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Il settore agrumicolo marocchino a un bivio tra crisi e rilancio

L'industria agrumicola del Marocco, dal valore superiore a 1 miliardo di euro l'anno e con quasi 200mila addetti, rappresenta uno dei pilastri dell'agricoltura nazionale. A spiegarlo è Fatiha Charrat, vicedirettore generale del Gruppo Delassus. "Con varietà di punta come la Nadorcott, gli agrumi marocchini godono di un'ottima reputazione sui mercati internazionali. Eppure, nel 2025, il settore si trova a fronteggiare la sfida più grave degli ultimi decenni: la scarsità d'acqua".

© Delassus

Nella regione di Souss-Massa, uno dei principali poli produttivi, l'acqua per l'irrigazione ha raggiunto livelli di salinità allarmanti, costringendo i produttori a estirpare gli agrumeti e ad abbandonare le aziende agricole. Spiega Charrat: "Anche i principali operatori sono stati colpiti. La nostra azienda Citatlas è stata costretta a interrompere la produzione, mentre la varietà premium Nour coltivata nell'azienda la Gazelle ha visto l'acqua irrigua diventare salina, spingendo Delassus Citrus a installare costosi impianti di osmosi inversa e a sostituire la Nour con l'uva, una coltura più in grado di sostenere i nuovi costi dell'acqua".

Charrat sottolinea che il Marocco sta lavorando per migliorare l'attuale situazione idrica. "Per affrontare questa crisi, il Paese ha avviato uno dei più grandi programmi mondiali di desalinizzazione dell'acqua di mare. L'impianto di Agadir-Chtouka, un investimento da 450 milioni di euro, fornisce già 275mila metri cubi di acqua al giorno, metà dei quali destinati all'irrigazione. A pieno regime, raggiungerà i 400mila metri cubi giornalieri e sosterrà 15.000 ettari di agrumeti. A livello nazionale, il governo si è posto come obiettivo 1,7 miliardi di metri cubi di acqua desalinizzata all'anno entro il 2030, di cui 500 milioni destinati all'agricoltura".

"Questa strategia è in linea con gli impegni climatici del Marocco nel quadro della COP. Attraverso l'iniziativa AAA, cioè Adattamento dell'Agricoltura Africana ai Cambiamenti Climatici, e il nuovo Contributo determinato a livello nazionale (NDC), il Marocco si è impegnato ad ampliare l'uso delle energie rinnovabili, promuovere un'agricoltura climate-smart e migliorare l'efficienza irrigua. Ma le sfide non mancano. L'acqua desalinizzata ha costi elevati e i piccoli produttori rischiano di restare esclusi. La carenza di manodopera minaccia raccolte e attività di confezionamento, mentre rischi fitosanitari come il citrus greening (HLB) incombono sul settore. Norme europee più rigide sui residui, l'aumento dei costi degli input e dei trasporti, oltre ai dazi d'importazione negli Stati Uniti, esercitano ulteriori pressioni sulla competitività".

© Delassus

Secondo Charrat, il settore agrumicolo marocchino si trova a un bivio: "Senza riforme strutturali rischia di perdere terreno sui mercati globali. Eppure, grazie alla vicinanza geografica all'Europa, alle varietà premium, all'expertise tecnica e ai massicci investimenti nella desalinizzazione, il Paese dispone ancora di solidi punti di forza per mantenere il suo ruolo di fornitore leader di agrumi. Come sottolineato al Congresso Nazionale degli Agrumi, la sopravvivenza del settore dipende da quattro pilastri: innovazione, acqua, governance e capitale umano".

"Per la campagna agrumicola 2025/26, in Marocco le previsioni indicano una prosecuzione del trend positivo osservato nella stagione 2024/25. Si stima che il Marocco esporterà circa 669mila tonnellate di agrumi nell'annata 2025/26, con un incremento del 10% rispetto alle 610.573 tonnellate dello scorso anno, secondo i dati di Morocco Foodex. Queste prospettive arrivano in un momento in cui la Spagna, principale concorrente del Paese, affronta campagne difficili, creando per gli esportatori marocchini una finestra di opportunità più favorevole", conclude Charrat.

Delassus sarà presente a Fruit Attraction 2025: Hall 14, Stand 14B03.

Per maggiori informazioni:
Fatiha Charrat
Delassus Group
[email protected]
www.delassus.com

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