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La genetica allunga la vita del pomodoro: sul mercato varieta' che durano 45 giorni

A breve nei reparti ortofrutta di supermercati o ipermercati o negli stand degli ortomercati dovrebbero debuttare i pomodori a lunga conservazione. Si tratta di una nuova varietà di pomodori costituita dopo aver prelevato dal Dna della pianta i geni dei due enzimi responsabili della maturazione dell’ortaggio.

A questo risultato destinato a generare interessanti ricadute economiche sia per i produttori, sia per condizionatori e commercianti del popolare ortaggio è giunto Asis Datta del National Institute of Plant Research di Nuova Dheli.

Il "pool" di ricercatori ha identificato i due enzimi responsabili della maturazione del pomodoro dopo la raccolta. I problemi del post-raccolta per i prodotti ortofrutticoli in genere e per il pomodoro in particolare, trattandosi di prodotti deperibili, sono essenzialmente riconducibili alla loro conservazione.

Tanto più è breve la "shelf-life" del pomodoro, tanto più alto diventa il rischio di perdite economiche consistenti (le perdite della merce nel post-raccolta arrivano fino al 40%) sia per il produttore, sia per il commerciante perché maturando troppo in fretta diventa invendibile.

Togliendo i geni per questi enzimi, alfa-mannosidasi (Alfa-Man) e beta-D-Nacetilesosaminidasi (Beta-Hex) i pomodori restano sodi e succosi per 45 giorni, contro i 15 circa di un pomodoro standard.

La notizia è stata riportata sulla rivista dell’Accademia Americana della Scienze-PNAS. "In un’economia globalizzata – scrivono gli autori del lavoro su PNAS – il controllo del processo di maturazione di frutta ed ortaggi è di importanza strategica perché l’eccessivo rammollimento di questi alimenti limita la loro vita sugli scaffali".

I ricercatori si affrettano a precisare che l’intervento di ingegneria genetica agisce solo sui geni degli enzimi, ma non incide minimamente né sulla pianta, né sulla quantità e qualità del raccolto.

Fonte: www.ansa.it
Data di pubblicazione:

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