Quale sarà il futuro per il settore ortofrutticolo dopo il 2013, quando verrà applicata la nuova Politica Agricola Comune (Pac)? A questo interrogativo ha cercato di rispondere Paolo Bruni, presidente della Cogeca (Confederazione generale delle cooperative agricole dell’Unione europea), intervenendo ad un seminario sul rinnovo della Pac e dell’Ocm, organizzato dal Consorzio Vog a Terlano (BZ), in occasione di Interpoma 2010.
"Negli ultimi anni – ha affermato Bruni – il comparto ha beneficiato delle novità introdotte dall’Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) che è entrata in vigore nel 2006 consentendo la nascita delle Organizzazioni dei produttori. Oggi queste Op rappresentano, a livello nazionale, un valore della produzione vicino ai 5 miliardi di euro, in grado di generare aiuti per circa 219 milioni di euro, destinati prevalentemente alla prevenzione ed alla gestione delle crisi di mercato ed alla realizzazione dei Programmi Operativi per pianificare e ammodernare il sistema produttivo così da adeguarlo sempre più alla nuove esigenze dei consumatori".
"Nonostante non abbia soddisfatto completamente le aspettative degli operatori - ha proseguito il presidente della Cogeca – l’Ocm ha comunque permesso al 37% dei frutticoltori organizzati in Op di realizzare programmi operativi decisamente determinanti per lo sviluppo ed il rinnovamento del settore. Ed è anche grazie a questo strumento che l’Italia mantiene la leadership europea nella produzione di frutta, con il 28% del raccolto totale, seguita dalla Spagna con il 25% e dalla Francia con il 15%". Ma, dopo il 2013, quale ruolo potrà avere il settore ortofrutticolo nello scenario disegnato dalla nuova Politica Agricola Comune?
Secondo Bruni, per poter garantire anche in futuro il giusto sviluppo a questo comparto, favorendone la stabilità e la competitività, è necessario puntare con decisione su alcuni aspetti. Prima di tutto, occorre garantire al settore della frutta e degli ortaggi un apposito budget finanziario non inferiore a quello attuale. Secondariamente, è necessario potenziare il ruolo delle OP e della AOP, nazionali e transnazionali, per migliorare il peso della produzione ed il suo posizionamento sul mercato attraverso l’innovazione di prodotto e di processo, adeguando l’offerta alla domanda.
Inoltre, secondo il presidente della Cogeca, occorre rafforzare il ruolo dei Programmi operativi quali efficaci mezzi di sviluppo e migliorare la trasparenza nelle transazioni commerciali, in particolare con la Grande Distribuzione Organizzata, per garantire una maggiore certezza sui prezzi di vendita, sui tempi di pagamento, sugli sconti e le promozioni. Parallelamente, nel quadro degli scambi commerciali all’interno dell’Europa e degli altri paesi del mondo, si deve favorire il riconoscimento della reciprocità delle norme amministrative, diminuendo le barriere fitosanitarie per assicurare una migliore circolazione delle merci.
"Infine – ha dichiarato Bruni – per prevenire le crisi e sostenere il reddito delle
imprese è necessario rivedere il regolamento comunitario in vigore, adeguando in primo luogo le compensazioni per i prodotti ritirati dal mercato, e costituire un osservatorio di mercato transnazionale capace di fornire quelle informazioni indispensabili per la gestione della produzione. Ma servono anche altri supporti oggi non ancora disponibili: in particolare occorre finanziare una assicurazione dei ricavi per il produttore ed una assicurazione dei crediti per le imprese poiché affrontando nuovi mercati si rischia il mancato pagamento del prodotto commercializzato".


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Bruni (COGECA): Quale futuro per l'ortofrutta dopo il 2013?
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