In Grecia inizia un'altra settimana che si preannuncia ancora più calda della precedente per le mobilitazioni agricole, alle quali stanno partecipando con intensità crescente anche altri gruppi sociali. La settimana si apre innanzitutto con il rifiuto, da parte di tutte le organizzazioni agricole, della proposta del Primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis di incontrarsi nel suo ufficio, poiché il Primo ministro non aveva incluso le loro richieste nel quadro del confronto.
© Fotis Karabetsos | FreshPlaza.it
Al contrario, i rappresentanti delle organizzazioni agricole, riuniti sabato nella loro assemblea nazionale, hanno redatto un elenco di richieste comuni, sottoponendolo nuovamente al governo e chiarendo che solo questo costituirà la base delle trattative. Hanno inoltre sottolineato che i negoziati avverranno solo con i trattori sulle strade. In risposta, il Primo ministro ha accusato gli agricoltori di danneggiare il Paese attraverso le loro mobilitazioni.
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Immagine dell'assemblea nazionale delle organizzazioni agricole a Nikaia, sabato 13 dicembre
L'assemblea degli agricoltori è stata la prima da quando, 15 giorni fa, sono iniziate le mobilitazioni coordinate a livello nazionale. "Ci aspettiamo che il governo dia risposte alle nostre richieste", ha dichiarato Rizos Maroudas, leader del principale blocco di Nikaia, parlando a tutti i media del Paese a nome dell'assemblea nazionale degli agricoltori al termine dei lavori. "Escalation delle mobilitazioni in modo coordinato a livello nazionale, restando fermi e intransigenti nei nostri blocchi".
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Immagine di una recente azione congiunta dell'organizzazione agricola di Trikala (a destra) e del centro del lavoro regionale (a sinistra)
Nel rafforzare la loro lotta, gli agricoltori si stanno allineando con i principali sindacati dei lavoratori di tutto il Paese. Il primo passo sarà lo sciopero che si terrà oggi, martedì 16 dicembre, nel settore privato a Lesbo, Trikala, Karditsa e Larissa, che ospita un'importante industria ortofrutticola, mentre i lavoratori del settore pubblico hanno proclamato uno sciopero nazionale per la stessa giornata. I lavoratori scioperano anche in risposta alla presentazione del nuovo bilancio statale in Parlamento da parte del governo, ma tra le loro rivendicazioni figura l'ampio divario dei prezzi dei prodotti dal campo allo scaffale. Numerose altre azioni congiunte sono previste in molte altre aree del Paese.
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Rizos Maroudas annuncia ai media greci che gli agricoltori continueranno a lottare fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte
Inoltre, i sindacati dei marittimi hanno annunciato un ulteriore sciopero di 48 ore da ieri, lunedì 15 dicembre, fino alla mattina di mercoledì 17 dicembre. Essi dichiarano che non consentiranno alle navi cargo Roll-on/Roll-off (Ro-Ro) di trasportare materiale bellico e avanzano al contempo una serie di altre richieste chiave per i marittimi. Allo stesso tempo, sottolineano che intensificheranno le loro mobilitazioni.
Il secondo passo dell'escalation della lotta agricola avverrà da mercoledì a venerdì, periodo durante il quale i vari blocchi metteranno in atto diverse azioni e interventi nelle rispettive regioni. Il culmine di questa attività, qualora nel frattempo non vi fosse una risposta soddisfacente da parte del governo, sarà la chiusura temporanea, simultanea e a livello nazionale, per diverse ore, di tutte le strade alternative verso le quali finora è stato deviato il traffico a causa dei blocchi.
Tra le altre cose, gli agricoltori di tutta la Grecia chiedono:
- l'annullamento dei procedimenti giudiziari contro gli agricoltori tramite decisione del Parlamento;
- il pagamento immediato di tutti i sussidi loro dovuti;
- prezzi minimi garantiti che coprano le esigenze di vita e i costi di coltivazione;
- carburante esente da tasse e un tetto al prezzo dell'energia elettrica agricola;
- sussidi e abolizione dell'IVA sui mezzi di produzione agricoli;
- compensazioni per il reddito perso nel 2025;
- infrastrutture agricole e opere di protezione;
- un nuovo regolamento dell'assicurazione agricola che preveda il risarcimento del 100% dei danni;
- nessuna riduzione dei fondi della PAC per l'economia di guerra;
- il raddoppio delle pensioni agricole.