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Workshop su Innovazione agroalimentare a Foggia

"In occasione del XXII ciclo del Dottorato di Ricerca in "Gestione dell'Innovazione nei Sistemi Agroalimentari della Regione Mediterranea" dell’Universita' di Foggia, coordinato dal Prof. Giancarlo Colelli, il Dipartimento PRIME dell’Universita' ha organizzato, in data 8 marzo 2010, un Workshop, giunto alla sua quarta edizione, in cui, attraverso il contributo di prestigiosi relatori, si e' discusso in modo interdisciplinare di innovazione nei sistemi agricoli ed alimentari."
"In occasione del XXII ciclo del Dottorato di Ricerca in "Gestione dell'Innovazione nei Sistemi Agroalimentari della Regione Mediterranea" dell’Universita' di Foggia, coordinato dal Prof. Giancarlo Colelli, il Dipartimento PRIME dell’Universita' ha organizzato, in data 8 marzo 2010, un Workshop, giunto alla sua quarta edizione, in cui, attraverso il contributo di prestigiosi relatori, si e' discusso in modo interdisciplinare di innovazione nei sistemi agricoli ed alimentari."
"Il Prof. Giancarlo Colelli - coordinatore del Dottorato di Ricerca in "Gestione dell'Innovazione nei Sistemi Agroalimentari della Regione Mediterranea" - ha spiegato che il collegamento tra corso di Dottorato e Workshop consente ai giovani ricercatori di farsi subito conoscere in campo internazionale."
"Il Prof. Giancarlo Colelli - coordinatore del Dottorato di Ricerca in "Gestione dell'Innovazione nei Sistemi Agroalimentari della Regione Mediterranea" - ha spiegato che il collegamento tra corso di Dottorato e Workshop consente ai giovani ricercatori di farsi subito conoscere in campo internazionale."
I saluti del Prof. Sevi, Preside della Facolta' di Agraria dell'Universita' di Foggia.
I saluti del Prof. Sevi, Preside della Facolta' di Agraria dell'Universita' di Foggia.
Giuliano Volpe, Rettore dell'Universita' di Foggia, ricorda che il Workshop e' ormai una tradizione e che si tratta della giusta strada da percorrere per una dimensione attiva e internazionale dei corsi di Laurea e di Dottorato.
Giuliano Volpe, Rettore dell'Universita' di Foggia, ricorda che il Workshop e' ormai una tradizione e che si tratta della giusta strada da percorrere per una dimensione attiva e internazionale dei corsi di Laurea e di Dottorato.
L'aula del Workshop.
L'aula del Workshop.
Il prof. Giancarlo Colelli ringrazia il Rettore e da' avvio ai lavori della mattinata, coordinati dalla D.ssa Rossella Gigli (a destra), caporedattore di FreshPlaza Italia.
Il prof. Giancarlo Colelli ringrazia il Rettore e da' avvio ai lavori della mattinata, coordinati dalla D.ssa Rossella Gigli (a destra), caporedattore di FreshPlaza Italia.
Il Prof. Angelo Visconti, Direttore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR di Bari, ha preso per primo la parola, illustrando i recenti risultati di progetti Europei inerenti il controllo delle micotossine negli alimenti e nei mangimi animali. Le micotossine sono composti tossici prodotti dai miceti (muffe), con effetti negativi sulla salute umana e animale.
Il Prof. Angelo Visconti, Direttore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR di Bari, ha preso per primo la parola, illustrando i recenti risultati di progetti Europei inerenti il controllo delle micotossine negli alimenti e nei mangimi animali. Le micotossine sono composti tossici prodotti dai miceti (muffe), con effetti negativi sulla salute umana e animale.
L'ISPA (Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari) del CNR di Bari e' attivamente coinvolto in alcune di queste ricerche europee, le quali si propongono di standardizzare i metodi di analisi sulle micotossine in alimenti e mangimi e di mettere a punto sistemi di analisi rapidi, economici e di semplice utilizzo. L'obiettivo finale e' quello di ridurre il piu' possibile i livelli di micotossine nelle fasi iniziali della catena alimentare.
L'ISPA (Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari) del CNR di Bari e' attivamente coinvolto in alcune di queste ricerche europee, le quali si propongono di standardizzare i metodi di analisi sulle micotossine in alimenti e mangimi e di mettere a punto sistemi di analisi rapidi, economici e di semplice utilizzo. L'obiettivo finale e' quello di ridurre il piu' possibile i livelli di micotossine nelle fasi iniziali della catena alimentare.
La Dott.ssa Marita Cantwell dell’Universita' della California Davis (USA) ha affrontato il tema della fisiologia postraccolta degli ortaggi in relazione alla temperatura e alla composizione atmosferica. Fornendo esempi specifici, tratti da ricerche condotte su singoli vegetali, la Cantwell ha mostrato come il ricorso all'atmosfera modificata non possa essere considerato l'unica soluzione per una maggiore conservabilita' dei prodotti e che il fattore temperatura va dosato a seconda dell'ortaggio che si intende preservare.
La Dott.ssa Marita Cantwell dell’Universita' della California Davis (USA) ha affrontato il tema della fisiologia postraccolta degli ortaggi in relazione alla temperatura e alla composizione atmosferica. Fornendo esempi specifici, tratti da ricerche condotte su singoli vegetali, la Cantwell ha mostrato come il ricorso all'atmosfera modificata non possa essere considerato l'unica soluzione per una maggiore conservabilita' dei prodotti e che il fattore temperatura va dosato a seconda dell'ortaggio che si intende preservare.
Alla base di ogni tecnologia di conservazione dei prodotti freschi nella fase di post-raccolta, infatti, deve esserci una comprensione della fisiologia di ogni singolo ortaggio. Il primo elemento, dal quale non si puo' prescindere, e' il ritmo respiratorio di ogni vegetale. Intervenire sulla composizione atmosferica e sulla temperatura agisce sul ritmo respiratorio, ma non sempre preserva il prodotto da un deterioramento qualitativo e nutrizionale.
Alla base di ogni tecnologia di conservazione dei prodotti freschi nella fase di post-raccolta, infatti, deve esserci una comprensione della fisiologia di ogni singolo ortaggio. Il primo elemento, dal quale non si puo' prescindere, e' il ritmo respiratorio di ogni vegetale. Intervenire sulla composizione atmosferica e sulla temperatura agisce sul ritmo respiratorio, ma non sempre preserva il prodotto da un deterioramento qualitativo e nutrizionale.
Un esempio dell'impatto della variabile temperatura sulle qualita' nutrizionali dei broccoli. In tutti i casi (contenuto di clorofilla, livello di carotenoidi, vitamina C e tenore di zuccheri) una temperatura di conservazione di zero gradi si dimostra quella piu' efficace a preservare la composizione nutrizionale del broccolo. In altri casi, tuttavia, la stessa temperatura di zero gradi, che e' valida per il broccolo, potrebbe danneggiare la struttura cellulare di un altro prodotto vegetale.
Un esempio dell'impatto della variabile temperatura sulle qualita' nutrizionali dei broccoli. In tutti i casi (contenuto di clorofilla, livello di carotenoidi, vitamina C e tenore di zuccheri) una temperatura di conservazione di zero gradi si dimostra quella piu' efficace a preservare la composizione nutrizionale del broccolo. In altri casi, tuttavia, la stessa temperatura di zero gradi, che e' valida per il broccolo, potrebbe danneggiare la struttura cellulare di un altro prodotto vegetale.
I rilievi emersi dai test effettuati sulle lattughe di IV gamma. Quando il prodotto non e' danneggiato, la temperatura risulta il fattore piu' importante per preservare la freschezza del prodotto. Utile anche un basso livello di O2 (ossigeno) nelle confezioni ad atmosfera modificata. Le cose cambiano pero' nel caso di foglie danneggiate: in questi casi, solo atmosfere modificate estremamente spinte (bassissimi livelli di O2) potrebbero evitare scolorimenti e degradazione degli aspetti visivi, ma a tutto discapito di altri attributi qualitativi, quali aroma, gusto, consistenza e valori nutrizionali.
I rilievi emersi dai test effettuati sulle lattughe di IV gamma. Quando il prodotto non e' danneggiato, la temperatura risulta il fattore piu' importante per preservare la freschezza del prodotto. Utile anche un basso livello di O2 (ossigeno) nelle confezioni ad atmosfera modificata. Le cose cambiano pero' nel caso di foglie danneggiate: in questi casi, solo atmosfere modificate estremamente spinte (bassissimi livelli di O2) potrebbero evitare scolorimenti e degradazione degli aspetti visivi, ma a tutto discapito di altri attributi qualitativi, quali aroma, gusto, consistenza e valori nutrizionali.
Nel caso degli spinaci, invece, poco si puo' ottenere con una conservazione in atmosfera modificata, che anzi rischia di innalzare i livelli di ammoniaca, prodotta dal vegetale in risposta ad un elevato livello di CO2 (anidride carbonica). Per la conservabilita' degli spinaci, la temperatura e' il fattore piu' importante. Alcune imprese stanno impiegando di meno l'atmosfera modificata per la conservazione dei prodotti freschi di IV gamma e optando invece per la tecnologia del vacuum cooling (raffreddamento sottovuoto).
Nel caso degli spinaci, invece, poco si puo' ottenere con una conservazione in atmosfera modificata, che anzi rischia di innalzare i livelli di ammoniaca, prodotta dal vegetale in risposta ad un elevato livello di CO2 (anidride carbonica). Per la conservabilita' degli spinaci, la temperatura e' il fattore piu' importante. Alcune imprese stanno impiegando di meno l'atmosfera modificata per la conservazione dei prodotti freschi di IV gamma e optando invece per la tecnologia del vacuum cooling (raffreddamento sottovuoto).
Il Prof. Marius Huysamer, dell’Universita' di Stellenbosch (Repubblica del Sudafrica), ha descritto le tecniche colturali dei fiori di Protea, una pianta ornamentale tipica del Sudafrica e possibile nuova coltura nei nostri climi.
Il Prof. Marius Huysamer, dell’Universita' di Stellenbosch (Repubblica del Sudafrica), ha descritto le tecniche colturali dei fiori di Protea, una pianta ornamentale tipica del Sudafrica e possibile nuova coltura nei nostri climi.
Le Proteacee sono arbusti molto resistenti, con basso fabbisogno idrico e nutritivo, adatti anche a terreni sabbiosi. La loro principale particolarita' e' l'estrema ricchezza e bellezza cromatica delle inflorescenze, di dimensioni talora molto grandi. In Sudafrica si e' sviluppata una vera e propria industria intorno a queste piante da fiore, con un 90 per cento della produzione esportata in Europa e nel resto del mondo.
Le Proteacee sono arbusti molto resistenti, con basso fabbisogno idrico e nutritivo, adatti anche a terreni sabbiosi. La loro principale particolarita' e' l'estrema ricchezza e bellezza cromatica delle inflorescenze, di dimensioni talora molto grandi. In Sudafrica si e' sviluppata una vera e propria industria intorno a queste piante da fiore, con un 90 per cento della produzione esportata in Europa e nel resto del mondo.
Il Prof. Marius Huysamer spiega che, se e' vero che oggi i fiori di Protea rappresentano meno dello 0,05 per cento del mercato mondiale dei fiori freschi recisi, e' anche vero che la redditivita' di questa produzione e' estremamente elevata (tra il 50 e il 100 per cento in piu', in termini di profitto per ettaro, rispetto per esempio alla coltivazione della rosa o di altri fiori piu' comuni).
Il Prof. Marius Huysamer spiega che, se e' vero che oggi i fiori di Protea rappresentano meno dello 0,05 per cento del mercato mondiale dei fiori freschi recisi, e' anche vero che la redditivita' di questa produzione e' estremamente elevata (tra il 50 e il 100 per cento in piu', in termini di profitto per ettaro, rispetto per esempio alla coltivazione della rosa o di altri fiori piu' comuni).
L'intervento del Prof. Fabio Napolitano, dell’Università della Basilicata, si e' concentrato sulla presentazione dei risultati di alcuni consumer test, nei quali si e' inteso misurare il grado di correlazione tra il benessere animale e l’accettabilita' dei prodotti da parte dei consumatori
L'intervento del Prof. Fabio Napolitano, dell’Università della Basilicata, si e' concentrato sulla presentazione dei risultati di alcuni consumer test, nei quali si e' inteso misurare il grado di correlazione tra il benessere animale e l’accettabilita' dei prodotti da parte dei consumatori
Benche' lo studio abbia interessato il consumo di carne, i risultati sono di interesse per l'industria agro-alimentare nel suo complesso. E' infatti emerso che la comunicazione al cliente di alcune informazioni aggiuntive, relative alle tecniche di produzione e di allevamento che sono alla base di un determinato prodotto, possono influire sull'accettabilita' o meno dello stesso e sulla valutazione complessiva da parte del consumatore. Comunicare di piu' e meglio e' dunque la strada giusta da seguire!
Benche' lo studio abbia interessato il consumo di carne, i risultati sono di interesse per l'industria agro-alimentare nel suo complesso. E' infatti emerso che la comunicazione al cliente di alcune informazioni aggiuntive, relative alle tecniche di produzione e di allevamento che sono alla base di un determinato prodotto, possono influire sull'accettabilita' o meno dello stesso e sulla valutazione complessiva da parte del consumatore. Comunicare di piu' e meglio e' dunque la strada giusta da seguire!
"Gli interventi della mattinata si sono conclusi con la relazione del Dott. Domingo Almeida, dell’Università di Porto (Portogallo), il quale ha presentato le relazioni tra la qualita' di frutta di IV gamma e l’applicazione di atmosfere modificate. Esistono infatti limiti fisiologici e biochimici, intrinseci alla natura stessa di un prodotto, come la frutta, che continua a "vivere" anche dopo la raccolta, i quali impediscono alla tecnologia di spingersi troppo oltre."
"Gli interventi della mattinata si sono conclusi con la relazione del Dott. Domingo Almeida, dell’Università di Porto (Portogallo), il quale ha presentato le relazioni tra la qualita' di frutta di IV gamma e l’applicazione di atmosfere modificate. Esistono infatti limiti fisiologici e biochimici, intrinseci alla natura stessa di un prodotto, come la frutta, che continua a "vivere" anche dopo la raccolta, i quali impediscono alla tecnologia di spingersi troppo oltre."
Il Dott. Almeida, oltre ad analizzare gli effetti dei fattori come temperatura e atmosfera modificata nella conservabilita' della frutta di IV gamma, ha presentato anche i risultati di un'indagine condotta sull'efficacia degli additivi per prevenire fenomeni quali imbrunimento e degrado nello stato di compattezza della polpa. Le conclusioni mostrano che, da un punto di vista biochimico, gli effetti degli additivi, nella loro combinazione con lo specifico PH di ogni singola varieta' frutticola, hanno effetti talmente complessi e diversificati, che e' difficile stabilirne l'attivita'.
Il Dott. Almeida, oltre ad analizzare gli effetti dei fattori come temperatura e atmosfera modificata nella conservabilita' della frutta di IV gamma, ha presentato anche i risultati di un'indagine condotta sull'efficacia degli additivi per prevenire fenomeni quali imbrunimento e degrado nello stato di compattezza della polpa. Le conclusioni mostrano che, da un punto di vista biochimico, gli effetti degli additivi, nella loro combinazione con lo specifico PH di ogni singola varieta' frutticola, hanno effetti talmente complessi e diversificati, che e' difficile stabilirne l'attivita'.
Il Prof. Colelli ha concluso i lavori della mattinata, rimandando i presenti alla sezione del pomeriggio, nella quale sono stati presentati, in lingua inglese, i lavori sperimentali condotti da quattro candidati al titolo di Dottore di Ricerca.
Il Prof. Colelli ha concluso i lavori della mattinata, rimandando i presenti alla sezione del pomeriggio, nella quale sono stati presentati, in lingua inglese, i lavori sperimentali condotti da quattro candidati al titolo di Dottore di Ricerca.