Campania: la mosca della noce, nuovo insetto-killer
D’altra parte tutte le cultivar (Malizia, Sorrento, Hartley, California e Chandler) presenti in questa vasta area geografica, che si estende tra fascia costiera e aree collinari interne, sono state attaccate in maniera intensa e capillare.
"Al momento gli insetticidi registrati sul noce non hanno una buona azione sui ditteri - avvertono gli autori dell’articolo – ed è necessario che le ditte produttrici di agrofarmaci si attivino affinché vengano registrate sostanze attive adatte al controllo del fitofago attraverso opportune sperimentazioni".
Non solo ma vista la seria minaccia che incombe sulle produzioni campane di noci, attraverso il citato studio, si richiama l’attenzione della Regione Campania sull’esigenza di "provvedere all’aggiornamento dei disciplinari del Piano regionale fitopatologico di lotta integrata inserendo questo parassita".
L’insetto ha fatto molta strada giungendo dal Messico e dagli Stati Uniti nel bacino del Mediterraneo e fu individuato, per la prima volta in Italia, all’inizio degli anni ’90; cosicché attraversando Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino è giunto nella nostra regione ricoprendo, grazie alle sue larve, tutto il frutto con una macchia nerastra e portando il mallo al completo disfacimento.
Un duro colpo per agricoltori e produttori tenendo presente che le noci campane, e in particolare quelle di Sorrento, erano già esportate in America alla fine dell’800.
Ma ora diamo un’occhiata al danno economico causato dalla mosca delle noci e che ha letteralmente messo in ginocchio le numerose aziende presenti nell’area vesuviana (le più importanti a Nola, Acerra, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia) nella provincia di Benevento e nella Penisola Sorrentina.
Su 16.000 tonnellate annuali di produzione media nazionale, di cui 11.000 tonnellate l’anno per la sola produzione campana, l’appena trascorso anno 2010 ha visto la produzione campana dimezzata a sole 6mila tonnellate annue.
Già la coltivazione è costosa e poco redditizia, sia se la raccolta viene fatta a mano fra la metà di settembre e la fine di ottobre o se viene fatta mediante scuotitori, raccattatrici e andanatrici meccaniche, poi la produzione è in calo per tutta una serie di fattori congiunturali, ed ancora non si può tacere sulla feroce concorrenza di prodotti che, ormai da anni, provengono da altri paesi del Mediterraneo.
