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A cura di Mario Colapietra, ricercatore

Come viene prodotta l'uva da tavola italiana? Un (lungo) viaggio virtuale tra i vigneti e oltre

Proponiamo oggi un lungo viaggio virtuale tra i vigneti italiani per far conoscere i luoghi di origine, il clima, il terreno, la pianta, le strutture per il sostegno, le operazioni colturali, la raccolta, la commercializzazione e il consumo dell'uva da tavola.

L'uva da tavola nel mondo e in Italia
La produzione di uva da tavola nel mondo è di circa 180 milioni di quintali (ultimi dati disponibili - OIV - Parigi). I Paesi asiatici, con il 50% del totale, sono i maggiori produttori, con Cina in testa alla classifica. Altri produttori di uva per il consumo fresco sono: Turchia, Italia, Cile, Stati Uniti, Sudafrica, Spagna, Grecia e altri.

Tra le nuove realtà emergenti si segnala l'Egitto, favorito dalle condizioni climatiche ottimali per l'ottenimento di produzioni di varietà precoci di uve apirene (senza semi). I maggiori quantitativi di uva fresca destinati ai mercati internazionali provengono dal Cile e dall'Italia. Insieme contribuiscono al 45% delle esportazioni mondiali.

La produzione media nazionale italiana è di circa 14 milioni di quintali di uva, di cui 70% viene prodotto in Puglia. Minori quantitativi si ottengono in Sicilia, sulle coste ioniche della Basilicata, in Abruzzo, Lazio e altre regioni. Particolare interesse riveste questa coltura in Sardegna: con la modernizzazione della coltivazione si sta ottenendo l'autonomia produttiva regionale, con l'obiettivo di assecondare le richieste di frutta dovute al notevole afflusso turistico estivo.



La produzione in Sicilia
In Sicilia, le zone geografiche interessate alla coltivazione dell'uva da tavola ad Indicazione Geografica Tipica sono: l'I.G.P. di Mazzarrone, ubicata tra le province di Catania e di Ragusa e comprendente i comuni di Caltagirone, Licodia, Eubea e Mazzarrone, situati nella provincia di Catania e i comuni di Acate, Vittoria, Chiaramonte, Gulfi e Comiso per la provincia di Ragusa. La seconda area produttiva è l'I.G.P. Canicattì ha come centro di riferimento Canicattì e comprende una ventina di Comuni appartenenti alle province di Caltanissetta ed Agrigento.


Il produttore di uva da tavola Giuseppe Guastella di Mazzarrone, con una confezione di uva da tavola della varietà Victoria. Quest'anno la raccolta dei primi quantitativi di uva italiana è iniziata a Mazzarrone alla metà di maggio con le cultivar Black Magic e Victoria.

Le aree indicate sono contraddistinte da diverse caratteristiche del terreno e del clima che influiscono sui periodi di maturazione dell'uva. Nell'area di Canicattì i terreni sono prevalentemente collinari e sciolti con elevata dotazione in calcare dove la cultivar Italia esprime le migliori caratteristiche di qualità, mentre il territorio costiero dell'IGP Mazzarrone è connotato da clima mite e da terreni molto sabbiosi, ottimali per la produzione di uva precoce delle cultivar Black Magic, Victoria, Sugraone seedless, Matilde e Cardinal.


Serre con strutture metalliche senza riscaldamento in Sicilia in provincia di Catania, per la produzione di uva da tavola a maturazione precoce.

Le varietà più diffuse sono con semi: l'Italia bianca e la Red Globe rosa. La Sicilia, dopo la Puglia, rappresenta la seconda regione produttrice di uva da tavola, con circa 3 milioni di quintali.

La produzione in Sardegna
La viticoltura per la produzione di uva da tavola in Sardegna è estesa su una superficie di 1.400 ettari con una produzione di 110.000 quintali. Rappresenta circa l'1% della produzione nazionale e posiziona la Sardegna al sesto posto, collocandola dopo Puglia, Sicilia, Abruzzo, Lazio e Basilicata.

Rappresenta un nuovo comparto della frutticoltura regionale, considerando i significativi miglioramenti quantitativi e qualitativi delle produzioni avvenuti da non più di un decennio. Progetti specifici finanziati dalla regione autonoma della Sardegna ed attuati in collaborazione con l'autore di questa nota, il dott. Mario Colapietra dell'Istituto Sperimentale per la Viticoltura, sono stati finalizzati anche a produrre uva da tavola di qualità necessaria alle esigenze regionali e al notevole flusso turistico estivo.


Un giovane produttore sardo di uva da tavola con bellissimi grappoli della cultivar Victoria bianca con semi. L'uva prodotta dai soci è commercializzata dal Consorzio Imprenditori Agricoli del Basso Campidano, con sede a Maracalagonis in provincia di Cagliari.

La diffusione dei nuovi impianti con nuove cultivar ha contribuito a migliorare lo standard qualitativo delle produzioni e ad ampliare il periodo di raccolta. Come è noto, l'uva da tavola preferisce clima temperato caldo, mitigato dal mare, con terreni di medio impasto, tendenti al sabbioso specie quando si vogliono ottenere produzioni precoci. Tali caratteristiche pedoclimatiche, sono presenti nell'areale di maggiore coltivazione dell'uva da tavola in Sardegna, quello del golfo di Cagliari, in particolare l'area compresa tra i comuni di Quartu Sant'Elena, Maracalagonis, Quartucciu, Sinnai, Pula e Capoterra

L'introduzione delle cultivar Victoria e Black Magic ha consentito, grazie all'ausilio delle coperture con film plastici, di raccogliere e commercializzare l'uva prodotta in Sardegna già dalla metà di giugno. Dal mese di settembre vengono raccolte le uve più tardive delle cultivar Red Globe (rossa con semi) e Italia (bianca con semi).

Stagionalità
Nei mesi di aprile e maggio vi è poca disponibilità di uva fresca sui mercati internazionali. Produrre in questo periodo è dunque molto conveniente. Le zone di produzione di uva da tavola della Sicilia orientale, rispetto a tutti i Paesi che si affacciano sul Mare Mediterraneo, avevano il primato di far maturare prima le uve di varietà Matilde, Cardinal e Victoria.

Negli ultimi anni, anche grazie a finanziamenti internazionali, alcuni Paesi del nord Africa, tra cui l'Egitto, hanno impiantato nuovi vigneti con cultivar esclusivamente apirene, ottenendo produzioni con periodi di maturazione anticipati rispetto alla Sicilia.

Terreno e clima
La vite per la produzione di uva da tavola preferisce terreni sciolti, asciutti, facilmente riscaldabili e con elevata presenza di pietrisco, spesso derivato dalla frantumazione della roccia calcarea che caratterizza alcune zone del Sud-Est barese. La vite per uva da tavolaviene coltivata soltanto nelle regioni dell'Italia centro-meridionale, caratterizzate da clima caldo-arido, con inverni miti e con precipitazioni per lo più invernali che non superano 500-600 mm. Le temperature invernali raramente scendono sotto lo zero.



In Puglia, alcune zone del Sud-Est di Bari, sono costituite prevalentemente da roccia di origine calcarea, che deve essere demolita con potenti martelli pneumatici (foto sopra) per permettere successivamente il passaggio delle frangipietre e la formazione di massi di ridotte dimensioni da permettere il loro passaggio.


Come si presenta il terreno dopo il passaggio della frangipietre.

Dopo la sistemazione del terreno, si procede alla realizzazione del vigneto. La prima fase è la scelta della zona: in prossimità delle coste marittime, caratterizzate da clima mite, per coltivare ed ottenere produzioni precoci (da maggio a luglio), in zone più interne per le varietà a maturazione media e tardiva (produzioni da agosto a dicembre). La fase successiva è la scelta e sistemazione del terreno con le lavorazioni meccaniche.

Impianto e strutture
Sin dalle prime fasi di sviluppo, la vite ha necessità di appoggi per sostenere il fusto e favorire l'accrescimento verticale fino a una determinata altezza. Una struttura tipo viene realizzata per esempio con 1.600 pali di sostegno in cemento precompresso alti 3 metri e distanziati nelle due direzioni di 2,5 metri. Alla sommità dei pali sono posti i copripali in polietilene nero su cui saranno appoggiati i teli in plastica o le reti antigrandine. La struttura perimetrale è costituita da traversine in ferro collegate da corda in acciaio. L'impianto, in questa fase, sarà completato con un sistema di microirrigazione per la nutrizione idrica e minerale delle viti, cui seguirà la copertura con reti antigrandine.


Nuovo impianto a "tendone" per la produzione di uva da tavola.

La protezione dei vigneti con materiali di plastica e reti antigrandine, è quella che si è sviluppata maggiormente nell'ultimo ventennio. Interessa gran parte delle superfici coltivate ad uva da tavola. Le maggiori estensioni si hanno però nelle zone litoranee della Puglia, della Sicilia, Abruzzo e Basilicata. Tra i motivi che obbligano i viticoltori ad effettuare la copertura, vi è la necessità di proteggere l'uva dalle avversità atmosferiche e il maggior ricavato ottenuto con la vendita dell'uva prodotta in anticipo o in ritardo.


Vigneti in Puglia allevati a tendone e protetti con film di plastica.

Entrambe le tecniche sono da considerarsi estremamente positive perché permettono di dilazionare l'offerta di uva dalla metà di maggio fino a dicembre, riducendo la concentrazione dell'offerta di uva nei mesi di agosto-settembre, con conseguente calo dei prezzi e del reddito per il produttore.


Operaie legano i teli plastici di copertura alla struttura con legacci in polietilene. A Pulsano in provincia di Taranto e nelle zone limitrofe le donne si proteggono il viso dalle impurità durante le operazioni colturali.

La copertura si realizza rivestendo la struttura portante del vigneto con teli di plastica. Con la coltura protetta si realizza un microclima più caldo all'interno della serra, rispetto all'esterno, favorendo la maturazione anticipata dell'uva o la sua conservazione sulla pianta.


Vigneto a "tendone" coperto con plastica per ritardare la raccolta di uva della varietà Italia. La protezione evita di bagnare con le piogge autunnali l'uva ed evitare lo sviluppo di malattie fungine. E' una tecnica applicata anche alle varietà Red Globe, Crimson seedless e Michele Palieri.



La lotta (vinta) alla Fillossera
Le viti utilizzate per la produzione di uva sono composte da un apparato radicale proveniente da viti americane e dalla varietà da coltivare, che costituirà il tronco e l'apparato vegeto-produttivo della pianta. Perché?

Nel 1863, la viticoltura europea subì notevoli danni con la comparsa della Fillossera (Phylloxera vastatrix), insetto dannoso importato dall'America, che si nutriva delle radici della vite europea e ne provocava la morte.

Fu necessario individuare mezzi di lotta efficaci per neutralizzare gli attacchi dell'afide parassita. Accertato che la lotta chimica attuata nel terreno si dimostrò inefficace, lo studioso francese Gustave Foëx di Montpellier, con una intuizione magistrale, risolse il problema innestando i vitigni europei (allora non vi erano distinzioni tra le varietà di uva da tavola e da vino) su specie selvatiche americane, il cui apparato radicale non veniva attaccato dalla Fillossera.


Esperto viticoltore prepara pezzi di sarmenti di viti della varietà europea da coltivare per eseguire l'innesto sul tronco delle barbatelle americane resistenti alla Fillossera.

Fu il primo esempio di lotta biologica senza l'uso di sostanze chimiche. Iniziò allora anche l'attività vivaistica, con aziende specializzate per la produzione di piante selvatiche americane o innestate con le varietà scelte dal viticoltore.

Nella foto sotto: le amorevoli cure del viticoltore alle giovani piantine innestate. Con il risveglio vegetativo, la prima operazione da eseguire è la scelta del germoglio più robusto e meglio posizionato che andrà a formare il fusto della pianta. Gli altri germogli verranno eliminati per consentire a quello rimasto di svilupparsi meglio. La piantina verrà legata al tutore di sostegno e periodicamente il viticoltore effettuerà altre legature e cimature della pianta.


Le cultivar principali
Le varietà più diffuse sono quelle che meglio esprimono le loro potenzialità produttive, di presentabilità e conservabilità dell'uva sulla pianta e in frigoconservazione e da cui si ottengono i maggiori ricavi netti. La cultivar Italia rimane da molti decenni la preferita dai viticoltori, in quanto esprime la massima affidabilità. Tra le altre cultivar ricordiamo Victoria, Black Magic, Red Globe, Sugraone seedless, Michele Palieri e Crimson seedless.


Sopra: alcune delle cultivar prodotte in Italia. Sotto: la cultivar Black Magic (nera con semi).




Sopra: straordinari grappoli della cultivar Victoria (bianca con semi). Sotto: la cultivar Italia (bianca con semi).


Per il futuro, ecco le caratteristiche che le nuove varietà devono possedere per sostituire quelle in coltivazione:
  • qualità gustativa e visiva delle uve;
  • ampliamento dell'epoca di maturazione con la selezione di nuove cultivar precoci e tardive apirene;
  • aspetto attraente, bacche di grandi dimensioni, colore brillante, consistenza della polpa, aderenza al pedicello, grappolo spargolo con tendenza a non formare bacche di dimensioni ridotte, pezzatura uniforme degli acini;
  • nuovi aromi e profumi, presenza dell'aroma di "moscato" nelle uve senza semi;
  • resistenza allo stress idrico, a salinità, malattie fungine, virus, insetti, resistenza sulla pianta e alla conservazione in celle frigorifero e ai trasporti.
Le cultivar apirene (senza semi)
Le richieste di uve senza semi sono in aumento. In Italia, la quota di coltivazione delle uve apirene aumenterà soltanto quando si constaterà la convenienza economica alla loro coltivazione: maggiori rese unitarie, minori costi di produzione, prezzi più elevati rispetto alle uve con semi.


Acini della varietà Sugraone senza semi.

Tra le numerose varietà apirene sperimentate negli ultimi decenni, Sugraone è l'unica ad essersi affermata, dopo numerosi tentativi per aumentare la sua produttività.


Nella foto il dott. Mario Colapietra, ricercatore e autore di questa nota, con una vite di Sugraone seedless.

Sugraone è poco produttiva, se però viene coltivata in ambienti pedoclimatici e spazi ottimali, può aumentare notevolmente la produzione anche fino a 300 quintali ad ettaro. La vite nella foto sopra, per esempio, ha prodotto 130 kg di uva


Sugrathirteen (Midnight Beauty©)

La varietà nera Sugrathirteen (Midnight Beauty©), è una cultivar precocissima e molto interessante. In Puglia, in serra coperta riscaldata matura perfettamente il 7 giugno. Coperta con reti, il 20 luglio.


Sopra: piante di vite ad uva da tavola al secondo anno di produzione della varietà Princess senza semi, costituita in California. Sotto: grappoli della varietà senza semi Regal.



Regal costituisce una novità per i vigneti italiani, e in due anni sono stati realizzati circa 300 ettari di nuovi impianti. Produce frequentemente anche 300 quintali di uva ad ettaro di buona qualità. Il periodo di maturazione è ottimale per la commercializzazione, in quanto l'offerta italiana di uva da tavola senza semi è carente durante i mesi di ottobre e novembre.

Diffusione in Italia (%) delle varietà di uva da tavola e quantitativi prodotti: con semi (84%) senza semi (16 %). Stime: Colapietra.

Varietà
Percentuale (%)
Volumi (q.li)
Italia
41
5.740.000
Victoria
15
2.100.000
Red Globe
10
1.400.000
Sugraone
8
1.120.000
Michele Palieri
6
840.000
Crimson
5
700.000
Regina bianca
3
420.000
Black Magic
3
420.000
Matilde
2
280.000
Cardinal
2
280.000
Centennial
1
140.000
Thompson
1
140.000
Sublima
0,5
70.000
Ruby
0,25
35.000
Regal
0,25
35.000
Altre con semi
2
280.000
Totale
100
14.000.000
Totale uve con semi
84
11.760.000
Totale uve senza semi
16
2.240.000

La fertilizzazione
Tra le tecniche colturali applicate alla vite per la produzione di uva da tavola vi è anche la fertilizzazione. E' necessaria per soddisfare i fabbisogni di nutrizione della pianta per il suo accrescimento e per la produzione di uva. Con i diversi elementi e quantitativi distribuiti, il viticoltore influisce sulla quantità e qualità dell'uva prodotta.

Per quanto possibile si utilizzano concimi che cedono lentamente i loro costituenti o che derivano da giacimenti naturali. Gli elementi nutritivi necessari per la vite sono: potassio, azoto, fosforo, ferro, calcio e magnesio. La vite è molto esigente di potassio che oltre a regolare la nutrizione idrica eleva l'aroma, il profumo, il sapore, la serbevolezza, il contenuto di zuccheri, il colore e la resistenza alla conservazione.

Il magnesio è un componente della clorofilla della foglia e agisce sul metabolismo degli zuccheri e proteine. Per la produzione di uva da tavola di qualità vengono utilizzati fertilizzanti contenenti potassio e magnesio estratti da depositi naturali protetti da sedimentazioni impermeabili all'acqua, che si sono formati 250 milioni di anni fa dall'evaporazione di acqua di mare. Per la loro origine naturale e per le lavorazioni soltanto meccaniche necessarie per frantumare i sedimenti e preparare il concime granulare, sono idonei all'impiego anche in agricoltura biologica.


Sopra: prelievo di sali di potassico e magnesio dalle miniere del gruppo tedesco K+S situate in diverse zone della Germania alla profondità di 800-1000 m. Sotto: prelievo e scarico del materiale prelevato dalla miniera per essere trasportato in superficie per la lavorazione.


La concimazione invernale della vite è attuata alla fine di gennaio con solfato potassico magnesiaco, ferro e perfosfato minerale. Per la concimazione azotata, dai risultati ottenuti da diversi anni di ricerche sulla fertilizzazione della vite, è emerso che il periodo più indicato per la distribuzione è prima del germogliamento, alla fine di febbraio.


Preparazione dello spandiconcime con calciocianamide, fertilizzante azotato a lenta cessione.

L'azoto ceduto lentamente, viene assorbito dalla pianta all'attivazione del metabolismo e prosegue successivamente durante lo sviluppo vegetativo e del grappolo.

L'irrigazione
Prelevata con pompe sommerse da corsi d'acqua che scorrono nel sottosuolo, spesso anche a profondità tra 600 e 800 metri. L'acqua senza alcun contatto esterno viene convogliata direttamente nella condotta irrigua che alimenta il vigneto.


Nella foto si nota la purezza dell'acqua utilizzata per la microirrigazione della vite per la produzione di uva da tavola.

I terreni costituiti dal disfacimento della roccia calcarea sono considerati i migliori per ottenere uve di grande qualità. Infatti dopo l'irrigazione non si ha ristagno di acqua, inoltre questi terreni si mantengono freschi e quando serve si riscaldano in breve tempo, consentendo alle uve di maturare nelle migliori condizioni.


Un vigneto per la produzione di uva da tavola della varietà Victoria durante l'irrigazione . In basso si nota la natura del terreno costituito in gran parte dal disfacimento della roccia calcarea.

Sono terreni poco fertili e questo limita la produttività del vigneto a vantaggio della qualità dell'uva. Tentativi fatti nei decenni scorsi di spostare la viticoltura per la produzione di uva da tavola in zone fertili, con terreni profondi e senza la necessità di effettuare il disfacimento del suolo non hanno avuto seguito e si è tornati nelle zone di origine.

La produzione biologica
In Italia si produce anche uva da tavola con il metodo dell'agricoltura biologica. Una delle aziende leader è la O.P. Tarulli, situata in Puglia a Noicattaro in provincia di Bari. L'uva è ottenuta da 200 ettari di vigneti con la forma di allevamento a "tendone" che consente la copertura con film plastici e reti per la protezione da eventi atmosferici dannosi e per anticipare o ritardare la raccolta dell'uva.


Nella foto Antonio Tarulli e Marilena Daugenti Tarulli della Organizzazione Produttori Ortofrutticoli (O.P.) del Gruppo Tarulli, in occasione della partecipazione alla Fruit Logistica di Berlino 2010, cui partecipano numerosi esportatori italiani di ortofrutta.

L'azienda è certificata GlobalGAP e ISO, BRC, IFS e Organic Tesco's Nature Choice. Le varietà coltivate sono: Sublima (bianca senza semi), Black Magic (nera con semi), Victoria (bianca con semi), Thompson (bianca senza semi), Michele Palieri (nera con semi), Crimson (rossa-nera senza semi), Autumn Royal (nera senza semi), Red Globe, (rossa-nera con semi), Italia (bianca con semi). I principali mercati di riferimento per la commercializzazione sono: Germania, Inghilterra, Olanda, Svizzera, Danimarca, Finlandia e Austria.

Le operazioni in campo e in magazzino
All'inizio dell'invaiatura (cambiamento di colore dei grappoli), occorre necessariamente eliminare gli acini piccoli e lasciare sul grappolo solo quelli sviluppati. Se non si intervenisse, il grappolo conserverebbe una conformazione irregolare anche a maturazione completata e difficilmente troverebbe acquirenti perché privo dei requisiti di qualità necessari per la sua commercializzazione.


Nella foto un grappolo della varietà Black Magic, con acini piccoli ancora da eliminare.

L'operazione di "deacinellatura" ha bisogno di mani esperte e di notevole pazienza, considerando che spesso viene eseguita lavorando sotto la calura estiva.


Mani esperte e pazienti di ragazze che eseguono delicatamente l'asportazione degli acini piccoli dai grappoli (diradamento degli acini) lasciando soltanto quelli più grandi. Sotto: grappolo di Black Magic cui sono stati eliminati in precedenza gli acini piccoli. Alla maturazione, i grappoli hanno pochi acini, ben sviluppati, uniformemente colorati e graditi dai consumatori


Contemporaneamente a questa operazione, viene eseguito anche il diradamento dei grappoli. Con questa operazione vengono eliminati circa 1/3 dei grappoli presenti sulla pianta e con difetti di varia origine, malformati, e in numero eccessivo rispetto alle potenzialità produttive della pianta.


Operazioni di diradamento dei grappoli (si noti i grappoli a terra). Sotto: foto di gruppo durante i lavori di diradamento degli acini ed eliminazione di grappoli con difetti o in eccesso in un vigneto ad uva da tavola. A queste attività partecipano numerosi giovani, tra cui universitari che si procurano con questa attività quanto serve per le loro necessità.


In pratica per farli maturare precocemente e con le migliori caratteristiche qualitative occorre necessariamente procedere al loro diradamento. Considerata la complessità delle operazioni, vengono impiegati gruppi numerosi di operai specializzati che opportunamente devono saper scegliere e valutare i grappoli e il numero da lasciare sulla pianta.


Ultimi ritocchi ai grappoli di uva da tavola prima della raccolta, confezionamento e commercializzazione, per eliminare gli acini con imperfezioni ed ottenere la migliore presentabilità dell'uva.

Le fasi di lavorazione dell'uva prevedono poi una ulteriore selezione dei grappoli con l'eliminazione di quelli non corrispondenti alla classe di qualità richiesta dall'acquirente o con anomalie, la scelta dell'imballaggio da utilizzare, la disposizione dei grappoli all'interno dello stesso, con un peso definito e con l'inserimento tra i grappoli di spugnette bianche che eviteranno danni durante il trasporto. La raccolta, per la delicatezza dell'uva, viene eseguita soltanto a mano.


Confezionamento dell'uva da tavola in imballaggi in legno effettuato direttamente nei vigneti. Questo è possibile quando: l'uva è perfettamente sana, non è necessaria la selezione dei grappoli e le condizioni del terreno lo consentono. Sotto: un imballaggio di uva da tavola completo di addobbi, indicazioni della ditta e della provenienza, pronto per la commercializzazione.


Gli imballaggi vengono impilati e trasportati in locali climatizzati, in attesa del trasporto verso i mercati o i centri di utilizzazione. Gli imballaggi più utilizzati sono in cartone o in legno, fustellati e vaschette. Il peso dell'uva contenuta varia da 0,5 a 1 kg dei fustellati e vaschette ai 2-3 kg, fino ai 12 kg degli imballaggi in legno.


Nella foto, l'interno di una cella climatizzata per la permanenza dell'uva, in attesa del trasporto alle diverse destinazioni. Sotto: l'interno di una moderna centrale ortofrutticola durante le operazioni di lavorazione dell'uva.





In questa foto storica del 1930, si notano le modalità di raccolta dell'uva in cesti e il confezionamento in grosse casse di legno. A sinistra l'acquirente durante le operazioni di pesatura. Sotto: moderni sistemi di confezionamento dell'uva da tavola


Il protocollo GlobalGAP
Gran parte della produzione italiana di uva da tavola è ottenuta con l'applicazione delle buone pratiche agricole (GAP = good agricultural practices) contenute nel protocollo GlobalGap. I principali elementi caratterizzanti sono: salute e sicurezza dei lavoratori; tutela dell'ambiente; corretta gestione del suolo, della fertilizzazione, dell'uso degli agrofarmaci e delle risorse idriche; difesa integrata delle colture. Tracciabilità del prodotto in tutte le fasi di produzione, confezionamento, trasporto e commercializzazione.

Voluto da un gruppo di operatori della Distribuzione Organizzata e rappresentanti di gruppi di produttori europei, stabilisce regole comuni applicabili da qualsiasi fornitore di ortofrutta della Moderna Distribuzione e tiene conto dell'applicazione delle buone pratiche agricole per il mercato globale, trasferendo e interpretando le richieste dei consumatori in requisiti per la produzione agricola.


Uva da tavola della varietà Victoria, ottenuta dalla cooperativa Anceo di Grottaglie in provincia di Taranto, con l'applicazione del disciplinare GlobalGAP.

Nelle aziende certificate GlobalGAP sono posizionati cartelli di identificazione dei lotti dei vigneti per la loro tracciabilità e per le uscite di sicurezza. Tutti gli associati eseguono la raccolta differenziata dei rifiuti.


Un nido di uccelli pazientemente intrecciato in un vigneto ad uva da tavola della varietà Sublima senza semi. La gradita sorpresa: la presenza di 6 uova. Questo ritrovamento è in armonia con la gestione ecocompatibile del vigneto e indica che l'uso degli agrofarmaci attualmente utilizzati per la difesa integrata dai parassiti della vite sono sopportabili dagli uccelli.

Salute, sicurezza e welfare dei lavoratori assumono rilevanza fondamentale per gli associati, al fine di ottenere la certificazione GlobalGAP.

Foto sotto: sistema di protezione dell'operatore durante i trattamenti con agrofarmaci Anche durante la preparazione delle soluzioni antiparassitarie, la zona di sosta dell'atomizzatore deve essere opportunamente protetto a terra con telo impermeabile, per poter raccogliere e smaltire correttamente eventuali le perdite.


Uva da tavola e salute
Nel '500 le ragazze preferivano quella nera e ne mangiavano in gran quantità perché si diceva che rendesse gli occhi belli e irresistibili. E ancora oggi la reputano miracolosa per la bellezza: renderebbe lucenti e forti i capelli e tonica la pelle. Senza considerare gli altri benefici effetti sull'organismo.



Succosa e dolce, in tutte le sue sfumature di colore, è un concentrato di sole racchiuso in chicchi: è ricca di zuccheri di facile digeribilità (fruttosio e glucosio), sali minerali come calcio e potassio, vitamine, in particolare A e C. Ma soprattutto è apprezzata per la sua funzione diuretica, leggermente lassativa e come coadiuvante nel ridurre il tasso di colesterolo.

Il consumo di uva è utile anche per la sua azione terapeutica: affezioni degli organi digerenti, convalescenze da malattie infettive, azione stimolante sul fegato e digestiva. L'uva rossa è ricca di melatonina e favorisce lo sviluppo di serotonina, elementi che aiutano a recuperare le energie.


Preparazione in casa di prodotti e succhi d'uva. Dall'uva senza semi si possono preparare anche succhi freschi particolarmente gradevoli in estate.

Contribuisce ad abbassare i valori del colesterolo e a prevenire le malattie cardiovascolari. Il succo d'uva è facilmente digeribile ed aiuta la digestione, combattendo l'acidità di stomaco.


Confezione di uva senza semi, lavata e pronta per il consumo. L'uva dopo l'acquisto, se non consumata subito, va conservata in busta chiusa. Prima di servirla a tavola è consigliabile immergerla in una vaschetta di acqua fredda: diventerà più croccante e gustosa.

Importante anche il contenuto in micronutrienti che si trovano nella buccia del frutto, in particolare dell'uva nera, ricca di sostanze antiossidanti quali la quercetina e il resveratrolo, oggetto di numerosi studi per i possibili benefici sullo stato di salute e per la prevenzione delle malattie cronico-degenerative.


Cioccolatini da uve senza semi.

E c'è chi si cura con l'ampeloterapia, che consiste nel depurare l'organismo nutrendosi per alcuni giorni solo di uva. Per sfruttare al massimo le sue virtù andrebbe mangiata a digiuno la mattina. Si può consumare, oltre che fresca, da sola o in macedonia, e risulta molto sfiziosa con i formaggi stagionati e versatile nella preparazione di dolci e marmellate.

Foto sotto: uva senza semi durante la cottura per la preparazione di marmellata.


Congressi e pubblicazioni in tema di Uva da Tavola



Nella foto sopra, il dott. Mario Colapietra presiede uno dei 14 Congressi Nazionali ed Internazionali organizzati annualmente per esporre le relazioni tecno-scientifiche pubblicate sul supplemento dell'Informatore Agrario, dedicato agli aggiornamenti tecnici e di mercato sull'uva da tavola.

Ai lavori congressuali partecipano con grande interesse in 1.000 tra viticoltori, tecnici, ricercatori e operatori commerciali del settore a cui viene consegnata una cartellina contenente gli Atti del Congresso e materiale di informazione tecnica delle Società che collaborano alla organizzazione degli eventi. Quest'anno hanno partecipato Syngenta, AlzChem, Eiffel, Aniplast, Vegetable e Berardi.


Nella foto alcuni dei testi disponibili per l'aggiornamento di tecnici, viticoltori e operatori commerciali che si occupano di uva da tavola.

Da oltre 30 anni svolgiamo divulgazione e aggiornamenti per gli operatori del comparto dell'uva da tavola, anche con l'ausilio di riviste specializzate e libri. Nessun risultato interessante ottenuto delle ricerche rimane nei cassetti ma viene immediatamente diffuso. Le ricerche sono eseguite in aziende private, in vigneti condotti da esperti viticoltori che collaborano attivamente allo svolgimento delle attività.



Nella foto: il vigneto durante il riposo invernale, e anche il meritato riposo del viticoltore.

Da 15 anni il settimanale specializzato di agricoltura "L'Informatore Agrario" di Verona e la rivista "Frutticoltura" de Il Sole 24 Ore di Bologna pubblicano un supplemento dedicato alla vite per la produzione di uva da tavola. Gli argomenti trattati riguardano le forme di allevamento e gli adeguamenti apportati per adattare la struttura alle coperture con film plastici e reti antigrandine, la scelta varietale, la nutrizione idrica e minerale, la difesa della vite dai parassiti, l'impiego di fitoregolatori, la raccolta, il confezionamento, la frigoconservazione e la commercializzazione.

Dal 2010 collaboriamo con le pubblicazioni web FreshPlaza e Agronotizie.

Contatti:
Mario Colapietra
Cell.: 339 6383200
Email: mariocolapietra@libero.it
Data di pubblicazione: