In arrivo la macchina che lava l'uva per il vino da materiali estranei e pesticidi
"Un vero e proprio lavaggio delle uve - spiega il responsabile dell'unità microbiologia e tecnologia alimentari Iasma, Agostino Cavazza - che abbatte il contenuto di metalli pesanti presenti nel mosto, soprattutto il solfato di rame (usato come antimuffa), e consente fermentazioni alcoliche più veloci: su tre prove effettuate utilizzando uve bianche e su quattro prove su uve rosse, abbiamo notato che la fermentazione è durata un giorno di meno: questo significa che l'uva sta meglio". Buoni i risultati, sottolinea l'Istituto, anche per quanto riguarda la concentrazione di quegli antiparassitari che normalmente sono presenti in quantità minima e ben al di sotto dei limiti massimi consentiti nel vino. "In seguito al lavaggio delle uve - afferma Cavazza - il quantitativo scende ulteriormente fino a non essere più rilevabile".
La vasca ha una capienza di tremila litri e in tre ore riesce a lavare 30 quintali d'uva da foglie, insetti, frammenti di terra, e, ovviamente, dai pesticidi. Un processo che per ora è "un po' lungo", dice Cavazza, e si adatta soprattutto alle imprese di piccole dimensioni. L'intero macchinario è lungo circa 8 metri e mezzo e, oltre alla vasca, è composto da un nastro trasportatore che, dopo la prima immersione, conduce l'uva a un risciacquo con acqua naturale e a una successiva asciugatura con tre potenti getti d'aria. Ovviamente, spiega Cavazza, le uve devono essere "perfettamente sane altrimenti parte degli acini si perde" durante il lavaggio. L'immersione in acqua consente anche di abbassare e refrigerare l'uva. Un sistema che risulta molto utile per le vendemmie del sud Italia.
Dopo questa fase sperimentale, iniziata nel 2007 e già a buon punto, si sta attualmente valutando la possibilità di applicare questa macchina nel contesto enologico trentino. Intanto, grazie a quella che è stata battezzata la "Jacuzzi delle vigne", il vino è stato prodotto, imbottigliato e immesso in commercio. I prezzi del prototipo? "Troppo presto per parlarne - spiegano - è tutto da vedere".
Fonte: alice.it