
E’ il caso dell’Azienda agricola Casa Barone di Giovanni Marino. Situata a Massa di Somma, un centro alle falde di quell’affascinante territorio dominato dalla mole del Vesuvio, l’unico vulcano attivo dell’Europa continentale, questa impresa ha i quarti di nobiltà, essendo stata fondata oltre un secolo e mezzo fa, ma meriterebbe di essere molto più conosciuta.

Pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP.
In qualche modo Casa Barone è un unicum, nel senso che non è soltanto l’unica impresa biologica del Parco nazionale del Vesuvio, ma è tra i pionieri nell’opera di riscoperta, tutela, produzione e valorizzazione di prodotti tipici dell’agricoltura vesuviana, orticoli e frutticoli di pregio, proposti al mercato freschi e trasformati.
Le origini
La casa colonica che dà il nome all’azienda (attualmente niente più che un rudere) fu costruita nel periodo immediatamente successivo all’eruzione del Vesuvio del 1872. Proprio in quell’anno la proprietà venne accorpata, o riaccorpata, assumendo l’attuale configurazione dal Barone Francesco Piromallo che, presumibilmente per iniziativa dei suoi eredi, diede nome alla casa.

I ruderi della casa colonica, il cuore dell'azienda fondata dal Barone Francesco Piromallo.
I Piromallo, famiglia di origine catalana trasferitasi in Italia nel corso del XVI secolo, ricevettero le insegne nobiliari nel XVIII secolo, come ringraziamento per i servigi resi ai "grandi" di Spagna.
Un esempio di modello di sviluppo eco-sostenibile
L’azienda agricola casa Barone è la più grande impresa biologica del Parco Nazionale del Vesuvio. Il principale corpo aziendale, di circa 11 ettari, è ubicato alle pendici del Monte Somma, il vulcano originario dal quale si è formato, per successive eruzioni, il cono del Vesuvio.
Le coltivazioni si estendono sui terreni attraversati dalle lave dell’ultima, terribile eruzione, quella del 1944, dove, tra muri a secco e piccoli terrazzamenti, ginestre e altre essenze della macchia mediterranea, i vigneti si alternano a olivi e alberi da frutto.
Nel 2000, quando rilevò il fondo ormai abbandonato, ad eccezione della sua quinta parte coltivata da Vincenzo Manzo, oggi capo operaio dell’azienda, Giovanni Marino decise di mantenere il vecchio impianto promiscuo, tipico di un'agricoltura di auto-sussistenza, nonostante le difficoltà di gestione agronomica che questa scelta comportava, razionalizzando e ristrutturando il vigneto per quanto possibile e reintroducendo negli ultimi anni la coltura dell’olivo, abbandonata negli ultimi decenni a favore della coltivazione dell’albicocco e della vite.
Per valorizzare le tante piccole produzioni aziendali, si è, quindi, percorsa la strada di trasformare parte del prodotto in confetture e marmellate, in liquori aromatici e acquaviti di frutta, mentre la produzione di vini, anch’essa in quantità limitate, è esclusivamente rivolta alla vinificazione di uve dei vitigni autoctoni vesuviani: la Catalanesca, il Caprettone e il Piedirosso.
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP Fiore all’occhiello dell’impresa agricola è il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP (vedi scheda) per il quale l’azienda è l’unica del presidio creato da Slow Food.
Il pomodorino viene in parte trasformato in conserve, in parte commercializzato fresco a grappoli e, naturalmente, sotto forma dei caratteristici "piennoli" (nella foto a destra, Pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP a grappolo da agricoltura biologica).
Questo prodotto rappresentativo della coltura agricola campana e, in particolare, dell’area vesuviana, ha grandi estimatori, sia in Italia, sia nel mondo.
Foto sotto: barattoli di conserva biologica di pomodorini del piennolo del Vesuvio DOP tradizionale e in salsa.

L’impresa ha esportato il prodotto trasformato negli Stati Uniti riscuotendo un insperato successo. Un piccolo merito nella sua affermazione va riconosciuto ad Enzo Coccia, maestro pizzaiolo italiano, trapiantato a New York, che in una pizzeria, poco distante dal Central Park, dell’imprenditrice pugliese Donatella Arpaia, ha saputo coniugare due grandi tradizioni della cucina italiana: la Pizza con il Pomodorino del Piennolo. L’invenzione ha trovato la sua consacrazione in un articolo sul New York Times.
Clicca qui per visualizzare l’articolo del New York Times.
"Siamo orgogliosi di poter essere annoverati come un’impresa italiana che contribuisce a rappresentare il 'Made in Italy' agroalimentare nel mondo", afferma Dario Meo, direttore commerciale. "La nostra presenza a New York è la dimostrazione che il modello di impresa che incarniamo è in grado di mettere a reddito le risorse dell’agricoltura vesuviana, esportando il valore del sapere che sta dietro ogni prodotto agricolo".
Fare agricoltura valorizzando il paesaggio agrario
Fare agricoltura sul Vesuvio, rispettando e proteggendo la flora spontanea e la ricchezza varietale delle specie coltivate, significa anche rispettare e valorizzare il paesaggio agrario tipico di questa zona, e quindi praticare una "agricoltura del paesaggio" (vedi scheda sull’agricoltura del Vesuvio).
I programmi di sviluppo
Entro il 2011, infatti, avranno inizio i lavori di ristrutturazione del principale fabbricato aziendale e degli altri piccoli comodi rurali ubicati nel fondo.
A lavori ultimati, tra i progetti della proprietà, oltre allo sviluppo di una ricettività turistica e alla creazione di un punto di vendita diretta, c’è quello di dare vita ad un grande programma di educazione ambientale, su base pluriennale, che coinvolgerà le scuole del territorio.
Prodotti
Oltre al Pomodorino Piennolo, l’azienda Casa Barone produce agrumi (limoni, arance e mandarini) e frutta fresca, oltre ad un lungo elenco di prodotti trasformati, tra cui il miele, le confetture, le marmellate, i vini, i liquori ed i distillati.

La marmellata di arance di Sorrento.

Le confetture.
Calendario dell’offerta
L’ordinamento colturale di casa Barone è rappresentato dal classico frutteto misto della campagna vesuviana: le principali coltivazioni sono la vite, l’albicocco e il Pomodorino del piennolo del Vesuvio, ma sono anche presenti numerose piante sparse di noce, sorbo, gelso moro e gelso bianco, susino, olivo, agrumi, castagno, nocciolo, pero, melo, cotogno e azzeruolo, il cui frutto è raffigurato nel logo aziendale.
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| Una pianta di melo con frutti | Prugne |
Il calendario dell’offerta commerciale comincia con i mandarini (febbraio-marzo), prosegue con i limoni (aprile e maggio), le ciliegie (maggio-giugno), le susine Sorriso di Primavera e susine Falsa Malizia, le gelse bianche (maggio-giugno), quindi albicocche, gelse nere, pere Coscia di Firenze, pere Spadoncine (luglio-agosto), nocciole, fico Dottato (Bottaro), fico Troiano (Adriano), fico Monsignore (Fico nero), azzeruoli (agosto-settembre), per giungere alle pere d’Inverno, alle noci, alle cotogne, alle sorbe (settembre-ottobre), al diospiri (kaki) varietà Vaniglia (ottobre-novembre). La stagione si conclude per poi ripartire con i limoni (dicembre-febbraio).
Contatti:
Azienda Agricola Casa Barone di Giovanni Marino
Via Panoramica Fellapane
80040 Massa di Somma (NA)
Tel.: (+39) 081 0606007
Fax: (+39) 081 0168116
Cell.: (+39) 338 5225680
E-mail: [email protected]
Web: www.casabarone.it

