"Puglia: esperienza di reimpianto di vigneto con tecnica "vigna su vigna"
Qui di seguito presentiamo un esempio d’innovazione, ossia la possibilità nel realizzare impianti coltivando "vigna su vigna". E' da premettere che non sempre tale soluzione è possibile, in quanto occorre tenere presente il terreno e la sua fertilità equilibrata, ma soprattutto i problemi che da esso possono derivare, quali stanchezza, nematodi, funghi terricoli, scarsità di elementi nutritivi.
Stanchezza del terreno
Da un metabolismo anomalo della sostanza organica deriva un lento declino delle attività fisiologiche della pianta. La stanchezza del terreno può infatti sviluppare tossine come Prumasina, Amigdalina, le quali, insieme ai glucosidi prodotti dall’apparato radicale, portano ad un'alterazione della fertilità.
Lo stato di sofferenza della pianta rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente per la manifestazione di sintomi, che se presenti, sono dovuti all’intervento di fattori di disadattamento radicale (Zucconi). Tossine, fattori inquinanti chimici organici e inorganici, biologici, asfissia, compattazione, possono portare alla manifestazione di questa sofferenza.
Nematodi
L'eliminazione di diversi prodotti chimici nella lotta ai nematodi, e anche del bromuro di metile, ha avuto come conseguenza crescenti problematiche nel reimpianto. La presenza di Meloydogine, Macroposthonia, Pratylenchus e nella vite soprattutto lo Xiphinema, è causa di alterazioni e fenomeni di virosi. I tempi del reimpianto, con lunghi anni di rotazione del terreno a graminacee, rimangono tecniche agronomiche molto valide, ma non più perseguibili, in quanto antieconomiche. La prova della tecnica alternativa "vigna su vigna", effettuata in campo, mira a diminuire i tempi di reimpianto e abbattere i relativi costi.
Funghi terricoli
Questa è sicuramente la maggiore problematica che i viticoltori devono affrontare da qualche anno: la presenza nei terreni di Armillaria, Rosellinia e Collybia (riscontrata dal dott. Guario anche in Puglia). Sono funghi la cui azione è improvvisa e devastante. Apoplessia e morte della pianta, quasi all’improvviso, con un micelio biancastro che avvolge la radice dall’esterno (Rosellinia) o sottocorticale (Armillaria). Non dimenticando Fusarium e Verticillium.
L'esperienza "vigna su vigna"
Come spiega il dott. Giuseppe Perrotta: "Quest’anno abbiamo realizzato quattro nuovi reimpianti "vigna su vigna" in quattro aziende diverse pugliesi: Az F.lli Giacovelli in agro di Ginosa Marina, Az. Iaffaldano Pietro in agro di Rutigliano, Az Sasso Vincenzo e Dimolfetta Mimmo in agro di Bisceglie". Le foto dei nuovi impianti sono qui di seguito riportate.
Az F.lli Giacovelli in agro di Ginosa Marina.
Az. Iaffaldano Pietro in agro di Rutigliano.
Az Sasso Vincenzo in agro di Bisceglie.
Az. Dimolfetta Mimmo in agro di Bisceglie.
Qualche suggerimento su come operare
"Nello spiantare il vecchio impianto - consiglia Perrotta - è buona norma irrorare la vegetazione con una soluzione di glifosate al 2%. Questo trattamento, per le caratteristiche del prodotto, devitalizza le radici, producendo il disseccamento della pianta ma anche la morte dei nematodi. Dopo alcuni mesi, si procederà all’espianto avendo l’accortezza di eliminare tutti i pezzi di radice possibili muovendo il terreno in diversi momenti".
"E' buona norma, anzi fondamentale cambiare portainnesto evitando, per la sua sensibilità, il 420 A. Il passo successivo, prima di procedere, è quello eseguire un'analisi completa del terreno, compresa la valutazione dei nematodi presenti, seguita da una buona preparazione del terreno e da una concimazione di fondo".
Prodotti impiegati
Le barbatelle sono state micorrizate utilizzando il MICOSAT F TAB oggi disponibile nella formulazione Plus. La micorrizazione si effettua al momento della messa a dimora delle barbatelle con il MICOSAT F alla dose di 60-100 Kg/Ha e da 6-10 Kg/ha di Micosat F Tab o Tab Plus nei richiami successivi in due interventi.
L'utilizzo del Micosat permette di migliorare la fertilità della rizosfera, di contrastare la stanchezza del terreno e di eventuali funghi terricoli presenti (Armillari, Rosellina) e di difendere la radice da attacchi di nematodi. Il miglioramento della fertilità è dovuto all’attività delle micorrize e alla maggiore esplorazione del terreno, tanto che si consiglia una consistente diminuzione delle concimazioni.
Altro prodotto impiegato e il TEQUIL. (nella foto qui accanto: l'applicazione presso l'azienda Iaffaldano Pietro). Il suo utilizzo serve per contrastare la presenza di nematodi per la sua composizione ricca di saponine. Frutto di una ricerca mirata nell’ambito delle sostanze di estrazione vegetale, TEQUIL è il nome di una miscela concentrata di estratti vegetali (Quillaja saponaria mol., Yucca schidigera e Tagetes spp.) con attività fitofortificante dell’apparato radicale, che diventa così più resistente agli attacchi di nematodi e funghi del suolo.
Conclusioni
"In tutte le aziende dove è stato realizzato, con tempistica diversa, l’impianto "vigna su vigna", è possibile affermare che il risultato sia molto soddisfacente", osserva Perrotta. "Siamo solo al primo anno, ma informeremo il pubblico sulla continuità e sviluppo di questi impianti".
"Poter svellere e ripiantare è già un guadagno in termini economici e di organizzazione del lavoro, ma poter conservare la struttura precedente, se in buona condizione, è sicuramente un risparmio sui costi di ammortamento dell’impianto stesso, specie in tempi in cui il mercato sembra non voler più riconoscere all’uva pugliese il suo giusto valore", conclude Perrotta.
Per maggiori info:
Dott. Giuseppe Perrotta
Tel.: (+39) 080 673802
Cell.1: (+39) 338 1257637
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