"Venezia: 500 tonnellate di carote "biologiche" trattate con diserbanti"
"Dopo lunghe indagini, e numerosi controlli nel settore dell'agricoltura biologica, di cui l'Italia è uno dei maggiori paesi produttori a livello europeo in quanto a superfici coltivate, i carabinieri del Nucleo Antifrodi di Parma1 denunciavano alla Procura della Repubblica di Venezia 5 persone per il reato di concorso in frode aggravata nell'esercizio del commercio.
L'indagine ha preso il via da numerosi controlli straordinari dei carabinieri del N.A.C. di Parma a diverse aziende agricole operanti nel settore delle produzioni orticole biologiche di tutto il nord Italia.
Le attività si sono poi concentrate su di un'impresa della Provincia di Venezia.
Dopo attenta analisi della documentazione reperita presso la società oggetto di indagine, i militari si sono accorti che la stessa, nonostante avesse subito la perdita della quasi totalità del raccolto a causa di un evento alluvionale, aveva posto in commercio una notevole quantità di produzione biologica come se nulla fosse accaduto.
E' emerso altresì che in passato, la stessa ditta era già stata sanzionata dall'organismo di certificazione e controllo, al quale aderiva, per aver fatto uso di diserbante nelle produzioni bio (produzioni per le quali è tassativamente vietato).
Tale anomalia insospettiva gli ufficiali di P.G. che approfondivano le indagini effettuando dei campioni di terreno per verificare se fossero stati utilizzati prodotti diserbanti anche successivamente e che sono assolutamente vietati dai vigenti regolamenti comunitari che normano le produzioni biologiche.
I risultati delle analisi, svolte con la collaborazione dell'ARPA regione veneto confermavano la presenza di due molecole utilizzate nei principi attivi di alcuni prodotti chimici ad azione diserbante.
L'anomalia veniva immediatamente comunicata all'organismo di certificazione e controllo a cui era assoggettata la società oggetto di indagine che prendeva i provvedimenti del caso ed in particolare imponeva: la soppressione delle indicazioni al metodo dell'agricoltura biologica per i prodotti derivanti dagli appezzamenti in questione, la conversione dello stesso ad agricoltura convenzionale per un anno, l'obbligo di informare per iscritto gli eventuali acquirenti che il prodotto non rispettava le caratteristiche biologiche richieste ed il contestuale ritiro dell'eventuale dichiarazione di conformità a questi eventualmente già consegnata.
Nel medesimo contesto veniva deferito in stato di libertà anche un Agronomo responsabile. Infatti tale condotta non poteva avere luogo senza la "connivenza" dell'ispettore tecnico dell'organismo di certificazione e controllo, incaricato delle verifiche aziendali volte al mantenimento della certificazione biologica della società in questione.
I militari accertavano che lo stesso, nelle ripetute ispezioni aziendali effettuate negli ultimi due anni, aveva condotto gli accertamenti "chiudendo spesso un occhio" su quanto avveniva in azienda, ed in particolare ometteva di rilevare la quasi totale distruzione delle coltivazioni biologiche dovuta all'evento alluvionale né si "accorgeva" di altre gravi anomalie presenti, quali ad esempio l'uso di diserbanti non consentiti. Per tale motivo è stato anch'egli denunciato, in concorso con i soci dell'azienda, per il reato di frode in commercio aggravata.
Tale "modus operandi" permetteva alla società agricola di porre sul mercato 5.000 q.li di carote convenzionali per biologiche con destinazione finale, tra le altre, anche la grande distribuzione, che oltre ad ingannare numerosi consumatori, gli ha permesso di ottenere in sei mesi un illecito guadagno aggiuntivo dovuto al valore aggiunto derivante dal marchio "BIO" di quasi 100.000 euro".