Arriva così a conclusione il lungo iter iniziato con la presentazione al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, nel 2002, dell’istanza di registrazione della denominazione da parte della Cooperativa "Il Marrone di Roccadaspide". L’IGP Marrone di Roccadaspide va ad aggiungersi alle 168 specialità agroalimentari italiane che hanno avuto finora il riconoscimento DOP o IGP da parte della UE. La Campania, con 15 denominazioni protette, diventa la prima regione del Mezzogiorno per numero di prodotti tutelati.
La zona di produzione del "Marrone di Roccadaspide IGP" è localizzata nella provincia di Salerno ed in particolare nell'areale che comprende gli Alburni, il Calore salernitano e una parte del Cilento, coincidente in larga misura con il territorio del Parco del Cilento e Vallo di Diano. I Comuni interessati sono 70 (ma il territorio considerato è solo quello posto al di sopra dei 250 m. slm.), le Comunità Montane sono 7.
La coltivazione si estende su una superficie di circa 4.200 ettari, con un trend di crescita costante a seguito dei continui reinnesti dei castagneti obsoleti con la varietà che dà origine all’IGP. Il 10-15% circa della produzione viene consumata allo stato fresco, la restante quota è destinata all’industria di lavorazione e trasformazione, considerata la buona versatilità del prodotto e il suo impiego in tante preparazioni. La produzione media annua è pari a 5-6 mila tonnellate, con un fatturato che si aggira intorno ai 5 milioni di euro.
La tutela con l’IGP del Marrone di Roccadaspide si aggiunge in Campania a quella già da tempo disposta per la Castagna di Montella e l’auspicio è che tale ambito riconoscimento possa determinare una spinta per gli operatori della filiera ad aderire al sistema di certificazione e all’utilizzo del marchio per la commercializzazione, specie all’estero, del prodotto.