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La stagione dei soft citrus marocchini inizia con le clementine

La stagione dei soft citrus marocchini è iniziata con condizioni meteo ancora difficili, ma i produttori stanno dimostrando una maggiore resilienza. La riduzione dell'areale, dovuta a diversi anni consecutivi di siccità, insieme alla tendenza verso frutti di calibro più piccolo, non ha impedito ai soft citrus del Marocco, in particolare mandarini e clementine, di registrare performance commerciali straordinarie. Solo per la varietà Nadorcott, ad esempio, nella stagione 2024/25 sono state esportate dal Marocco 325mila tonnellate, con un aumento del 43,81% rispetto alla campagna precedente.

© Orbis

La stagione 2025/26 porta con sé alcuni cambiamenti, ma l'orientamento generale resta invariato, con l'attenzione che continua a concentrarsi sui soft citrus piuttosto che sulle arance, in un contesto caratterizzato dalle sfide legate al clima e alla concorrenza. Le clementine non fanno eccezione. Sebbene nella precedente campagna i mandarini abbiano registrato risultati migliori in termini di esportazioni, le clementine, che segnano l'inizio della stagione dei soft citrus, stanno beneficiando di una domanda sostenuta sul mercato locale, dove i prezzi risultano talvolta altrettanto interessanti. Lisa Delay Alcaraz, direttrice commerciale della divisione agricola della Orbis Agro Industry, condivide le sue riflessioni su cosa aspettarsi dalle clementine quest'anno.

Il clima avverso continua a ridurre i volumi
Sul fronte produttivo, le condizioni meteo avverse hanno portato a un ulteriore calo dei volumi di clementine in Marocco. Lisa afferma: "Stiamo assistendo a un calo del 12% dei volumi rispetto alla scorsa stagione, nonché a un ritardo di 15 giorni nell'inizio della campagna. Abbiamo iniziato a fine settembre con la varietà Marisol. Le esportazioni continueranno fino a metà dicembre con la varietà Sidi Aissa. Nel frattempo, la maggior parte dei volumi sarà costituita da altre varietà consolidate, tra cui Bruno, Esbal, Orogrande e Nules".

© Orbis

La coltivatrice spiega che la persistente siccità, unita agli eventi climatici, è alla base della riduzione dei volumi. "Le ondate di caldo di maggio e giugno si sono verificate durante la fioritura e l'allegagione, il periodo più critico per l'albero. Le temperature, che hanno raggiunto i 42 °C, hanno messo sotto stress i frutteti, causando una scarsa allegagione e la conseguente cascola dei frutti. Questo ha comportato la perdita di parte della produzione e ritardato la crescita degli agrumi rimasti. Inoltre, il calo del 15% delle precipitazioni in tutto il Paese non ha favorito la crescita delle piante.

Non sorprende che la tendenza generale sia verso una stagione con calibri più piccoli. Lisa aggiunge: "Ritardi e interruzioni della crescita hanno portato a una riduzione dei calibri di 2-4 mm. Tuttavia, noi della Orbis Agri Industry stiamo ottenendo risultati migliori grazie alla posizione del nostro frutteto nella regione di Gharb, rinomata per il suo terreno fertile e l'abbondanza di acqua. Qui operiamo su un'area di 500 ettari, con una produzione di oltre 12.000 tonnellate di clementine e 10.000 tonnellate di arance. Grazie a questo vantaggio decisivo, siamo riusciti a mantenere buoni calibri e un'eccellente qualità in questa stagione. Inoltre, la posizione favorevole si accompagna a importanti investimenti in tecnologie e tecniche agricole più innovative, permettendoci di affrontare le sfide del cambiamento climatico e di garantire la sostenibilità della nostra produzione, sia in termini di qualità sia di quantità".

© Orbis

Promettenti prospettive commerciali
Dal punto di vista commerciale, le prospettive sono promettenti grazie alla sicurezza offerta da una solida domanda interna. "Più delicata del mandarino, la clementina è meno resistente ai trasporti su lunghe distanze, il che ne limita la capacità di raggiungere mercati lontani. Il mercato tradizionale per le clementine marocchine rimane l'Europa. Tuttavia, grazie al miglioramento dei collegamenti marittimi e a una logistica sempre più efficiente, sono emersi nuovi mercati, in particolare in Africa occidentale, Russia e Canada. Tuttavia, questi mercati ad alto potenziale richiedono maggiore attenzione a causa della mancanza di strutture di stoccaggio refrigerato a destinazione, come nel caso dell'Africa occidentale, e dei lunghi viaggi verso Russia e Canada, che presentano un rischio maggiore di deterioramento della qualità", spiega Lisa.

"Allo stesso tempo, il mercato interno marocchino sta registrando una crescita strordinaria. Con una popolazione di 38 milioni di abitanti e oltre 13 milioni di turisti, rappresenta ormai un'alternativa strategica, offrendo prezzi simili a quelli all'esportazione, ma con un rischio molto più basso, se non praticamente inesistente", conclude Lisa.

Per maggiori informazioni:
Lisa Delay Alcaraz
Orbis Group
+212 667 777143
[email protected]
www.orbisagroindustry.ma/en

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