Boscia ha illustrato le sintomatologie della fitopatia su albicocco, pesco, susino (europeo e giapponese), mirabolano, magaleppo (anera) e Prunus selvatici, provocate dal virus responsabile della malattia, il Plum pox virus (PPV).
Gli aspetti trattati hanno riguardato la diffusione del virus - che avviene su brevi distanze tramite vettori naturali come gli afidi (trasmissione "non persistente") o, su lunghe distanze, attraverso il materiale di propagazione infetto - e gli attuali mezzi di lotta, che al momento si limitano alla prevenzione, attraverso i controlli in vivaio, secondo il decreto di lotta obbligatoria modificato (DM 28 Luglio 2009).
Schema sopra: aree di maggiore incidenza della Sharka nel mondo.
Il nuovo decreto consente di sospendere l’inutile accanimento della eradicazione nelle aree irrimediabilmente contaminate, prevedendo il riconoscimento di "zone di insediamento" e migliora il livello di garanzia fitosanitaria delle produzioni vivaistiche (autorizzate esclusivamente in aree esenti dal virus PPV o in ambienti protetti (serre a rete).
La situazione italiana è abbastanza critica. Il virus è assente in Sicilia, Calabria, Molise e Umbria, non esistono dati per Val d'Aosta, Toscana e Sardegna, mentre tutte le altre regioni sono colpite. In Emilia-Romagna, nel 2008, sono stati individuati 234 focolai; in Puglia la malattia è in espansione (9 focolai di infezione riscontrati nel 2010 contro i 3 del 2009), con un’importante presenza nella zona tra Canosa e S. Ferdinando di Puglia.
Schema qui sotto: i nuovi focolai di Sharka individuati nel 2010.
Ma cosa è cambiato dal 1988, anno della comparsa, a oggi? Sicuramente il virus. E' infatti caratterizzato da diversi ceppi, di cui il più importante è Dideron (PPV-D) che colpisce albicocco, susino e pesco.
Marcus (PPV-M), che colpisce pesco, albicocco e susino, nel 2009 è stato segnalato nell'agro pugliese di Canosa, a causa dell'impiego di marze non controllate, e nell'agro di Cerignola, addirittura in vivai presenti in aree contaminate.
"Per gestire la malattia e mantenere aree indenni da Sharka - ha concluso Boscia - è indispensabile la collaborazione di tutti gli operatori della filiera, allo scopo di impedire l’introduzione di materiali di propagazione da aree contaminate".