l settore ortofrutticolo si trova di fronte a una crescente domanda di soluzioni di packaging più sostenibili, un tema centrale che impegna produttori di imballaggi e aziende agricole. Un'intervista recente con Stefano Occhipinti Amato, titolare di Gi.St.El. Plast S.r.l., azienda specializzata nella lavorazione di film per ortofrutta e florovivaismo, e Vittorio Gona di Alba Bio, azienda impegnata nell'agricoltura biodinamica, ha offerto uno spaccato interessante sull'evoluzione e sulle sfide attuali del packaging ecologico.
Gi.St.El. Plast opera nel campo della lavorazione di film in Polipropilene, Polietilene, PVC e, in particolare, film biodegradabili e compostabili, ponendo l'ecosostenibilità al centro della propria visione. Tra le soluzioni proposte si distingue il film in cellulosa, noto anche con il nome commerciale NatureFlextm. Stefano Occhipinti Amato spiega che questa tecnologia è disponibile da circa 20 anni, e Alba Bio è stata tra i primi clienti, iniziando a utilizzarlo già nel 2013. Vittorio Gona sottolinea l'importanza di questa innovazione per la grande distribuzione, sempre alla ricerca di soluzioni che offrano un'immagine distintiva.
© GI.ST.EL. PLAST S.R.L.Da sinistra: Stefano Occhipinti Amato e Vittorio Gona
Il film in cellulosa viene prodotto nel Regno Unito ed è ampiamente riconosciuto a livello europeo e mondiale per le sue massime certificazioni di compostabilità e biodegradabilità, inclusa la certificazione di compostaggio domestico. La sua materia prima deriva principalmente dalla polpa di legno proveniente da foreste gestite in modo responsabile.
Gi.St.El. Plast distribuisce questo materiale, stampando, macro-forando e tagliando le bobine per i confezionatori finali, e detiene le certificazioni di compostabilità che permettono di apporre i loghi specifici. Stefano Occhipinti Amato precisa che vengono utilizzati inchiostri con certificazione di compostabilità, garantendo che il film mantenga la sua idoneità al contatto con gli alimenti e l'idoneità al compostaggio domestico anche dopo la stampa.
Nonostante i vantaggi in termini di sostenibilità, il film in cellulosa presenta delle sfide significative. Vittorio Gona evidenzia che il costo di questo materiale è decisamente più elevato rispetto alla plastica tradizionale. Stefano Occhipinti Amato precisa la differenza tra compostabile e riciclabile: "Mentre la plastica può essere riciclata solo alcune volte prima di perdere qualità, la pellicola compostabile rappresenta un'alternativa più ecologica: può essere smaltita tramite compostaggio domestico o industriale, restituendo valore alla natura e sostenendo l'economia circolare".
© GI.ST.EL. PLAST S.R.L.Vittorio Gona e Stefano Occhipinti Amato
Sul fronte commerciale, il film in cellulosa trova impiego per diverse referenze ortofrutticole, in particolare per il pomodoro, l'uva, le albicocche, le pesche, i kiwi e altre referenze di frutta e ortaggi. Viene utilizzato sia per linee a marchio privato della GDO sia da aziende che desiderano seguire una linea sostenibile, a condizione che il costo aggiuntivo venga riconosciuto e coperto dal cliente finale. Attualmente, il film in cellulosa rappresenta circa il 30% del fatturato di Gi.St.El. Plast in termini di soluzioni di packaging, con clienti principalmente in Francia, Belgio, Austria, Grecia, Cipro e Spagna. Per Alba Bio, l'utilizzo di questo materiale incide per circa il 20% sul totale del confezionato.
Il futuro del packaging nel settore ortofrutticolo è oggetto di dibattito. Vittorio Gona, pur riconoscendo l'importanza della sostenibilità, esprime una preoccupazione profonda riguardo ai costi: "Il packaging spesso costa il doppio del prodotto che c'è dentro. Perciò appare insensato produrre packaging per poi pensare come smaltirlo, come riutilizzarlo".
Gona sottolinea come la tendenza della Comunità Europea sia verso il prodotto sfuso, sebbene per il biologico il confezionamento rimanga fondamentale per differenziarsi dal prodotto convenzionale e per aumentarne la shelf-life, perché crea una barriera contro ossigeno e umidità, evita riduzione del peso del prodotto, evita che il prodotto si degradi mantenendolo più fresco e proteggerlo da contaminazioni, graffi e manipolazione eccessive, oltre che rallentarne la maturazione. "La decisione finale sulla tipologia di packaging spetta spesso alla grande distribuzione", afferma l'imprenditore.
Stefano Occhipinti Amato conclude che il mercato è in continua evoluzione e richiede attenzione costante alle nuove tecnologie e alle richieste dei clienti. Nonostante le sfide, la materia prima del film in cellulosa non sarà soggetta a rincari derivanti dai dazi americani, garantendo una maggiore stabilità dei costi di base. Questo offre una prospettiva più chiara per gli operatori che intendono investire in soluzioni di packaging compostabili.
Per maggiori informazioni:Gi.St.El. Plast S.r.l.
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Vittorio Gona
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