Tra il 2020 e il 2024 l'Italia ha esportato il 7% della propria produzione di agrumi, pari mediamente a 225.000 tonnellate e, durante il 2024 i quantitativi sono cresciuti del +19% rispetto all'anno precedente, attestandosi su livelli tra i più elevati dell'ultimo quinquennio. Parallelamente il valore ha superato i 310 milioni di euro, il +11% rispetto al 2023, grazie a un prezzo medio, anche in questo caso, tra i più alti delle ultime annate.
Le esportazioni italiane di agrumi rimangono prevalentemente nell'area comunitaria, con una quota pari a circa l'84% del totale. Come per altri prodotti, il mercato principale rimane la Germania che assorbe mediamente il 27% dei quantitativi totali, con volumi in ascesa nell'ultima campagna, complice la maggiore disponibilità di prodotto. Tra le restanti mete spicca per importanza il mercato francese seguito da Austria, in entrambi i casi con volumi maggiori rispetto all'annata precedente, così come verso la Polonia.
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Tra i Paesi terzi rimane importante la Svizzera con quantitativi nell'ultima campagna in leggera flessione rispetto all'anno precedente; risultati favorevoli invece sul mercato inglese con volumi in ascesa e attestati nell'ultima campagna sui livelli migliori degli ultimi anni. Tra le destinazioni dell'Est oltre all'Ucraina e, seppur minoritarie rispetto ai mercati principali, spedizioni in aumento verso Bosnia-Erzegovina. Rimangono contenute le esportazioni in Nord America e irrisorie quelle in Estremo e Medio Oriente o in Africa.
L'Italia è un Paese importatore nonostante la lunga tradizione produttiva. Durante l'annata 2024 l'import di agrumi evidenzia un calo rispetto alla stagione precedente (-10%) e conferma la generale flessione nel tempo, più evidente nell'ultimo biennio. La spesa complessiva si è attestata su oltre 320 milioni di euro, un valore tra i più bassi del quinquennio 2020-2024. Il prezzo medio annuo, con 0,97 euro/kg flette del 7% sul più elevato 2023 e si pone in media con il recente passato.
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Prevale prodotto in arrivo da Paesi comunitari (quasi il 60% del totale nel 2024) e con distacco troviamo l'import che giunge dai Paesi africani, in risalita al 36% durante l'ultima annualità. Nell'ambito dei paesi comunitari, il principale fornitore è, come di consueto, la Spagna, al 40% del totale e quantitativi in flessione di tre punti percentuali rispetto al 2023, i più bassi dell'ultimo quinquennio. A seguire il prodotto riesportato dai Paesi Bassi in calo sul 2023 del -16%, seguito dalle produzioni greche, anch'esse in notevole calo rispetto all'annata precedente.
Al di fuori dei paesi comunitari troviamo gli ingressi di merce che giunge dal Sudafrica, posizionato al 25% del totale importato, in aumento di sette punti percentuali sul 2023, e le entrate dall'Egitto contano il 10% del totale con volumi in flessione del -19% sul più elevato 2023. Tra i Paesi Sudamericani arriva prodotto dall'Argentina, ma i volumi sono in netta diminuzione rispetto al passato, e al contrario, sono in ascesa gli ingressi dal Perù (+37% sul 2023. In flessione la merce turca tra i paesi dell'Europa extraUE27 e da Israele tra i paesi del Medio Oriente.
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Il nostro primo concorrente si conferma la Spagna sia per la risaputa propensione all'export che per le produzioni raccolte; generalmente l'export spagnolo è pari a oltre 3 milioni di tonnellate di agrumi (media ultimo quinquennio). Durante il 2024 le esportazioni sono state del 3% più elevate rispetto all'anno precedente. La Germania è la principale destinazione degli agrumi spagnoli, nel corso dell'ultima annata ha assorbito circa 920.000 tonnellate, un volume in media con il recente passato e pari al +5% sul 2023. La Francia, al secondo posto, nel 2024 ha assorbito circa 660.000 tonnellate, stabili rispetto alla campagna antecedente. Al terzo posto si confermano le movimentazioni verso il Regno Unito, 258.000 tonnellate nel 2024 in risalita di cinque punti percentuali sul 2023.
In Italia la campagna agrumicola è iniziata con un lieve anticipo rispetto alla scorsa stagione; la qualità delle produzioni è eccellente sia per il sapore che per il grado Brix che risultano ottimali; presente ancora prodotto con limitato colore soprattutto nel clementino comune ma che andrà migliorando nel breve periodo. I volumi in raccolta sembrano essere inferiori alla passata campagna. Allo stato attuale il posizionamento del mercato sembra essere al di sotto rispetto allo stesso periodo dell'annata scorsa, maggiori le richieste dall'estero rispetto a quelle del mercato interno.
Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT