
Giorgio Celli in una delle sue ultime apparizioni in pubblico. (Foto: FreshPlaza).
FreshPlaza ha raccolto il ricordo del presidente di Almaverde Bio, Renzo Piraccini, il quale ha dichiarato: "Ho conosciuto Giorgio Celli a metà degli anni 80, quando insegnava entomologia all'Università di Bologna ed era a capo del team che costruì a Cesena la prima biofabbrica italiana".
"Quando nel 1987 presentammo al Circolo della Stampa di Milano le prime 200 tonnellate di fragole ottenute con la lotta biologica Celli era lì a testimoniare che quello che lui aveva "predicato" per anni - un'agricoltura con meno pesticidi - si poteva fare. Questa unità di vedute su come fare agricoltura è stata la base di un rapporto durato oltre 35 anni che si è poi trasformato in stima e anche in una profonda amicizia".
Giorgio Celli e Renzo Piraccini (Foto: FreshPlaza).
"Quando poi, circa 15 anni fa, Apofruit ha imboccato con decisione la strada del biologico, Giorgio ci ha sempre sostenuto e incoraggiato. Fino all'ultimo periodo quando gli chiesi di fare da testimonial, insieme al Prof. Amadori e alla Dott.ssa Bordoni, ad una campagna istituzionale sul biologico di Almaverde Bio (vedi precedente notizia). E come sempre accettò entusiasticamente, senza pretendere una lira, come sempre aveva fatto in tutti questi anni. "Mandami una cassetta di frutta - mi diceva - se ti vuoi sdebitare".
"Certo negli ultimi tempi - prisegue Renzo Piraccini - aveva perso un po' della sua esuberanza e del suo appetito, ma aveva conservato e per certi aspetti anche migliorato la sua lucidità e la sua voglia di fare. Giorgio Celli, oltreché entomologo, è stato grande etologo, scrittore, sceneggiatore, comunicatore. Caro Giorgio, ci mancherai".
La camera mortuaria sarà allestita martedì 14 nell’Area Malpighi dell’ospedale (via Pizzardi, ore 7.30-13.30); subito dopo l’Università di Bologna ha organizzato una commemorazione alla cappella di Santa Maria dei Bulgari dell’Archiginnasio, ed è annunciata la presenza del rettore Ivano Dionigi. La salma sarà poi tumulata nel cimitero di Monzuno, sull’Appennino Bolognese, luogo particolarmente caro al figlio Davide, che gli è stato vicino, come sempre, anche negli ultimi difficili giorni.