Il Canada sta emergendo come un potenziale mercato strategico per la diversificazione delle esportazioni di avocado colombiano. Tuttavia, resta una destinazione ancora poco esplorata, frenata da ostacoli logistici, commerciali e di affidabilità. Mentre il Messico continua a detenere il 99% della quota di mercato, per la Colombia si aprirebbero reali prospettive di crescita puntando su qualità, continuità dell'offerta e una visione orientata al lungo periodo.
Mauricio López, amministratore delegato dell'azienda colombiana Cosmo Fruit Global, riassume la situazione attuale. "Il mercato canadese è in espansione e presenta interessanti opportunità, ma la Colombia non è ancora vista come un fornitore affidabile di avocado. La mancanza di credibilità e la scarsa conoscenza del nostro potenziale rappresentano una sfida concreta. La priorità è offrire un'esperienza positiva ai consumatori, importatori e rivenditori, puntando sulla qualità e sul gusto della nostra produzione. Solo così la Colombia potrà affermarsi come un partner stabile, competitivo e credibile sul mercato".
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"Il Canada presenta vantaggi evidenti: non applica dazi doganali grazie all'accordo di libero scambio con la Colombia (a differenza del 10% previsto dagli Stati Uniti), mostra una domanda stabile di 75-80 spedizioni settimanali nel 2025 e offre ancora ampi margini di crescita. Inoltre, preferisce calibri medi e piccoli (60, 70, 84), caratteristica che si adatta bene all'offerta colombiana. Anche i requisiti di certificazione sono meno stringenti rispetto a quelli del mercato europeo", continua López.
"In termini di logistica, la Colombia dispone di una rotta efficiente: il tempo di transito da Cartagena a Toronto o Montreal è di circa 12 giorni. Dal punto di vista logistico, siamo ben collegati e le spedizioni non richiedono tempi lunghi. Non sono considerate operazioni ad alto rischio, a patto che siano ben coordinate", sottolinea López.
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L'ostacolo principale è stata l'incostanza: consegne irregolari, qualità inaffidabile e problemi logistici. "Questo è un mercato in bianco e nero. Le zone grigie sono rischiose. Se offri qualità, una buona pianificazione e una strategia efficace, il mercato risponde", continua López.
Esportare attraverso gli Stati Uniti aumenta i costi logistici di 1.300-1.500 dollari per spedizione, ma López lo considera un investimento strategico. " Il Canada resta un mercato ampiamente inesplorato per la Colombia, con margini di crescita significativi, a condizione che si lavori con concentrazione, costanza e attenzione ai dettagli".
A differenza dell'Europa, dove oltre dieci fornitori competono tra loro - tra cui Spagna, Marocco, Sudafrica e Perù - il mercato canadese risulta meno saturo. Il Messico resta di gran lunga il principale esportatore, seguito dal Perù, che ha conquistato quote grazie a volumi consistenti e a un sapore sempre più apprezzato. La Colombia sta guadagnando terreno lentamente, ma dispone di un buon potenziale.
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"Per poter competere, la Colombia deve concentrarsi su qualità, standardizzazione e conformità fitosanitaria, ambiti in cui sono già stati compiuti progressi significativi. Ma c'è ancora molto lavoro da fare. Questo mercato richiede stabilità nei prezzi e nella qualità. È questo che la Colombia deve garantire per consolidare la sua posizione sui mercati", afferma López.
Il Canada, in quanto mercato più stabile e con requisiti di certificazione meno stringenti rispetto all'Europa, nonché prezzi medi annui migliori, rappresenta una reale opportunità. "Non c'è spazio per l'improvvisazione. Questo mercato richiede pianificazione, professionalità e impegno. Chi non è preparato, resta indietro", conclude López.
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