Dagli scarti agricoli del banano si puo' creare carta e un materiale simile al legno
Grazie ai fondi pubblici per giovani imprenditori ed a una borsa di studio riesce a costruire il primo prototipo. Ma il 70% delle piante di papiro non sono utilizzabili perché ubicate in parchi nazionali protetti. L’ingegnere Azer decide così di produrre carta utilizzando gli scarti delle piante di grandi produzioni agricole. Una scelta in linea con il suo spirito verde, visto che l’industria cartaria inquina le acque e usa un terzo della produzione totale del legno. Dopo un’approfondita ricerca, ne individua una serie, le cui caratteristiche rispondono a ciò che ha in mente e si adattano ai suoi macchinari.
Interno di un bananeto con un banano ed il suo casco di banane
Tra loro sceglie la Musa Paradisiaca, quella con il nome più comprensibile ("mauzah" in arabo significa banana). Approfondendo i suoi studi si rende conto delle grandi potenzialità economiche ed ambientali della pianta. Ogni ramo del banano produce un solo casco di frutta, il cui raccolto avviene ogni 6-9 mesi insieme al taglio del fusto che, giacendo al suolo, si decompone generando grandi quantità di anidride carbonica e metano. Un rifiuto chiamato "pinzone", il cui smaltimento costa caro agli agricoltori che ne lasciano sul terreno milioni di tonnellate. Solo le piantagioni delle banane del tipo Cavendih, che coprono circa 10 milioni di ettari e con circa 2.000 piante per ettaro, potrebbero fornire materia prima per l’intero consumo mondiale di carta.
Per Azer il cammino ora è chiaro. Ritocca e mette a punto il suo macchinario e nel 2004 fonda la Papyrus Autralia oggi società pubblica quotata alla Borsa di Adelaide,di cui Ramy Azer (il primo da sinistra nella foto a lato) è direttore generale e socio di maggioranza. Tra i suoi prodotti non solo carta ma tranciati per impiallacciature, pannelli, cartone e cartoncino, ottenuti dalla riconversione dei fustoni e dagli scarti di fibre dei bananeti, attraverso la tecnologia brevettata di Papyrus. Una lavorazione che non genera rifiuti, utilizza quantità minime di reagenti e consuma pochissima acqua ed energia.
Nel 2009, insieme a Mario Cassan, titolare della società distributrice di derivati del legno "3W Sam Bois", Ramy Azer dà vita al progetto Beleaf: pannelli da impiallacciatura per arredamento e rivestimenti per abitazioni, auto e barche. "Si tratta di materiali molto resistenti, idrorepellenti e ignifughi - ha detto Ramy Azer - Con questo materiale non ho l’ambizione di creare qualcosa che sia meglio del legno, ma in futuro potrebbe essere un sostituto".
L’attrezzatura per la produzione è semplice e può essere installata vicino alle piantagioni con grandi vantaggi di trasporto, quindi economici ed ambientali. I produttori di banane dell’Ecuador, che spendono 3 miliardi di dollari l’anno in cartoni da imballaggio, sono stati i primi a mostrare interesse per questa tecnologia. Ramy Azer, per ora, vuol focalizzare il suo business solo sulla banana, ma non esclude di considerare l’uso di altri tipi di fibre vegetali.
Costa Rica: invece di marcire, i rifiuti delle piantagioni diventano carta
Quando nel 1989 Harry Johansing sbarcò in Costa Rica per seguire la passione verso il surf, restò colpito dalla bellezza della natura, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe diventato un vero crociato della "Carta alternativa".
Oggi la sua Costarica Natural Ecopaper riesce ad utilizzare tutti i rifiuti che imputridiscono a terra nelle piantagioni del Paese. Inizialmente Harry ha fatto pratica producendo carta riciclata. In seguito ha aggiunto circa un 20% di fibre provenienti dagli scarti dell’agricoltura, rendendola più bella e qualitativamente migliore.
Con l’amico Jan Ratowsky, ha creato un metodo di miscelazione senza utilizzo di prodotti chimici, a bassissimo consumo d’acqua ed energia. Insieme hanno fondato la Costarica Natural Comp. Ecopaper, una delle prime aziende produttrici di carta non da cellulosa, l’unica ad avere la certificazione di "Banana Paper". Il suo prodotto è la carta nelle classiche declinazioni: Agende, blocchi, risme per fotocopie, buste e biglietti decorati con colori naturali.
Il tutto acquistabile su Internet ed esportato in Usa, Messico, Europa. Ogni foglio di Ecopaper è ottenuto da un mix di carta riciclata e fibre di banana, caffè, tabacco. I processi di lavorazione sono ecocompatibili e l’utilizzo di scarti agricoli rende il sistema economico e ambientalmente corretto.
Fonte: Michele Pietrasanta – rivisto ed adattato da un articolo di Donatella Zucca su Espansione – Aprile 2010