Bill Gates scommette sul vaccino del futuro
"Si tratta di un metodo del tutto innovativo, ma se dovesse rivelarsi efficace potrebbe segnare un enorme balzo in avanti nello sviluppo della medicina, con metodi di lotta alle malattie più duraturi, efficaci, e sempre meno invasivi". Così il fondatore di Microsoft, oggi votato alla filantropia, spiega - in una nota rilasciata dalla stessa fondazione - le ragioni per cui ha scelto di dare fiducia al team di esperti che fa capo al Professor Henry Daniell. "Da quando abbiamo iniziato a lavorare a questo nuovo metodo quasi dieci anni fa - spiega il microbiologo - abbiamo spesso incontrato scetticismo e riserve da parte del mondo scientifico, ma quando un personaggio come Gates decide di puntare su un progetto, questo acquisisce immediatamente maggiore credibilità".
Il metodo messo a punto dal team di Daniell consiste nell’impiantare geni della poliomielite nei geni della lattuga, dando vita a un ortaggio geneticamente modificato, che viene poi congelato, triturato e ingerito sotto forma di pillola. La proteina del virus stimola poi la risposta immunitaria del paziente. "E’ una tecnologia molto più sicura rispetto a quella utilizzata nei decenni passati - sottolinea lo scienziato - perché a differenza dei metodi tradizionali non prevede l’introduzione diretta nell’organismo del virus, con tutti i rischi che questo può comportare".
Oggi nel mondo si contano 1.292 casi accertati di poliomielite, la maggioranza dei quali sono localizzati in Tajikistan, Pakistan e Congo. La malattia, che si manifesta con la paralisi del sistema muscolare negli arti e nei casi più gravi può portare a degenerazioni di tipo neurologico irreversibile, è altamente contagiosa e trova nel cibo e nell’acqua il veicolo ideale per la trasmissione.
Alla fine degli Anni ’80 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avviato un programma intensivo finalizzato a debellare il morbo attraverso una diffusa campagna di vaccinazioni, che nell’arco di circa vent’anni ha ottenuto risultati eccellenti: dai 350.000 casi di persone affette del 1988 si è passati ai 2.000 del 2006. Negli ultimi anni sono però riemersi focolai in Africa e nel Sud Est Asiatico, mentre la malattia resta endemica in Nigeria, India, Pakistan e Afghanistan.
Il nuovo vaccino ha costi estremamente più contenuti rispetto a quello in uso attualmente, un fattore che potrebbe favorire la distribuzione massiccia in tutte le aree del pianeta, anche le più povere e remote. "Vogliamo puntare su una tecnologia che possa essere distribuita equamente in tutto il mondo - sostiene Gates - e che possa dunque consentire il definitivo sradicamento di questa terribile piaga".
Se il vaccino del professor Daniell otterrà l’approvazione della Food and Drug Administration, l’Agenzia Federale che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici negli Stati Uniti, potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era per lo sviluppo della medicina, con l’introduzione di cure molto più economiche ed efficaci. "Nel 2011 continuiamo ad usare le tecnologie introdotte decine di anni fa - conclude Daniell - se avremo il coraggio di intraprendere questo nuovo cammino ci renderemo protagonisti di una rivoluzione a livello globale".