"Arriva dal Canada "Arctic", la mela OGM che non imbrunisce"
"I frutti prodotti da questo processo sono come quelli naturali e non creano problemi all’ambiente. Ma quando si tagliano mantengono quel colore bianco che le fa apparire sempre fresche", spiega Neal Carter, presidente della Okanagan Specialty Fruits, la compagnia che ha sviluppato il prodotto.
Molto più di tante campagne di educazione alimentare, la mela Arctic, secondo Carter, farà aumentare il consumo di frutta tra i ragazzi. Ovviamente tutto a favore del business. "Si abbasseranno i costi della produzione delle fette di mela, che soprattutto in questi ultimi anni, vengono usate per le insalate o come snack", afferma ancora Carter.
Rimangono scettici gli agricoltori, più interessati alla qualità e al costo di produzione. "Geneticamente modificato è una brutta espressione per il nostro mercato", spiega Todd Fryhover, presidente del comitato delle mele dello Stato di Washington che da solo produce più della metà del raccolto americano. Per Fryhover, il problema riguarda non solo il prodotto finale, ma anche la possibile impollinazione incrociata tra gli alberi naturali e quelli geneticamente modificati.
Numerose compagnie americane hanno investito in maniera massiccia sugli OGM per migliorare il sapore, aumentare i raccolti o rendere i prodotti più resistenti alla siccità. Anche i consumatori si sono abituati a questa procedure, ma rimane dubbio il successo commerciale della mela Arctic, i cui primi esperimenti sono stati fatti in Australia. In sostanza, il risultato dell' "eterna giovinezza" viene raggiunto bloccando nella frutta l’enzima che provoca il cambio di colore dopo alcuni minuti dal taglio.