Al centro di Expo 2015 il progetto di un orto planetario
Presente anche il pool di architetti ideatori del masterplan, Stefano Boeri, Ricky Burdett e Jacques Herzog, quest'ultimo intervenuto con una testimonianza registrata che hanno approfondito gli aspetti più innovativi del progetto. "Stiamo costruendo un orto planetario che non ha precedenti e quindi bisogna valorizzarlo", ha anticipato Boeri. In questa fase in cui si inizia a immaginare cosa si potrà fare sui terreni dopo l'evento, Boeri ha spiegato che "le future costruzioni dovranno posizionarsi solo a livello perimetrale".
L'orto planetario, quindi sarà l'elemento distintivo dell'Expo. "L'orto - ha spiegato Boeri - porterà non solo pezzi di natura, ma anche pezzi di agricoltura provenienti da tutto il mondo". Il suo mantenimento e il suo ruolo dopo il 2015 "sarà la vera eredità dell'Expo". Boeri immagina un ruolo di polo dell'agroalimentare che avrà una valenza economica importante per "la capacità di portare turismo", ma anche per la capacità di "porsi come polo della ricerca scientifica dove studiare le trasformazioni dell'agricoltura e come polo educativo e didattico".
Nei sei mesi dell'Expo, sui terreni saranno impiantate tre grandi serre, una da 15.000 mq e due da 8.000 mq che ricreeranno i vari microclimi, quello tropicale, quello della savana e quello desertico. "Bisogna fare uno sforzo - ha spiegato Boeri - per immaginare il futuro dell'Expo dopo l'Expo valorizzando questo orto planetario". In questo senso "non serve occuparsi di cosa costruire" perché "l'orto è il lascito più importante" e sulle aree si dovrà creare "un polo dell'agroalimentare ricavando magari spazi per ristoranti multietnici".