensioni di una lenticchia mignon (2-3 millimetri), costituiscono per circa il 30-40% la parte più importante e restante del frutto. Essi sostituiscono egregiamente gli effetti benefici delle fibre vegetali cioè quello di ripulitura delle pareti intestinali: i semini producono una delicata azione a contatto con la parete del tubo digerente, durante il percorso del cibo nell'intestino, erodendo le sostanze tossiche in esso accumulate e depurandolo.



Il frutto, sia fresco che disidratato, deve essere mangiato semplicemente disgregandolo in bocca senza rompere i semini, che sono abbastanza duri.

E' da smentire la convinzione di alcuni consumatori, i quali non consumano il frutto per timore che possa creare l'effetto opposto, cioè la costipazione intestinale. Tale effetto si verifica in pochissimi soggetti predisposti, che hanno consumato il frutto in notevoli quantità in un solo pasto. A questi soggetti si consiglia l'assunzione massima di un solo frutto per pasto.

In sostanza questo prodotto, una volta testato dal consumatore, potrà fare facilmente concorrenza a qualsiasi altro alimento lassativo e depurativo.

Un'industria potenziale per la Sicilia: il fico d'India disidratato
Dal punto di vista agro-produttivo, il fico d'India disidratato potrebbe in particolare contribuire a smaltire la notevole quantità di frutti della Sicilia, spesso abbondante al punto da non essere nemmeno raccolta, specialmente quella del primo fiore dei mesi di agosto e settembre, che matura rapidamente. La nascita di un settore del fico d'India disidratato potrebbe portare allo sviluppo di nuove attività industriali.

Per la produzione di fico d'india disidratato sarà indispensabile utilizzare, dopo la raccolta, le tecniche già conosciute per l'essiccamento o la disidratazione, seguite dalla conservazione e dal confezionamento di questa frutta secca similare alle prugne, per assicurare al consumatore la bontà, sanità e genuinità del prodotto.

Dal punto di vista commerciale, sarebbe consigliabile immettere sui mercati il fico d'India disidratato nei periodi dell'anno che vanno grosso modo da gennaio fino a luglio, quando non è reperibile il prodotto fresco: in questo modo il consumatore potrà avvalersi dei suoi effetti benefici in tutti i periodi dell'anno.

Per maggiori info, contattate:
F. La Manna
Email: lafra62@libero.it 
Data di pubblicazione: