La prossima campagna agrumicola dovrebbe vedere significative riduzioni nei volumi, il che sta generando un fermento commerciale già palpabile.
"Gli eventi climatici primaverili hanno avuto un impatto determinante sullo sviluppo dei fiori e delle gemme, condizionando notevolmente la produzione. A ciò si è aggiunta una certa scarsità idrica che ha generato gravi problemi negli agrumeti, portando anche all'abbandono di molti impianti dove l'irrigazione non era praticabile. Nelle zone in cui l'acqua è stata concessa, seppur con grandi sacrifici, la produzione registra comunque una lieve diminuzione". A parlare è Floriano Convertino, agrumicultore di Massafra, in provincia di Taranto, con oltre 40 ettari investiti.
© CONVERTINO FLORIANO - Az. Agr. Convif
"Stimiamo che si registrerà un deficit del 40% per le clementine precoci, mentre mancherà un 30% di clementine Comune tradizionali. Per quanto riguarda le arance, invece, il calo si aggira intorno al 30%, percentuale che aumenta in maniera significativa per quegli aranceti che sono stati colpiti dalla gelata tardiva", afferma Convertino
Nonostante le riduzioni produttive, l'annata si prevede frizzante dal punto di vista commerciale. "È già palpabile un fermento nella corsa all'acquisto delle partite, spinta dalla diminuzione delle quantità disponibili sul mercato. La domanda mostra una chiara preferenza per le partite che presentano pezzature ben sviluppate, una condizione che - come sottolinea l'agrumicultore pugliese - è possibile riscontrare solo in quelle coltivazioni in cui l'irrigazione è stata regolare".
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L'imprenditore pugliese afferma che la scarsità produttiva non riguarda solo la provincia ionica, ma si estende anche ad altri areali italiani e persino esteri, che registrano rese in calo rispetto al passato. "Sto ricevendo già parecchie proposte da commercianti e amici intermediari che vogliono prenotare la merce, vista anche la disponibilità dei calibri preferiti dal mercato. Ci siamo impegnati moltissimo per ottenere questi risultati, in un contesto di turbazioni idriche molto sfavorevoli, visto che sono partite inizialmente con pause di 7 giorni, per poi salire a 15, 20, 22 giorni, fino a un completo stop".
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