David Langston, fitopatologo presso l'Università della Georgia sta conducendo una ricerca volta ad individuare la fonte di inoculo di un fungo responsabile del cancro gommoso delle angurie (GBS).La patologia, una volta che un campo ne viene colpito, è molto difficile da contenere, in special modo in condizioni di clima caldo e umido. Essa attacca foglie e gambi riducendo drasticamente la resa produttiva delle piante e spesso uccidendole.
Gli agricoltori di solito irrorano le coltivazioni con fungicidi almeno otto volte nell'arco della stagione produttiva, una volta alla settimana tra aprile e giugno al fine di contrastare la patologia. Ogni applicazione ha un costo medio di 25 dollari l'acro. Lo stato americano della Georgia è un grande produttore di angurie (tra 25.000 e 30.000 acri coltivati quest'anno, cioè tra 11.000 e 12.000 ettari).
Ora però il dott. David Langston, insieme al collega Kate Stevenson, vogliono vedere con maggior chiarezza nel meccanismo di insorgenza della malattia e per fare questo hanno deciso di avvalersi di macchinari per l'analisi delle spore che vengono trasportate dal vento sulle coltivazioni di angurie. "Se non si sa da dove proviene l'inoculo, è quasi impossibile controllare una fitopatia", spiegano i ricercatori.
Il problema è infatti molteplice. Da una parte, il cancro gommoso appare sempre più resistente ai fungicidi impiegati per contrastarlo; dall'altra, non è chiaro se il primo inoculo avvenga per dispersione di spore tra campi di piante infette o se esso avvenga addirittura nel seme.
Le sementi di anguria provengono infatti da Asia, Sud America e Australia, paesi che utilizzano a loro volta fungicidi contro il cancro gommoso: il problema è che nessuno conosce con esattezza quali sostanze chimiche e quanto spesso vengano impiegate. I semi vengono fatti germogliare in serre durante l'inverno e le piantine vengono poste in coltivazione nei campi della Georgia nei mesi di marzo e aprile.
I ricercatori determineranno se già allo stadio di germoglio le piante di anguria contengono in latenza la patologia fungina o se essa venga trasmessa mediante spore aeree invece che già dal seme. Eventuali spore "catturate" mediante appositi macchinari saranno a lorovolta sottoposte ad analisi per valutarne la resistenza ai fungicidichimici.
Se si determinerà che la malattia è ingenerata a livello di seme, si svilupperanno programmi in collaborazione con le aziende sementiere per risolvere la problematica; se invece emergerà un innesco della malattia mediante le spore, potrebbero essere sviluppati programmi più aggressivi di rotazione dei fungicidi utilizzati e migliorare le tecniche di gestione delle coltivazioni.