È ormai nostra tradizione fare il punto sull'andamento delle vendite ortofrutta, scrivendo prima del Ferragosto, cercando di prevedere cosa succederà in anticipo sia rispetto al weekend sia rispetto alla pubblicazione del pezzo che, come sempre, avverrà dopo la festività stessa, e solo ad essa si spera…!
Lo slancio entusiasmante dei dati a volumi e fatturato sembra aver perso inerzia dopo la prima settimana di luglio, portando un ridimensionamento conclamato anche su agosto. Ma se il mese augusteo giustifica il rallentamento delle vendite, con l'esodo estivo e lo svuotarsi progressivo delle città, più preoccupante è il fatto che il freno a mano si sia attivato ben prima, destando qualche timore a questo punto sulla classica ripresa dei consumi prevista a settembre.
Eppure, il caldo asfissiante protagonista di fine giugno e il suo riacuirsi sulla settimana delle ferie imperiali (feriae Augusti) prima, e dell'Assunzione poi, avrebbe dovuto far da traino importante alla frutta estiva, e in particolare a quella ritenuta dissetante e rifocillante per antonomasia, come angurie e meloni in primis.
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itGiancarlo Amitrano
Di fatto, però, le temperature bollenti hanno tacitato anche la voglia di refrigerio e, anzi, hanno contribuito ad alimentare le consuete diatribe sui prezzi, al di sotto della linea di sopravvivenza liquidati ai produttori di angurie per la sovrabbondanza di merce in campo, i mancati ritiri e la preferibile fresatura rispetto a un raccolto senza soddisfazione economica.
Nonostante ciò, non prevedo anche quest'anno uscite pazze sulle angurie, salvo qualche sporadico caso che si posizionerà da 0,19 euro a scendere (ma non troppo) limitatamente ai giorni a ridosso del 15/08. Per chi, invece, avrà seguito la via del volantino classico (8-12 giorni) la fascia ipotizzata è a ridosso dello 0,29 kg.
Si conferma anche quest'anno per gli "ortofili" una stagione a due velocità sui meloni, con il nord che ancora una volta fa mercato a sé rispetto al centro-sud e dividendo, di fatto, i mercuriali in maniera netta tra i tifosi del mantovano e i seguaci dell'alto Lazio.
E neanche il Simposio da poco svolto (cfr. Freshplaza del 24/07/2025) nell'areale di Mantova per promuovere l'IGP ha sortito l'effetto di portare i protagonisti a più miti consigli, come una sorta di Teano, teatro dell'incontro tra produttori e acquirenti. Occorre però segnalare come la buona qualità attuale delle produzioni del centro Italia sarà, a mio avviso, un ottimo deterrente per le smanie indipendentiste del nord, sollecitando gli attori a una gestione più attenta al dato commerciale generale.
Ancora una volta rimango sorpreso e insoddisfatto per come la produzione dei pomodori di tipologia verde da insalata sia incapace di far fronte ai fabbisogni stagionali della GDO e questo nonostante le premesse visionate in serra a metà giugno fossero quantomeno interessanti.
Però, a parte un picco iniziale di produzione, siamo a constatare un andamento altalenante dei conferimenti, tracollati ai primi picchi anomali di caldo, per mai più riprendersi in maniera regolare. Anche qui spesso la soluzione per la detenzione continuativa diventa gettare un occhio, o forse due, all'estero, a dispetto dei nazionalisti incalliti tout court.
Situazione direi quindi non proprio entusiasmante per il comparto ma, nonostante questo, le polemiche di varia tipologia e provenienza non mancano di additare la GDO in più occasioni come l'artefice delle disgrazie agricole nazionali. Basti pensare che il direttore freschi Italia di COOP, Mazzini, ha dovuto pubblicare una nota "giustificativa" per un'attività spot effettuata dal suo gruppo sul segmento meloni con un generico taglio prezzo del 40% su tutta la linea, per sottolineare come il tutto fosse scaturito dalla necessità di smaltire merce a causa di una contingente sovrapproduzione, e con tagli prezzo concordati e non imposti ai fornitori. Una follia, talmente incomprensibile se solo si pensa a quanto si sarebbe dovuto scrivere nel caso in cui la produzione non fosse stata supportata da una tale attività, ma abbandonata alla conta dei morti sul campo.
Per fortuna, a distogliere l'interesse generale dalle note dolenti di vendite al rallenty è giunta la notizia della cessione del gruppo Carrefour al gruppo NewPrinces. Un fulmine a ciel sereno, non tanto per la cessione in sé, che era ormai nell'aria da tempo, ma per la scelta, se tale è stata, della controparte acquirente, dedita alla produzione industriale e completamente avulsa dal mondo organizzativo della distribuzione.
Tante le supposizioni sulla futura gestione: intervento diretto in prima persona alla guida del gruppo, terziarizzazione a un management creato ad hoc, semplice traghettamento verso una nuova cessione a specialisti del retail.
Attendiamo settembre per capire realmente cosa succederà, ma con la certezza che ormai in molti casi la finanza ha fagocitato anche il mondo distributivo, facendo perdere valenza a molti dei fattori per decenni trainanti: volumi e fatturato…!
Chissà cosa ne penserebbe il defunto Caprotti o cosa ne pensa l'intramontabile Brunelli, personaggi che hanno fatto la storia della GDO, avendo come obiettivo primario la soddisfazione del cliente e che oggi potrebbero essere sostituiti da un nuovo modus operandi, teso al mero incremento del valore della cedola azionaria.
Mai come ora vale il detto: ai posteri l'ardua sentenza…!
Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros
(Rubrica num. 71)