Il fagiolo di Sarconi (PZ), volano di sviluppo per la Val d'Agri
Il prodotto viene coltivato su circa 500 ettari, per un volume annuo di oltre 5.000 tonnellate. Il fagiolo di Sarconi diventa, sulle tavole importanti dei principali ristoratori del centro nord (ma anche nelle case degli intenditori), un bene prezioso, acquistato a peso d’oro.
"Un prodotto di nicchia di tutto rilievo" lo definisce il prof. Ettore Bove della Facoltà di Economia dell’Università della Basilicata, sostenendo che dopo anni di celebrazioni della stessa sagra sarconese, con i piatti di fagioli e di lagane offerti ai visitatori, ora è la volta di aprire ai mercati, soprattutto quelli più interessanti del Nord Italia, ma anche di Roma e del Mezzogiorno. Mercati da ricercare con impegno e dedizione, per fare in modo che questo evento non sia la solita sagra paesana di cui sono stracolmi i centri piccoli e grandi nelle calde serate d’agosto.
Darsi da fare per cercare sbocchi di mercato per coltivatori e produttori, pienamente orgogliosi di vendere il primo fagiolo del Sud certificato con marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta): ecco la parola d’ordine rivolta a sindaci e amministratori, ma anche alla Regione Basilicata, consapevole che queste produzioni hanno un valore aggiunto inestimabile, se si cambia rotta e si imprime al settore una spinta davvero rinnovatrice.
Naturalmente destinatario del messaggio è anzitutto il primo cittadino di Sarconi, Cesare Marte. Da anni parla in termini trionfalistici delle varie sagre che finiscono per non spostare di un millimetro lo scenario di disoccupazione e di abbandono anche delle campagne più produttive della Basilicata e del Sud.
Ci sono, intanto, produttori che già seguono percorsi interessanti, come per esempio Domenico Belisario, coltivatore e produttore entusiasta dei fagioli, che cura come merce di grandissimo pregio. La sua è un’arte, ma al tempo stesso una straordinaria passione capace di coinvolgere l’intera famiglia.
Il podere di Domenico si estende lungo un pianura delimitata da un antico acquedotto romano, sotto il castello di Moliterno, dove storia e produzioni, agricoltura e lavoro diventano un mix addirittura invidiabile per slancio e interesse, non solo economico.
Il fagiolo di Sarconi è il fiore all’occhiello di una capacità di essere sui mercati e fare dell’agricoltura non certo un’attività marginale, ma un elemento trainante per lo sviluppo.