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Per la prima volta in Italia, dal 15 al 17 aprile 2008

Treviso: convegno dell’International Burkholderia Cepacia Working Group

Dal 15 al 17 aprile si tiene per la prima volta in Italia il convegno annuale dell’International Burkholderia Cepacia Working Group, presso la tenuta Ca’ Tron della Fondazione Cassamarca a Roncade (TV), dove è anche attivo un laboratorio di sperimentazione sulla biosicurezza in agricoltura gestito dall’ICGEB e dove si portano avanti importanti studi sul ruolo di questi batteri nella coltivazione di diverse piante importanti per l’alimentazione umana.

Incaricati della sua realizzazione i ricercatori Vittorio Venturi, dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB; con sedi a Trieste, New Delhi, CapeTown e Ca’Tron di Roncade), e Paola Cescutti e Roberto Rizzo, del Dipartimento di Scienza della Vita dell’Università di Trieste.

Si tratta di un appuntamento di grandissimo livello scientifico, patrocinato dall’università di Trieste, che tradizionalmente si tiene alternativamente in Nord America ed in Europa: è la prima volta che si svolgerà in Italia e questo costituisce senza dubbio un riconoscimento importante alle ricerche condotte dai gruppi attivi nell’area triestina e trevigiana sia presso l’Università che presso l’ICGEB.

Al centro del convegno i batteri del Complesso della Burkholderia cepacia, batteri ambientali che vivono nel suolo e normalmente sono associati ad alcune piante come il mais e le cipolle. Il nome viene proprio dal latino "cepa" che vuol dire cipolla. E proprio alle cipolle i batteri causano danni, provocando marciumi. La loro capacità di degradare numerose sostanze contaminanti del suolo li aveva candidati ad un utilizzo per decontaminare ambienti compromessi.

Tuttavia, negli anni ’80 dello scorso secolo sono state individuate gravi infezioni polmonari in pazienti affetti da fibrosi cistica da parte di batteri del complesso della Burkhloderia cepacia, che si sono rivelati quindi patogeni opportunisti in grado, a volte, di portare a morte in età precoce per necrosi polmonare e comunque di provocare gravi disfunzioni polmonari.

Fonte: agenziaaise.it

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