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Toscana: Val di Bisenzio, il progetto-castagna diventa realta'

I castanicoltori della Val di Bisenzio avranno finalmente un disciplinare di produzione, che garantisce la tipicità di questo prodotto e dei suoi derivati come la farina dolce. E’ stato infatti presentato in un convengo che si è svolto al Museo ex Meucci di Mercatale di Vernio (Prato), organizzato nell’ambito della Fiera agricola di San Giuseppe, il disciplinare di produzione e la bozza dello statuto che sarà il punto di partenza per la nascita dell’associazione dei castanicoltori, promossa dalla Comunità Montana e dai Comuni di Cantagallo e Vernio, che vedrà la luce entro poco tempo.

Infatti a metà aprile è prevista una riunione di tutti i castanicoltori della vallata e a maggio la sottoscrizione pubblica dello statuto alla presenza dei presidenti delle associazioni di categoria e quindi la nascita ufficiale dell’associazione.

Il numero di piante coltivate, secondo un recente censimento della Comunità Montana, sono 6.335 per una produzione di castagne pari a 50.680 chilogrammi mentre sono 16.893 i chilogrammi di farina la farina uscita dagli otto mulini ancora attivi. Si tratta quindi una realtà produttiva di nicchia, ma molto importante per l’economia della vallata. Per questo motivo è nata l’esigenza di far nascere una associazione di castanicoltori per la valorizzazione e più ampia commercializzazione di questo prodotto tipico.

Il disciplinare prevede la denominazione "castagna della val di Bisenzio" per la commercializzazione del prodotto fresco, essiccato o sfarinato come base per la preparazione di prodotti derivati e che deve vedere tutte le fasi, dalla raccolta all’essiccazione, nel territorio della Val di Bisenzio. Con questo marchio si punta a rendere riconoscibile il prodotto per garantire al consumatore la sua qualità.

Inoltre dopo una prima fase di avviamento potrà essere intrapresa la procedura per l’ottenimento della classificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) del prodotto. Per quanto riguarda le caratteristiche della castagna, il disciplinare prevede che siano prodotte dalle varietà storicamente presenti in vallata come il "caralese", "carrarese" ed altre e che la raccolta "deve essere effettuata manualmente o con mezzi meccanici dopo la caduta dei frutti dal 1 ottobre al 15 novembre di ogni anno".

L’essiccazione invece dovrà "avvenire esclusivamente a fuoco lento nella struttura tradizionale chiamata canicciaia". Una volta essiccate le castagne saranno macinate nei mulini a macine di pietra "possibilmente azionate idraulicamente". Infine "è vietato l’uso di additivi di qualsiasi genere".

Fonte: intoscana.it

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