Qualche precisazione sulla patata OGM
L'equivoco è che la patata Amflora, frutto di ingegneria genetica, sia destinata a invadere il mercato del consumo fresco. Informiamo invece i nostri lettori che questa patata è stata sviluppata per usi tutt'altro che alimentari. Si tratta di un tubero pensato per la trasformazione industriale in carta. Altri utilizzi previsti sono quelli nell'industria tessile e in quella degli adesivi.
Rispetto a una normale patata, infatti, Amflora presenta un amido costituito solo di amilopectina, un polimero del glucosio che, insieme all'amilosio, compone appunto l'amido. L'amilopectina ha una struttura molecolare molto ramificata, che la rende analoga alla cellulosa per viscosità e stabilità. Mentre una normale patata contiene amido costituito da una composizione 80/20 di amilopectina e di amilosio, Amflora contiene solo amilopectina.
Gli impieghi industriali di questo prodotto dovrebbero essere salutati positivamente: produrre carta dalle patate risparmierà gli alberi e una colla derivata da questo tubero risulterà assai meno tossica di qualunque adesivo chimico.
Tra l'altro, l'EFSA - cioè l'Autorità europea sulla sicurezza alimentare - ha riscontrato l'assenza di rischi connessi alla coltivazione di tale patata, in quanto non può impollinare altre specie né rilascia sostanze nocive. Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato: "Questa patata è assolutamente sicura: le evidenze scientifiche sono irrefutabili."
A nostro avviso, una motivata e condivisibile diffidenza nei confronti degli organismi geneticamente modificati non deve trasformarsi in una chiusura ideologica preconcetta, di stampo sensazionalistico o anti-scientifico.